Da mesi ormai si susseguono gli annunci dei colossi della Silicon Valley riguardo licenziamenti di massa dei dipendenti. I casi che mettiamo in evidenza sono quelli di Facebook, ovvero Meta, e di Amazon.

Amazon ha appena annunciato che licenzierà 9.000 dipendenti (https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/aziende/2023/03/20/amazon-taglia-altri-9.000-posti-di-lavoro-_a40911e7-36a3-46b2-b06e-bb35965ba224.html) e il piano 2023 prevede nel complesso una uscita di 18.000 lavoratori (https://www.milanofinanza.it/news/amazon-taglia-18-mila-posti-di-lavoro-quasi-il-doppio-delle-attese-il-colosso-ha-perso-il-44-in-un-202301051005013201).

Va detto che l’effetto annuncio fa molto nell’mpressionare l’uditorio. Se infatti aadiamo o vedere quale fosse la forza lavoro in opera in Amazon a fine 2022, ovvero 1,54 milioni di persone, capiamo come le uscite vadano a coprire un 1,16% del totale.

C’è però da notare che questo potrebbe essere solo l’inizio.

Abbiamo poi Facebook di Meta che elimina 10.000 posizioni (https://borsaefinanza.it/meta-facebook-altri-10mila-tagli-cosa-succedera-al-titolo/) dopo averne già cancellate altre 11.000 quattro mesi fa. E qui i 21.000 esuberi sono molto più pesanti in quanto a fine 2022 i lavoratori di Meta erano circa 83.550.

Le valutazioni da fare in questi casi sono molteplici, ma vorrei soffermarmi sulle ipotesi che penso si possano proporre.

Nel primo caso, come sostenuto da molti analisti, la crisi post bagordi da chiusure psico-sanitarie, periodo nel quale l’online ha letteralmente volato, si potrebbe trattare di un rimbalzo naturale negativo di assestamento.

Nel secondo si potrebbe pensare a un crollo imminente di un certo schieramento di potere che include anche i giganti della Silicon Valley. Questi starebbero pagando la vicinanza ad ambienti della finanza globale che sono in difficoltà e che riichierebbero di portarsi dietro nella caduta tutte quelle aziende che hanno fin qui sostenuto. Un’idea che parrebbe essere supportata da quanto accaduto con la crisi della SVB.

C’è poi una terza via che porta alla automazoine/robotizzazione del mondo del lavoro. In questo caso gli esuberi non sarebbero altro che un primo assaggio dell’ondata in arrivo. Tempo fa feci un piccolo video sulle proteste dei lavoratori di Amazon per le condizioni di lavoro fatte in corrispondenza di un Black Friday. Nel video ricordavo proprio che quando il signor Bezos e soci sarebbero stati pronti non avrebbero certo perso tempo nel sostituire l’intera forza lavoro con i robot e l’intelligenza artificiale.

La scelta credo quindi che sia tra assetamento “post pandemico”, crisi totale e rivoluzione industriale di quarta generazione.

Io propendo per la terza, ma sono il solito esagerato. Vedremo le prossime evoluzioni della questione licenziamenti. E comunque non è la mia risposta definitiva.

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