Articolo publbicato dal Tehran Times nel momento in cui pare che Iran e Arabia Saudita stiano appianando le loro divergenze e la guerra in Yemen possa finalmente essere fermata. In realtà apprendiamo che la guerra è già stata dichiaraa conclusa, ma è meglio attendere ancora qualche tempo per le conferme definitive.
Sul campo però resteranno le macerie e soprattutto il disastro umanitario. Di questo però non mi sembra che a nessuno importi poi molto.
Di seguito la traduzione dell’articolo.
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La fine della guerra nello Yemen è all’orizzonte, ma i danni rimarranno
Il ministro di Stato del governo di salvezza nazionale (NSG) dello Yemen a Sanaa, Abdulaziz al-Bakeer, ha dichiarato: “La guerra guidata dai sauditi contro lo Yemen è terminata, e sono state concordate le condizioni umanitarie e la consegna dei salari, e l’estensione del l’accordo di tregua sarà annunciato presto.
Il ministro ha annunciato la disponibilità di Sanaa a stabilire la pace nel rispetto dei principi e dei diritti della nazione yemenita.
Abdulaziz al-Bakeer ha anche annunciato in una dichiarazione via Twitter che gli Emirati Arabi Uniti stanno preparando una delegazione per avviare negoziati diretti con il NSG, che è affiliato al movimento di resistenza Ansarallah.
Forse la fine della guerra era la notizia che molti si aspettavano di sentire in questi giorni, ma i costi che questa guerra ha imposto allo Yemen potrebbero non essere compensati per decenni.
Ogni 10 minuti un bambino yemenita muore a causa della guerra. Finora, più di 10.000 bambini sono stati uccisi o mutilati dall’inizio dei combattimenti nel marzo 2015.
- 4 bambini su 5 hanno bisogno di assistenza umanitaria. Sono più di 11 milioni di bambini;
- 400.000 bambini soffrono di grave malnutrizione acuta;
- Più di due milioni di bambini non vanno a scuola. Altri quattro milioni rischiano di abbandonare;
- Due terzi degli insegnanti – più di 170.000 – non percepiscono uno stipendio regolare da più di quattro anni;
- 1,7 milioni di bambini sono ora sfollati interni a causa della violenza. Con l’intensificarsi della violenza, in particolare intorno a Marib, sempre più famiglie stanno fuggendo dalle loro case;
- L’incredibile cifra di 15 milioni di persone (più della metà delle quali sono bambini – 8,5 milioni) non hanno accesso all’acqua potabile, ai servizi igienici o all’igiene.
Il 25 marzo 2015, l’Arabia Saudita, con la cooperazione di un certo numero di alleati regionali, ha iniziato una chiara invasione militare contro gli innocenti yemeniti.
L’Arabia Saudita, insieme ai suoi alleati regionali, ha compiuto questa sfacciata aggressione con il pretesto di “ripristinare la legittimità”. Hanno preso di mira i civili yemeniti e le infrastrutture del paese nelle prime ore dell’attacco militare.
Molti ospedali, scuole, università, centri commerciali, persino spiagge, campi agricoli, pescherecci – molti dei quali sono fonti di sostentamento per le persone – ponti, centri di comunicazione strategici, centrali elettriche, rifornimenti idrici e altri sono stati presi di mira dai loro pesanti attacchi.
I combattenti aggressivi della coalizione a guida araba, guidata dall’Arabia Saudita, iniziarono le loro ostili operazioni militari contro gli yemeniti. Negli attacchi, i civili sono stati presi di mira direttamente, mentre il mondo è rimasto in silenzio.
Sebbene i funzionari sauditi abbiano affermato che solo i siti militari erano l’obiettivo, tutte le prove, compreso l’elevato numero di vittime civili, dimostrano il contrario.
D’altra parte, i danni alle aree residenziali, disponibili su migliaia di file video, sono l’ennesima prova delle vere e proprie menzogne saudite nel prendere di mira i siti militari.
Questo nonostante il diritto internazionale vieti di prendere di mira i civili e le infrastrutture dei paesi in caso di guerra. Gli attacchi dei sauditi alle infrastrutture yemenite hanno causato tanti problemi alla popolazione del paese e hanno impedito loro di occuparsi dei loro affari ordinari e di continuare la loro vita quotidiana.
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Ora, è chiaro che i toni dell’articolo siano particolarmente accesi nei confronti dei sauditi trattandosi di un giornale iraniano.
Le guerre si fanno sempre in due o anche più soggetti e le colpe si possono tranquillamente suddividere tra entrambi gli schieramenti.
Il punto peò non è questo. Se infatti possiamo fare un plauso alla volontà manifestata da iraniani e sauditi di chiudere questo conflitto che dura da più di otto anni dall’altro lato è necessario riflettere su quei numeri. Numeri esorbitanti che ci mettono di fronte alla nostra inerzia. Se fossimo davvero interessati alla pace nel mondo e in particolare in Medio Oriente questa guerra l’avremmo fermata da tempo. E invece c’è voluta l’azione del nuovo centro del poptere geopolitico mondiale – ma forse sta bene così e non poteva essere altrimenti vista la storia guerrafondaia di NATO e occidentali nel secondo dopoguerra – di quella Cina che si erge sempre più come nucleo vitale del Nuovo Ordine Mondiale cosiddetto multipolare. Dietro quei numeri c’è un popolo intero che è stato messo in ginocchio e che ora cercherà i rialzarsi nei prossimi anni, perché ce ne voranno molti per poter parlare di superamento della guerra in Yemen.
Lo stesso discorso varrà, anche se per ora le vittime da azioni violente sono in numero nettamente inferiore rispetto a qualsiasi alytro teatro di guerra, per l’Ucraina che noi diciamo di voler difendere mentre ci prepariamo (da quanti anni?) a partecipare alla sprtizione della torta miliardaria della ricostruzione.
Si spera che questo possa essere quel raggio di luce che annuncia l’inizio di una nuova fase di de-escalation a livello globale, sempre che gli ultimi avvenimenti e scaramucce nei cieli non possano invece aprire a nuovi inasprimenti della sitauzione. Io onestamente, pur avendo le mie supposizioni in proposito, non so dire cosa accadrà.
A proposito, ma noi una mano agli yemeniti la daremo?
L’articolo originale lo trovate qui: https://www.tehrantimes.com/news/482938/The-end-of-Yemen-war-on-horizon-but-pains-will-remain.