Non c’è che dire, alziamo le mani di fronte alla potenza dell’attuale esecutivo che in soli due anni ha fatto di tutto e di più. Altro che Berlusconi, qui si sfornano leggi e riforme ogni giorno, anzi, ogni ora. Un ci si ferma mai!

E sì, perché se vai sul sito del Governo, dove ci si dovrebbe occupare di ciò che il Governo fa giorno per giorno, oggi trovi la celebrazione dei due anni di Happy Days (Eccolo qui).

Il solito video (perché ora sul sito del Governo non trovi un documento neanche a pagarlo, ma di video, e foto, ne hai quanti ne vuoi), un bel PDF con 24 slide e il cloud, la nuvoletta con tutte le parole chiave dei due anni renziani. Troppa grazia!

Per chi volesse approfondire c’è anche il relativo link “Approfondimento” che però porta alla medesima pagina di presentazione. Altro non c’è, anche perché il premier che non va oltre i 140 caratteri si sarebbe annoiato a preparare documenti un po’ più corposi e convincenti. Finché dura e il popolino crede alle belle parole perché darsi da fare per mostrare un pizzico di trasparenza? Perché c’è una legge del 2009 che lo obbligherebbe a farlo? Beh, ma questo non vale a Rignano d’Arno, non lo sapevate?

Ora però voglio contribuire anche io ai festeggiamenti. Voglio parlare di produzione industriale, viaggi e vecanze e di una leggina inserita nel corpus di interventi della “Legge Finanziaria” (la chiamerò così fino alla morte anche se per la Commissione Europea è “di Stabilità”) che rende più difficili le richieste di risarcimento di coloro che sono rimasti invischiati per anni nelle maglie della giustizia italiana.

Partiamo dalla produzione industriale e dai dati ISTAT di oggi. Qui c’è la news e qui il PDF.

A dicembre l’indice segno un -0,7% rispetto a novembre e un -1% di dicembre 2015 su dicembre 2014. Niente tweet oggi su questi dati.

Il dato annuo è positivo perché resta un +1% del 2015 sul 2014. Ma la sensazione che provavo a novembre, quando c’erano dati non proprio esaltanti sull’industria italiana, e che si sperava fosse solo temporanea, ora prende una forma differente. Vedremo a gennaio e speriamo che vada meglio.

Da notare che senza il +42% dell’auto le cose andrebbero peggio, ma va bene così.

C’è poi il dato ISTAT su viaggi e vacanze che mi lascia perplesso.

Confcommercio dice che l’indice di propensione al viaggio degli italiani. E su base annua l’indice è aumentato del 2%.

In più esponenti del Governo proprio nel fine settimana magnificavano i risultati del turismo italiano nel 2015.

Certo, se leggo bene la news (qui) si evince che questo indice deriva da un sondaggio, o una serie di sondaggi fatti dall’istituto Piepoli. Già, i sondaggi, che di per se hanno limiti talmente evidenti da non poter essere considerati attendibili in nessun caso. Facciamo un esempio banale. Non è il mio caso perché se me sto a casa lo dico, e non vedo dove sia il problema. Ma ci sono molte persone che piuttosto di ammettere che non sono andati in vacanza o che non ci andranno si farebbero tagliare un braccio (ah, le apparenze!). Quindi per me questi numeri hanno valore pari a zero.

ISTAT (qui) dice che la stima (i dati non son ancora definitivi) dei viaggi degli italiani nel 2015 sarebbe in linea con quella del 2014.

I numeri forniti poco dopo e nel PDF (qui) parlano però di un calo sia dei viaggi “di piacere” che di quelli di lavoro.

Nel complesso si parla di 57.910.000 viaggi nel 2015 a fronte dei 62.927.000 del 2014. Siamo attorno a -5.017.000 in meno.

I soli viaggi “di piacere” sono a -3.711.000.

Chi avrà ragione? Ai posteri l’ardua sentenza.

Infine segnalo il podcast di radio24 della trasmissione “La versione di Oscar” dove Giannino (qui la puntata di oggi) ha acceso i riflettori su una leggina inserita nella Finanziaria che è volta a rendere impossibile la vita a coloro che chiedono giustamente un indennizzo allo Stato quando sono vittime delle lungaggini della Giustizia italiana.

Perché se io incappo in un processo ingiusto che dura magari più di dieci anni senza motivo avrò pur diritto ad essere indennizzato (Legge n. 89 del 2001).

Consideriamo che un cittadino onesto che si ritrova in una situazione del genere può subire forti ripercussioni sia dal punto di vista personale che professionale. Quindi parliamo di possibili danni esistenziali non di poco conto.

Questo Governo ha pensato bene di recuperare moneta sonante abbassando le risorse stanziate per i risarcimenti e ha aggiunto tutta una serie di paletti atti a scoraggiare i cittadini che volessero fare tale richiesta.

In realtà la notizia non è una primizia, se ne parla infatti da un paio di mesi, ma non mi era nota e francamente è una di quelle cose che reputo odiose.

E’ sempre bello quando ti fregano e te la mettono giù bene. In questo caso al comma 777 (Ma che è un volo Alitalia?) abbiamo :

Al fine di razionalizzare i costi conseguenti alla violazione del termine di ragionevole durata dei processi, al capo II della legge 24 marzo 2001, n. 89, sono apportate le seguenti modificazioni

Ecco che spunta la razionalizzazione dei costi, ovvero tagli che in  questo caso vanno ad abbassare i risarcimenti.

Seguono poi una ridda di paletti ineludibili, e in alcuni casi assurdi, per poter accedere al risarcimento e il minimo/massimo ottenibile che viene definito tra i 400 e gli 800 per ogni anno in più di durata del processo.

Vi lascio il link a questo articolo di gennaio se volete leggere tutto il testo. Altrimenti potete andare a prendere visione nel testo della Finanziaria e trovare il comma 777 (ah no, ora ho capito, forse è la famosa pagina di Televideo).

Che dire, complimenti al Governo che le prova tutte per evitare che un cittadino chieda il risarcimento e, nel caso in cui la richiesta arrivasse a buon fine, pone come tetto massimo 800 euro per ciascun anno.

Si parlava prima di danni esistenziali non di poco conto.

800 euro per ciascun anno in più non sono uno schiaffo, sono una presa per il c…!

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