Premetto che non è mia intenzione fare allarmismo, ma voglio mettere in fila alcune notizie che potrebbero comporre un puzzle non proprio rassicurante.
Oggi leggendo il sito della Gazzetta Ufficiale italiana mi sono imbattuto in un DPCM (arieccoli!) appena pubblicata (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/06/29/23A03671/sg del 29 giugno 2023) che recita: “Determinazione dei livelli di riferimento per le situazioni di esposizione di emergenza radiologiche e nucleari e dei criteri generici per l’adozione di misure protettive da inserirsi nei piani di emergenza di cui al Titolo XIV, Capo I, del decreto legislativo 31 luglio 2020, n. 101.“.
Nel testo ci sono numerose indicazioni e alcune tabelle che definiscono limiti di esposizione e procedure di intervento nel caso si dovesse verificare quello che viene definito come un grande incidente nucleare.
Volente o nolente mi si è accesa una lampadina e sono andato a riprendere altre notizie curiosamente uscite in questi giorni.
Ieri dall’Ucraina sono arrivate delle novità sulla centrale nucleare di Zaporižžja. Detto che è sempre meglio prendere con le pinze tutto quello che raccontano le autorità ucraine, che spesso e volentieri hanno mentito, vediamo cosa ci hanno raccontato.
Gli ucraini si stanno preparando per un eventuale incidente nucleare: https://it.euronews.com/video/2023/06/29/zaporizhzhia-lucraina-si-prepara-alla-possibilita-di-un-disastro-nucleare.
I russi, ma anche gli ucraini al lavoro nella centrale, sarebbero stati evacuati: https://www.lapresse.it/esteri/2023/06/30/zaporizhzhia-lallarme-di-kiev-russi-lasciano-centrale-nucleare/.
Ho cercato conferme da parte russa. Non ho trovato nulla, ma anche da parte loro ci si può aspettare qualche omissione per cui prendo atto di quanto affermato da Kiev. Anzi, i russi denunciano le, secondo loro, false affermazioni ucraine. E se andiamo a rivedere il film degli ultimi 16 mesi la questione si fa preoccupante con gli attacchi ai gasdotti ad opera USA & Co., l’omicidio di Daria Dugina Platonova attribuito a Kiev, la bomba sul ponte in Crimea festeggiata a tempo di record sempre da Kiev e in ultimo la diga di Kakhovka che sarebbe saltata per mano di… e chi lo sa?
Teniamo conto che quando esplose la centrale di Chernobyl nel 1986 le radiazioni arrivarono in Italia con un impatto sulla popolazione di 1 mSv (millisievert), con punte di 1,6 mSv al Nord (https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&q=chernobyl+radiazioni+in+italia). Mettiamo da parte per le riflessioni conclusive.
Un altro tassello arriva proprio in questi giorni con i test a campione sul territorio italiano del sistema nazionale di allarme pubblico (https://www.it-alert.it/it/). Ieri si è partiti con la Toscana (https://www.corrierecomunicazioni.it/pa-digitale/protezione-civile-parte-dalla-toscana-il-sistema-it-alert-via-smartphone/), domani tocca alla Sardegna (https://www.protezionecivile.gov.it/it/notizia/secondo-test-sul-territorio-il-30-giugno-sardegna-1/). Tra l’altro si segnala come siano stati compilati 170.000 questionari da parte dei toscani. Ricordo che test di questo genere sono già stati effettuati, per esempio, in Gran Bretagna ad Aprile (https://www.nsft.nhs.uk/news/testing-of-uks-new-emergency-alerts-system-on-23-april-2023-at-1500-2683/).
Ora, tornando al testo del DPCM si sottolinea come i valori di radazione ritenuti “non pericolosi” per l’essere umano si aggirino attorno ai 6/8 mSv, che sono poi quei valori che si segnalano, per esempio, quando si fa una TAC. Poi si parla di valori pericolosi raggiunti in seguito a un “grande incidente nucleare”. Qui si va dai 20 ai 100 mSv e nelle tabelle allegate al provvedimento si elencano le varie fattispecie.
Se pensiamo ai valori registrati dopo l’incidene di Chernobyl tenderei a escludere che si possa pensare a una nube radioattiva in arrivo dall’Ucraina che possa portare in Itaia radiazioni quasi venti volte più alte di quelle del 1989.
Ma non è questo l’evento ipotizzabile, e considerando che in Italia non abbiamo centrali nucleari – qui è però vero che a poca distanza dal confine ve ne sono di francesi – quale potrebbe essere l’evento disastroso ipotizzabile?
Chiarisco che qui giochiamo nel campo delle pure illazioni.
Dunque, se gli ucraini – perché mi dovete spiegare per quale motivo idiota i russi, che la guerra la stanno conducendo esattamente come volevano e non hanno tutti quei problemi che i nostri media di regime inventano ogni giorno per dissimulare la sconfitta della NATO su tutta la linea, dovrebbero far saltare la centrale che hanno conquistato subito e difeso dai bombardamenti, quelli sì reali, degli ucraini – dovessero far saltare la centrale di Zaporižžja in Italia non arriverebbe, abbiamo detto, una nube così pericolosa da imporre misure come quelle elencate nel decreto. Ma ciò comporterebbe l’equivalente di un attacco atomico su un territorio che per i russi è russo. La dottrina di difesa russa in questi casi prevede una risposta adeguata. E se si scatenasse il domino?
Ecco che qui entra in gioco quello che a mio avviso potrebbe essere l’unico scenario da evento catastrofico nel nostro paese, ovvero, in un possibile effetto domino, l’attacco alle basi italiane che ospitano, segreto di Pulcinella, le testate atomiche americane. E ne abbiamo tante.
Un’altra opzione è quella in cui, dopo tutte le altre tensioni buttate addosso alla popolazione si cerca di mettere anche questo carico sui nervi di milioni di ciittadini occidentali per poi poterli gestire come meglio si crede. Ne hanno già fatte tante, perché non aggiungerne un’altra?
Oppure si tratta solo di normale amministrazione e tutto ciò di cui abbiamo parlato rappresenta una, seppur notevole, serie di coincidenze.