Il neo rieletto Presidente degli USA Donald Trump sta snocciolando i nomi della sua squadra di governo e oggi ha indicato la futura ambasciatrice alle Nazioni Unite.
Sarà la quarantenne Elise Stefanik, filosionista di ferro, la quale ha più volte manifestato il suo attaccamento al padrone scagliandosi contro chiunque abbia anche solo aperto bocca contro l’occupazione illegale della Palestina e l’attuale genocidio in corso ormai da più di un anno.
Di seguito la traduzione dell’articolo di presentazione di questa ennesima serva sciocca dei sionisti pubblicato su Middle East Eye (https://www.middleeasteye.net/news/trump-chooses-pro-israel-congresswoman-us-ambassador-un).
–
Trump sceglie una deputata filo-israeliana come ambasciatrice degli Stati Uniti all’ONU
Elise Stefanik ha ottenuto riconoscimenti internazionali dopo aver criticato i presidenti delle università negli Stati Uniti per non aver fatto abbastanza per sedare le proteste pro-Palestina
Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha scelto la deputata di New York Elise Stefanik come sua ambasciatrice alle Nazioni Unite, scegliendo un’alleata con poca esperienza in politica estera e con convinte opinioni filo-israeliane per rappresentare Washington presso l’organizzazione internazionale.
“Elise è una combattente incredibilmente forte, tenace e intelligente per l’America First”, ha affermato Trump in una dichiarazione di lunedì.
Da quando è iniziata la guerra israeliana a Gaza nell’ottobre 2023, Stefanik ha sostenuto le proposte di legge che prendono di mira gli accampamenti studenteschi filo-palestinesi eretti la scorsa primavera per protestare contro la guerra, invitando le loro amministrazioni a tagliare i legami economici con Israele o con le aziende che, a loro dire, sostengono la guerra.
Stefanik ha aumentato la sua notorietà a dicembre 2023 dopo aver attaccato aggressivamente diversi presidenti universitari durante un’udienza sull’antisemitismo, incentrata sulle proteste pro-palestinesi in corso nei campus degli Stati Uniti. Tali proteste sono state etichettate come antisemite da alcuni legislatori statunitensi, tra cui Stefanik, in quanto critiche nei confronti di Israele. Sebbene non siano così numerose come in primavera, le proteste sono in corso.
Stefanik ha ripetutamente affermato durante le udienze che gli slogan “dal fiume al mare” e “globalizzare l’intifada” equivalevano a inviti al genocidio.
Una volta che il Senato avrà confermato la sua nomina, succederà all’ambasciatrice statunitense Linda Thomas-Greenfield, che ha ricoperto la carica per l’intera amministrazione Biden.
Stefanik assumerà il ruolo durante la guerra israeliana a Gaza e la guerra russa all’Ucraina. Nell’ultimo anno, Thomas-Greenfield ha posto il veto a diversi tentativi dell’ONU di chiedere un cessate il fuoco a Gaza, con gli Stati Uniti che sono diventati più isolati a livello internazionale a causa del loro fervente sostegno a Israele e ai suoi sforzi bellici.
Nel primo mandato di Trump come presidente degli Stati Uniti, ha scelto Nikki Haley come sua ambasciatrice all’ONU. Come Stefanik, Haley era una politica filo-israeliana e ha usato la sua posizione per ritirare gli Stati Uniti dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e dalla sua agenzia culturale, l’Unesco, accusandoli di avere pregiudizi anti-israeliani.
Data la sua posizione filo-israeliana, Stefanik probabilmente affronterà la sua leadership in modo simile.
Dall’inizio della guerra di Israele a Gaza, Stefanik ha attaccato l’ONU e l’ha accusata di antisemitismo per le sue critiche al bombardamento di Gaza da parte di Israele.
Le forze israeliane hanno finora ucciso più di 43.000 palestinesi dall’inizio della guerra, secondo il ministero della Salute palestinese. Tuttavia, questo conteggio non include coloro che sono ancora sepolti sotto le macerie di Gaza. A luglio, il British Medical Journal, The Lancet, ha affermato che “non era improbabile stimare che fino a 186.000 o anche più decessi potrebbero essere attribuibili all’attuale conflitto a Gaza” a causa di decessi diretti e indiretti.
L’ONU stima che il 70 percento delle persone uccise a Gaza siano donne e bambini.
Il mese scorso, Stefanik ha chiesto una “completa rivalutazione” dei finanziamenti statunitensi per l’ONU e ha spinto per bloccare il sostegno di Washington all’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, nota come Unrwa.
Ha lavorato come consulente per la politica interna sotto l’amministrazione del presidente George W Bush ed è diventata la donna più giovane ad essere eletta al Congresso nel 2014.
Durante il suo periodo al Congresso, ha lavorato e sostenuto diverse misure pro-Israele, tra cui un disegno di legge per impedire di fatto ai cittadini e alle aziende statunitensi di fornire informazioni a paesi stranieri e organizzazioni internazionali che “hanno l’effetto di promuovere” il boicottaggio di Israele. Il disegno di legge aveva come bersaglio il movimento palestinese per il boicottaggio, i disinvestimenti e le sanzioni. Ha inoltre sostenuto una lettera in cui si chiede al presidente degli Stati Uniti Joe Biden di fermare il trasferimento di Mohammed al-Qahtani da Guantanamo Bay all’Arabia Saudita, nonostante sia stato autorizzato al trasferimento e non sia accusato di alcun crimine.
–
C’è ben poco da aggiungere parlando di una persona che ha attaccato tutti i presidi delle facoltà nelle quali si sono tenute manifestazioni in sostegno dei palestinesi, che ha etichettato come antisemita l’ONU, che ha fatto di tutto per farsi notare come cagnolino al giunzaglio dei sionisti.
A soli quarant’anni ha già fatto carriera ed è diventata la più giovane eletta al Congresso USA (nel 2014 a soli 30 anni). D’altro canto lo sappiamo che se baci le chiappe giuste nulla ti è precluso e puoi vivere il “sogno americano”.
Non è quindi difficile immaginare quali posizioni assumerà, peraltro in continuità con chi l’ha preceduta.
Da questo punto di vista non c’è speranza che vi possa essere una inversione di tendenza poiché l’AIPAC (https://www.aipac.org/) controlla tutti, e quando dico tutti significa nessuno escluso, i politicanti statunitensi i quali non possono fare carriera se non si inchinano alla lobby ebraico-sionista a stelle e strisce.
In questi giorni proprio i signori di AIPAC hanno vantato il risultato ottenuto con quei candidati che avevano deciso di sostenere. Se ricordo bene siamo attorno ai 262 eletti che andranno al Congresso con tutte le loro belle idee, ma soprattutto con la consapevolezza di dover render conto della loro elezione alla lobby che li ha sostenuti.