Premessa per il lettore – Oggi saremo lunghi tra traduzioni e analisi.
Propongo la lettura di tre agenzie di stampa dal sito della TASS. Le notizie in questione potrebbero avere ripercussioni importanti a livello geopolitico per cui necessitano di attenzione.
La prima questione è legata alle dimissioni del Sottosergretario di Stato USA Victoria Nuland. Ne ha dato notizia il suo diretto superiore Antony Blinken.
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WASHINGTON, 5 marzo. /TASS/. Il sottosegretario di Stato americano agli affari politici Victoria Nuland lascerà il suo incarico nelle prossime settimane, ha annunciato il segretario di Stato Antony Blinken.
“Victoria Nuland mi ha fatto sapere che intende dimettersi nelle prossime settimane dalla carica di Sottosegretario di Stato per gli Affari Politici – un ruolo in cui ha personificato l’impegno del Presidente Biden a rimettere la diplomazia al centro della nostra politica estera e rivitalizzare l’America leadership globale in un momento cruciale per la nostra nazione e il mondo”, ha affermato Blinken in una dichiarazione scritta, pubblicata dall’ufficio stampa del Dipartimento di Stato.
Ha precisato che, dopo il pensionamento della Nuland, le sue funzioni saranno temporaneamente ricoperte dal sottosegretario alla direzione John Bass.
(Link: https://tass.com/world/1755835)
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Questa notizia ha un peso specifico non indifferente poiché Victoria Nuland è uno dei falchi dell’amministrazione Biden, già nota per essere stata presente sul campo (a coordinare le operazioni?) in quella “primavera” ucraina che partì dai controversi fatti di Piazza Maidan, dove a sparare sulla folla non furono i cecchini del governo come falsamente propagandato dai nostri media di regime, e culminò nella “rivoluzione colorata” in tono anglofono cui seguirono i governicchi Poroshenko e Zelensky.
Nuland fu anche protagonista di una acida battuta sulla Unione Europea del cui destino la sciura disse che non gliene poteva fregare meno di zero – ah! i nostri cari amici a stelle e striscie come ci vogliono bene!
Detto questo le sue dimissioni potrebbero essere un primo segnale della – a meno di nuove manipolazioni del voto, sai mai – ormai certa futura rielezione di Donald Trump.
Staremo a vedere, anche se Nuland sarà dirottata altrove, magari in una nuova missione estera (in caso occhio a dove va a finire questa qui), intanto ne prendiamo atto.
Aggiungo un accenno alla agenzia pubblicata poco fa, proprio mentre scrivevo, che ci ricorda chi è stata Victoria Nuland, denominata “Architetto in Ucraina degli USA“, nell’ambito della crisi che ha portato infine all’intervento militare russo (https://tass.com/world/1755925).
La seconda questione riguarda la regione georgiana della Abkhazia che, al pari della Transistria in Moldavia, chiama Mosca dalla terra di Georgia.
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SIRIUS /Territorio federale/, 5 marzo. /TASS/. L’Abkhazia vede il suo futuro in uno Stato unito con Russia e Bielorussia, ha dichiarato il ministro degli Esteri abkhazo Inal Ardzinba.
Uno dei compiti chiave oggi è il progetto bielorusso. Anche se finora non abbiamo relazioni diplomatiche con la Bielorussia, i capi di Stato si sono scambiati delle visite”, ha detto durante un dibattito sul tema Russia nell’attuale contesto internazionale nell’ambito del Festival Mondiale della Gioventù.
“Comprendiamo che il percorso verso uno Stato dell’Unione è piuttosto lungo e difficile, ma gran parte della nostra popolazione sostiene un simile approccio”, ha sottolineato. “Ecco perché cercheremo questo.”
“Per quanto riguarda la Bielorussia, ora stiamo costruendo le basi. Manteniamo le relazioni commerciali ed economiche, la cooperazione negli investimenti, lo sviluppo attivo sta iniziando”, ha detto.
“Vediamo il nostro futuro in questo, nel rafforzamento dell’unione con la Russia e nel nostro impegno per uno Stato unitario”, ha detto Ardzinba e ha ringraziato la Russia per il sostegno al suo Paese. “Il nostro popolo lo apprezza. E, penso, i risultati del voto per le elezioni presidenziali russe in Abkhazia daranno un quadro chiaro del fatto che voi sapete cosa sono il ringraziamento e la gratitudine”, ha aggiunto.
L’alto diplomatico abkhazo ha anche affermato che il suo Paese intende rafforzare l’assistenza umanitaria e il supporto informativo per il Donbass. “Speriamo di poter andare presto nel Donbass per sostenere i nostri fratelli e amici. Come Paese, sosteniamo l’operazione militare speciale, sosteniamo le giuste relazioni internazionali e sosteniamo [il presidente russo] Vladimir Putin”, ha sottolineato. .
Secondo Ardzinba, la maggioranza della popolazione dell’Abkhazia “sostiene l’operazione militare speciale perché ripone le proprie speranze nella formazione di un ordine mondiale più giusto, nel rispetto dei diritti delle nazioni, delle loro specificità e della storia, indipendentemente dalla loro potenza politica o economica”.
“Il nostro popolo e il nostro governo credono che l’operazione militare speciale, pur avendo un carattere geograficamente locale, abbia una missione globale, anche dal punto di vista dei processi di integrazione nello spazio post-sovietico, che sono molto importanti per il nostro Paese”, ha aggiunto.
Negli ultimi due anni nella zona dell’operazione militare speciale sono state inviate più di 250 tonnellate di aiuti umanitari.
Il Festival Mondiale della Gioventù si svolgerà nel Territorio Federale di Sirio, nell’estremo sud della Russia, dal 1 al 7 marzo 2024. Più di 300.000 persone provenienti da 190 paesi hanno chiesto di parteciparvi. I partecipanti al programma regionale del festival visiteranno 30 città russe dal 10 al 17 marzo. TASS è il partner informativo generale dell’evento.
(Link: https://tass.com/world/1755751)
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Pare evidente che tutte le enclave russe siano in fermento nell’ottica di un rientro tra i ranghi della madrepatria.
Nel caso dell’Abkhazia siamo ai desiderata di partecipare a una reunion con Russia e Bielorussia, ma è già qualcosa. Molto più preoccupante la richiesta di aiuto arrivata dalla Transnistria che essendo sul confine tra Moldavia e Ucraina potrebbe davvero aprire un nuovo fronte di guerra.
Senza dimenticare che sempre in Moldavia anche la Gagauzia sta andando in quella direzione a casua delle angherie, così dicono i vertici della regione meridionale in terra moldava, subite dal governo centrale di Chisinau.
Maliziosamente si potrebbe pensare a un piano di restaurazione del vecchio impero zarista che starebbe muovendo i suoi primi passi. Ma io sono sempre in malafede.
La terza questione proposta dalla TASS è quella della clamorosa intercettazione nella quale sono emerse le parole dei vertici militari tedeschi i quali hanno detto di voler colpire direttamente la Russia.
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BERLINO, 5 marzo. /TASS/. La fuga di notizie di una conversazione tra alti ufficiali della Bundeswehr (forze armate tedesche), che stavano discutendo di un potenziale attacco ucraino sul ponte russo di Crimea usando missili Taurus forniti dalla Germania, non ha danneggiato la credibilità della Germania tra i suoi partner, ha detto il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius.
“Ieri ho avuto colloqui telefonici con partner e colleghi di altri paesi. La credibilità della Germania non è stata compromessa”, ha detto. “Tutti comprendono i rischi di tali attacchi di intercettazione telefonica e sanno che è impossibile garantire una protezione al 100%. I nostri partner sanno che stiamo indagando a fondo su questo incidente.”
Il quotidiano tedesco Bild ha riferito il 4 marzo che i servizi di sicurezza occidentali hanno scelto di non condividere informazioni con la Germania per paura che tali dati possano essere intercettati dalla Russia, poiché, secondo il giornale, pochi ufficiali tedeschi di alto rango possono permettersi di utilizzare collegamenti sicuri.
Il caporedattore di RT Margarita Simonyan ha dichiarato il 1 marzo che proprio il giorno in cui il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dato pubbliche assicurazioni che la NATO non è ora e non sarà coinvolta direttamente nel conflitto in Ucraina, i vertici tedeschi erano in infatti stanno riflettendo su come effettuare un potenziale attacco al ponte di Crimea in modo che non abbia ripercussioni per Berlino, dandogli la copertura di una plausibile negabilità. Simonyan ha detto di avere in suo possesso una registrazione audio corroborante della conversazione degli ufficiali della Bundeswehr. Successivamente ne ha rilasciato una trascrizione, che chiarisce che gli ufficiali militari hanno discusso della capacità dei missili Taurus di colpire e distruggere il ponte di Crimea e dei dettagli tattici coinvolti nella preparazione di un simile attacco.
Il 4 marzo il ministero degli Esteri russo ha avviato un’iniziativa nei confronti dell’ambasciatore tedesco a Mosca Alexander Lambsdorff chiedendo spiegazioni sulle circostanze della conversazione trapelata.
(Link: https://tass.com/defense/1755665)
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Ora, qui abbiamo molteplici possibili letture di quanto accaduto.
Quel che dice quel pistola del Ministro Pistorius fa sorridere. La Germania non ha fatto la figuraccia agli occhi dei suoi partner occidentali. E stanno indagando su come sia potuto accadere che siano stati intercettati – chi si ricorda quando a intercettare erano gli USA di Baracca Obama e bastò scusarsi, salvo poi continuare a farlo, per chiuderla lì?
Nulla invece sul contenuto delle conversazioni che sarebbero esplosive poiché i russi sono stati chiari. Se un qualsiasi paese NATO dovesse agire di propria sponte la risposta sarebbe piuttosto pesante da parte di Mosca.
Una suggestione è quella della velina che arriva ai servizi russi che poi la pubblicano d’accordo con quelli occidentali “perché conviene a tutti”. Gli occidentali ripartono con la consueta, seppur bolsa, propaganda antirussa. I russi continuano a fare la figura dei signori che potrebbero colpire come e quando vogliono, ma restano in attesa che i dirimpettai scendano a più miti consigli.
Nel frattempo però dalle nostre parti si parla un po’ troppo di bombe, soprattutto nucleari, e quando la grancassa mediatica martella non è mai un buon segno.
La speranza è quella che mi fa pensare che sottobanco le due parti si stiano confrontando diplomaticamente già da tempo e debbano solo scegliere tempi e modi dell’annuncio della fine delle ostilità. Anche se Putin è stato chiaro sul fatto che i russi arriveranno fino a Odessa (con la Transnistria che potrebbe così essere ricongiunta alla madre patria) e i nostri burattini la faccia in qualche modo la dovranno pur salvare, soprattutto se alle prossime elezioni europee l’astensione dovesse stravincere.