Tra i tanti ordini presidenziali firmati dal signor Trump ne condivido uno che serve per smarcare gli Stati Uniti dall’Accordo fiscale globale dell’OCSE.
In quell’accordo vi era anche il “Global Tax Deal” ovvero l’accordo sulla tassazione delle aziende operanti a livello internazionale.
Immagino si conosca il regime iniquo nel quale lavorano e prosperano le aziende, in particolare le Big Tech, che di fatto monopolizzano determinati settori.
Ebbene, con questo ordine presidenziale il signor Trump ha sottratto gli Stati Uniti da quel regime di tassazione condiviso con gli altri stati e ovviamente si riserva, così come ha già avuto modo di dire a più riprese, di imporre dazi ai prodotti in entrata negli Stati Uniti.
Una simpatica politica a senso unico accompagnata dal ricatto, almeno a parole, di togliere protezione a qui paesi che intendessero opporsi al nuovo ras del quartiere.
Per quanto mi riguarda sarei felice di accogliere la schiettezza del signor Trump e rispondere con altrettanti dazi, qualora li imponesse, e con la definizione di tassazioni equiparabili a quelle alle quali sono sottoposte le nostre aziende verso le loro.
E se proprio dovesse toglierci protezione, beh, da chi e da cosa la toglierebbe?
L’Italia è un paese sotto occupazione militare e non ha altri nemici se non coloro che ci chiedono il pizzo.
Perché è proprio dagli Stati Uniti che dobbiamo essere difesi, ma se a farlo sono loro la cosa dovrebbe essere quantomeno dubbia.
Invece i nostri politicanti hanno scelto al solito di essere servi di un potere geopolitico che ormai è in via di putrefazione sperando di raccogliere le briciole che dovrebbero cadere dal tavolo dei ricconi.
Si sarà notato chi era presente all’inaugurazione del signor Trump ovvero tutti i capetti Big Tech i quali hanno già aderito con entusiasmo al “nuovo corso”.
Business as usual signori, niente altro che business.
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(Qui l’originale: https://www.whitehouse.gov/presidential-actions/2025/01/the-organization-for-economic-co-operation-and-development-oecd-global-tax-deal-global-tax-deal/)
MEMORANDUM PER IL SEGRETARIO DEL TESORO
RAPPRESENTANTE COMMERCIALE DEGLI STATI UNITI
RAPPRESENTANTE PERMANENTE DEGLI STATI UNITI PRESSO L’ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE E LO SVILUPPO ECONOMICO
OGGETTO: Accordo fiscale globale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) (Accordo fiscale globale)
L’Accordo fiscale globale dell’OCSE sostenuto dalla precedente amministrazione non solo consente la giurisdizione extraterritoriale sul reddito americano, ma limita anche la capacità della nostra nazione di emanare politiche fiscali che servano gli interessi delle aziende e dei lavoratori americani. A causa dell’Accordo fiscale globale e di altre pratiche fiscali estere discriminatorie, le aziende americane potrebbero dover affrontare regimi fiscali internazionali di ritorsione se gli Stati Uniti non rispettassero gli obiettivi della politica fiscale estera. Questo memorandum riconquista la sovranità e la competitività economica della nostra nazione chiarendo che l’Accordo fiscale globale non ha forza o effetto negli Stati Uniti.
Sezione 1. Applicabilità dell’Accordo fiscale globale. Il Segretario del Tesoro e il Rappresentante permanente degli Stati Uniti presso l’OCSE notificheranno all’OCSE che tutti gli impegni assunti dalla precedente amministrazione per conto degli Stati Uniti in merito al Global Tax Deal non hanno forza o effetto negli Stati Uniti in assenza di un atto del Congresso che adotti le disposizioni pertinenti del Global Tax Deal. Il Segretario del Tesoro e il Rappresentante commerciale degli Stati Uniti adotteranno tutte le misure aggiuntive necessarie nell’ambito della loro autorità per attuare altrimenti le conclusioni di questo memorandum.
Sec. 2. Opzioni per la protezione da misure fiscali discriminatorie ed extraterritoriali. Il Segretario del Tesoro, in consultazione con il Rappresentante commerciale degli Stati Uniti, esaminerà se qualche paese straniero non rispetta alcun trattato fiscale con gli Stati Uniti o ha in vigore norme fiscali, o è probabile che ne adotti, che siano extraterritoriali o che influenzino in modo sproporzionato le aziende americane, e svilupperà e presenterà al Presidente, tramite l’Assistente del Presidente per la politica economica, un elenco di opzioni per misure protettive o altre azioni che gli Stati Uniti dovrebbero adottare o intraprendere in risposta a tale inosservanza o norme fiscali. Il Segretario del Tesoro consegnerà conclusioni e raccomandazioni al Presidente, tramite l’Assistente del Presidente per la politica economica, entro 60 giorni.
Sec. 3. Disposizioni generali. (a) Nulla in questo memorandum sarà interpretato in modo da compromettere o altrimenti influenzare:
(i) l’autorità concessa dalla legge a un dipartimento esecutivo, agenzia o al suo capo; o
(ii) le funzioni del Direttore dell’OMB relative a proposte di bilancio, amministrative o legislative.
(b) Il presente memorandum sarà implementato in conformità con la legge applicabile e subordinatamente alla disponibilità di stanziamenti.
(c) Il presente memorandum non intende creare, e non crea, alcun diritto o beneficio, sostanziale o procedurale, esigibile per legge o in equità da qualsiasi parte nei confronti degli Stati Uniti, dei suoi dipartimenti, agenzie o entità, dei suoi funzionari, dipendenti o agenti, o di qualsiasi altra persona.
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Ovviamente ci sono anche delle cose buone, almeno in apparenza, nei primi passi dell’amministrazione Trump 2, ma io sono malfidato e vedo sempre il lato negativo.