Prendere una bella boccata d’aria fa sempre bene, quindi oggi non menzioneremo neanche per un istante la “cosa” sulla bocca di tutti e ci concentreremo su news a mio avviso interessanti che possono far riflettere riguardo vari argomenti.
Intanto iniziamo con un consiglio di ascolto della video chiacchierata tra Beatrice Lorenzi e il professor Pietro Ratto.
Tema del “Sabato del Bosco” di oggi pomeriggio la vita di Giordano Bruno a poche ore dall’anniversario n° 421 della sua morte. Era infatti il 17 febbraio del 1600 quando Bruno fu arso al rogo dopo aver trascorso sette anni sotto torture di ogni genere a cura della Santa Inquisizione.
Puntata ricca come sempre nella quale si è ricordato anche l’altro grande anniversario di una settimana ovvero quello della morte di Immanuel Kant avvenuto il 12 febbraio 1804 nella città natale di Konisberg.
Due monumenti della filosofia occidentale che meritano tutta l’attenzione e lo studio di cui ognuno di noi sia capace. E poi abbiamo il professor Ratto e tanti altri studiosi a disposizione online se occorre aiuto per apprendere meglio.
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Partiamo con gli articoli e con una segnalazione doppia.
Il primo della coppia (https://theconversation.com/amp/earths-magnetic-field-broke-down-42-000-years-ago-and-caused-massive-sudden-climate-change-155580) è un articolo nel quale si ricorda l’evento che provocò l’ultima glaciazione (anche se poi ci furtono altre cosiddette “piccole glaciazioni”) ovvero l’inversione dei poli magnetici. Evento del quale peraltro si parla a fasi alterne anche oggi (siamo nel campo delle ipotesi per cui vale un po’ tutto, dall’accadrà a breve a non prima di altree migliaia di anni).
La ricostruzione però ci permette di riflettere sulla grandezza del paventato cambiamento climatico che secondo alcuni sarebbe ad opera dell’uomo, ma dipende da tali, enormi forze che francamente io preferisco stare con quegli scienziati (il fu Kary Mullis era uno di questi) che sottolineano l’importanza di variabili decisamente più grandi di quella umana.
A questo aggiungo (https://www.zerohedge.com/political/lets-review-50-years-dire-climate-forecasts-and-what-actually-happened) l’elenco di 50 anni di allarmi andati puntualmente a ridimensionarsi.
Con questo vorrei dire un paio di cose.
La prima – chi mi conosce lo sa ma giova ripetere – è che io sono convinto che l’umanità, in particolare noi occidentali, debba frenare e rimodulare il suo passo verso la crescita e il progresso per provare a convivere in maggiore armonia con l’ambiente circostante. Ma non perché potremmo distruggere il Pianeta – la Terra come diceva il buon Gerge Carlin ci ha creato per creare la plastica che lei non riusciva a creare. Quando si sarà stancata di noi ci spazzerà via come si toglie un pelino dalla giacca – bensì perché rischiamo di autodistruggerci.
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Suggestivo l’articolo (https://www.wired.it/amp/299014/scienza/lab/2021/02/12/macchina-ramanujan-inventa-nuova-matematica/) che ci racconta la macchina di Ramanujanun algoritmo in grado di generare congettu8re matematiche ex novo.
Per chi volesse approfondire c’è il sito ufficiale (http://www.ramanujanmachine.com/) e io consiglio di andare a leggere la storia di questo matematico indiano, Srinivasa Ramanujan, morto nel 1920 a soli 32 anni che affascinerà chi non lo conosce.
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Da leggere non per farsi prendere dal panico ma per iniziare a pensare a coe prepararsi in caso di bisogno è l’articolo (https://www.zerohedge.com/political/temporary-collapse-texas-foreshadowing-total-collapse-us) nel quale si parla del blackout che ha colpito il Texas.
Alla fine è andata bene, ma a quanto pare è stato evitato per poco un disastro ben peggiore. E in più si ricorda che tutti gli Stati Uniti d’America potrebbero essere a rischio sul breve termine.
Fa riflettere pensare che la nazione guida del ventesimo secolo stia declinando così rapidamente – anche se i tiggì vi raccontano altro – con infrastrutture vecchie e povertà in continua ascesa già prima che arrivasse l’evento che ho promesso di non nominare oggi.
Se poi volessimo essere maliziosi, e a me piace esserlo, il Texas è lo Stato che si è opposto con forza alla (presunta?) forde elettorale che ha permesso a Joe Biden di vincere le elezioni. E poi c’è stato il blackout.
Agigungo che non è che noi altri si possa dormire sonni tranquilli.
Ricordate che solo un mese e mezzo fa abbiamo rischiato grosso in tutta l’UE per un problema in Croazia (https://energiaoltre.it/perche-la-rete-elettrica-europea-ha-rischiato-il-blackout-a-gennaio/). E gli incidenti pare siano sempre più frequenti.
Prepariamo le candele?
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Ultima segnalazione per un articolo (https://www.zerohedge.com/economics/diary-great-depression-reading-modern-day-newsfeed) che mette in fila alcuen note dalla Grande Depressione del 1930.
Non è che si voglia mettere troppo in allarme, ma è anche vero che di analogie con quanto accaduto in quegli anni ne abbiamo a iosa.
La storia si ripete?
Direi che oltre alle candele converrebbe preparare anche altro.
Poi se non succede nulla (ma voi ci credete?) tanto meglio.