Il 2 Aprile è apparso su Zerohedge un interessante articolo (eccolo qui) che riesumava una intervista del 2012 rilasciata dal Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale (IMF) Christine Lagarde. alla Wharton University della Pensilvania (qui l’intervista integrale).

In quell’occasione Lagarde, dopo aver inquadrato la situazione contingente del 2012, rispose ad un’ultima domanda :

Of all the things that you do here, what are you most passionate about? What would you really like to make sure happens? It could be a small thing, it could be a large thing. What is it that really has your heart?

Indefinitiva l’intervistatore chiedeva che cosa le stesse più a cuore in ciò che faceva.

Chissà, forse utilizzò parole non proprio corrette per esprimersi, ma sta di fatto che quello che ne uscì aveva tutta l’aria di essere una confessione su cosa sia l’IMF.

That’s complicated. I think it’s this issue of relevance … that is of real concern to me. You see, this is a very fascinating institution because it’s completely counter-cyclical. When the world around the IMF goes downhill, we thrive. We become extremely active because we lend money, we earn interest and charges and all the rest of it, and the institution does well. When the world goes well and we’ve had years of growth, as was the case back in 2006 and 2007, the IMF doesn’t do so well both financially and otherwise.

For this institution, which is a fascinating mix of almost all countries of the world with a single objective that should transcend all their respective individual policies and strategies, for it to be sustainable, we need to be very agile, very in touch with our membership, with our client base, if you will. We need to be able to invent and reinvent ourselves in many ways. So, as I was explaining about going from bilateral to multilateral surveillance, from a narrow focus to something that is more holistic, that is exactly what is at stake.

Terribile la frase:

When the world around the IMF goes downhill, we thrive.

Trad.:

Quando il mondo intorno all’IMF crolla, noi prosperiamo.

Oggi Lagarde è stata ospite della Goethe University di Francoforte (qui il testo del suo intervento) dove ha analizzato il momento attuale ammonendo sui rischi della bassa crescita a livello globale.

A parte che mi dovrebbero dire fin dove si deve arrivare per raggiungere un livello di sicurezza quando proprio sul sito dell’IMF troviamo una bella mappa interattiva (fate un giro) che ci spiega che a Ottobre 2015 l’outlook sul PIL mondiale era del 4% con le economie avanzate all’1,9% e quelle emergenti al 5,3%. Sarebbe forse il caso di porre un freno alla frenesia da crescita a tutti i costi o no?

Comunque nel suo intervento Lagarde fornisce ai 188 membri dell’IMF suggerimenti, magari non tutti condivisibili, ma in apparenza di buon senso per affrontare e superare questa fase di bassa crescita.

E allora quale Christine scegliamo?

La preoccupata madre di famiglia che ci vuole tutti più belli e in crescita costante o la matrigna che non vede l’ora che si ritorni tutti in recessione per poter mettere ai ferri altri Paesi e guadagnare (e far guadagnare a chi di dovere) interessi?

Matrigna? Domanda retorica, vero?

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