Breve articolo del Tehran Times per riferire su un documento riservato dell’intelligence USA.
Prendiamo con le molle non potendo verificare, ma mi sembra interessante l’argomento trattato.
Di seguito la traduzione.

Documento di intelligence: l’America è in declino
Il Tehran Times ha ottenuto l’accesso al documento riservato, il che significa che sono state spese più di 1000 ore di valutazioni tecniche e sono state preparate oltre 10 bozze per la sua composizione finale.
Vale la pena dire che la Defense Intelligence Enterprise (DIE) ha pubblicato un documento riservato che indica che gli Stati Uniti stanno subendo una serie di sconfitte nell’era della Great Power Competition (GPC).
Mentre la crescente Cina e la Russia revisionista minacciano i principali componenti della sicurezza internazionale e dell’ambiente economico del dopo Guerra Fredda, gli Stati Uniti affrontano una nuova era di grande competizione di potere.
Nel tentativo di forgiare le proprie sfere di influenza e visioni per l’ordine globale, le due nazioni perseguono politiche diverse.
Sebbene gli Stati Uniti abbiano la più grande spesa militare al mondo, faticano a raggiungere obiettivi strategici. Inoltre, gli americani sono abituati a schiacciare paesi che hanno proposto loro serie sfide. E i superpoteri? La risposta è assolutamente negativa.
Secondo il documento, i fallimenti strategici degli Stati Uniti sono derivati dall’inchinarsi all'”intelligence guidata dalla politica” invece che all'”operazione guidata dall’intelligence”.
In altre parole, il DIE, che rappresenta oltre il 75% dell’intera Intelligence Community (IC), sta producendo documenti intelligence che sono a favore delle aspettative dei decisori politici.
Nonostante il suo considerevole numero di spese militari, la comunità dell’intelligence statunitense vola alla cieca perché continua a fornire cibo falso ai legislatori e ai responsabili politici indipendentemente dal suo valore e dalla sua veridicità.
Ad esempio, le ragioni alla base degli implacabili fallimenti dell’amministrazione Biden sono dovute alla mancanza di informazioni obiettive al servizio delle strategie nazionali statunitensi.
Per dirla di più, la comunità dell’intelligence statunitense è speciosa nell’introdurre i responsabili politici americani fornendo valutazioni e misurazioni politicizzate. In altre parole, IC/DIE sono genuinamente incapaci di comprendere il mondo così com’è, ma tendono a cristallizzarsi sulle proprie posizioni.
Una crisi sostanziale nella leadership è ciò che può sconvolgere e distruggere l’intera comunità dell’intelligence statunitense.
Sulla base dei punti citati nel documento, gli Stati Uniti hanno confessato che le fondamenta della loro difesa nazionale stanno perdendo capacità di sviluppo e miglioramento nell’osservare il cambiamento dinamico nel panorama globale mentre i suoi rivali, tra cui Iran, Cina e Russia, stanno andando avanti con piani per accaparrarsi opportunità nel tentativo di diminuire e tagliare la leva e le mani degli Stati Uniti nel mondo.
Alcuni paesi dell’Asia occidentale che rispettano le politiche statunitensi stanno lottando per essere indipendenti e mettere da parte tutti gli ordini provenienti dal fronte occidentale. Per fare un buon esempio, la visita del presidente cinese nel regno saudita ha aperto nuovi orizzonti alle prospettive di entrambi i paesi, mentre rispetto al suo omologo americano, Biden ha faticato a convincere i funzionari sauditi in merito al prezzo del petrolio.
I rivali statunitensi sono almeno un passo avanti in termini di valutazione e calibrazione dell’intelligence nelle sfere critiche. Hanno messo in mostra i colossi che sono in grado di pensare in modo critico e trovare vie d’uscita appropriate per ogni possibile sfida.
Con l’emergere di un’intelligence squilibrata instillata da società di sicurezza e think tank, gli Stati Uniti hanno esitantemente ritirato le proprie istanze e le proprie posizioni, lasciando ogni angolo del mondo ai rivali.
Negli ultimi decenni, la Cina ha accelerato le sue attività economiche e si è bloccata in un attacco finanziario per impennarsi verso la propensione al guadagno, ma a causa di politici pomposi e presuntuosi, gli Stati Uniti hanno appena assistito a una crescita così splendida. Il risultato è la mancanza di competenza sia in economia che in politica, ma invece la Cina si è aggrappata all’economia e poi ha legato la sicurezza globale all’economia.
Di conseguenza, i funzionari statunitensi hanno promesso di lanciare una nuova campagna di sicurezza per salvare la capacità di intelligence per fornire dati più accurati e decisivi per capitalizzare sulla Cina e persino su altri rivali.
La comunità dell’intelligence statunitense è incline a ricevere decisioni affrettate e avventate a causa della sua dispersione e diffusione. Per contrastare un tale fenomeno, le autorità stanno lottando per elaborare in modo più efficiente l’intelligence raccolta.
È ovvio che la leadership dell’intelligence statunitense non sia stata a conoscenza dei confini dell’intelligence all’interno dei quali opera a causa delle carenze sistemiche di leadership in DIE/IC.
I loop nella sicurezza informatica sono un altro tallone d’Achille degli Stati Uniti, infliggendo colpi catastrofici alla linfa vitale della sua immagine e difesa. Questo è esattamente il punto in cui i suoi rivali accelerano i loro piani per diventare giganti in questo senso. In altre parole, i rivali degli Stati Uniti stanno godendo di un gran numero di attacchi informatici contro l’infrastruttura statunitense e contro i suoi alleati giorno dopo giorno senza alcun timore o frustrazione.

Nel documento si dice che l’intelligence dovrebbe avere più potere e qui abbiamo il ribaltamento della realtà dal momento che è proprio l’intelligence a spadroneggiare sulla politica. Pensiamo solo alla routine quotidiana della consegna dei report sulla scrivania del Presidente. Immaginate la costante pressione che possono mettere addosso al Biden di turno, qualora determinati poteri esterni a quello politico decidano di spingere una certa narrazione, l’esempio più recente può essere sempre quello dell’omicidio Soleimani che secondo alcune analisi fu più subito che deciso da Trump, ma pensiamo anche all’attuale escalation della guerra ucraina.
Si cita poi il differente esito delle visite di Xi Jinping e Biden in Arabia Saudita. Il primo ha messo le basi per collaborare e per raccogliere il risultato storico della firma degli accordi Iran-Arabia Saudita, senza dimenticare che enntrmb i paesi mediorientali hanno fatto richiesta di entrare nei BRICS. Il secondo ha mendicato aiuto sulle questioni energetiche, in particolare per il petrolio, e ha ricevuto un secco no! Da non dimenticare che sauditi e statunitensi sarebbero legati da una amicizi di lunga data per cui potremmo avere qualche dubbio sul fatto che l’Arabia non possa essere una sorta di insider da infiltrare nel nuovo impero cinese, ma al momento sembra più plausibile che finalmente i sauditi abbiano deciso di recidere il cordone ombelicale che li vincola(va?) a Washington.
Qualora fosse confermato il documento appare più come un invito a mettere ancora di più da parte la politica in un momento delicato. Con il crollo di alcun banche di nome negli USA potrebbe anche aprirsi una crisi a livello dell’infausto ’29. In condizioni simili si fa in fretta a far guerra aperta a livello mondiale, ma non escludo che possa essere parte del Grande Reset. Chissà quindi che qualcuno non abbia scatenato il tutto a proposito.

Qui l’articolo originale (https://www.tehrantimes.com/news/482885/Intelligence-document-America-is-on-decline) e quello della DIA (https://oig.dia.mil/).

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