Leggo su Ansa di uno studio pubblicato sul Clinical Microbiology and Infection da una equipe italiana dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Vr).
Il titolo è già un programma: “Mascherine e distanza abbassano 1000 volte carica virale”.
Quindi finalmente qualcuno è riuscito a dimostrare che le mascherine servono a qualcosa?
Cerco altre fonti giornalistiche per verificare.
La Repubblica: https://www.repubblica.it/salute/2020/10/21/news/mascherine_e_distanza_abbassano_1000_volte_carica_virale-271318852/.
Insomma, si è capito che tutti i giornali di regime vanno nella stessa direzione.
Poi trovo il giornale locale dal quale penso possa essere partita l’ennesima catena di Sant’Antonio della mistificazione mediatica.
Verona Sera: https://www.veronasera.it/salute/coronavirus-carica-virale-studio-negrar-sintomi-malattia-covid-21-ottobre-2020.html.
Come vedete il titolo cambia: Lo studio a Negrar: “Minore è la quantità di virus, meno gravi i sintomi della malattia”.
Nel sottotitolo compare la frase che, evinciamo dall’articolo, è stata pronunciata dalla dottoressa Piubelli.
Appuro che per l’ospedale la notizia non pare sia stata meritevole di menzione, almeno sulla loro pagina Facebook: https://www.facebook.com/ospedalesacrocuoredoncalabria/.
Vado a cercare lo studio.
Lo trovo come da copione sul sito del Clinical Microbiology and Infection: https://www.clinicalmicrobiologyandinfection.com/article/S1198-743X(20)30617-0/fulltext#secsectitle0050.
Leggo lo studio e noto che non si pronunciano mai le parole “Masks” (Mascherine) e “Distance” (Distanze).
Nelle conclusioni l’unica cosa che si fa è ipotizzare che il confinamento (lockdown per gli anglofoni) abbia avuto il suo impatto e si rimanda ad altri studi che ipotizzano un ruolo di mascherine e distanziamento.
Prove zero!
In definitiva si sono prese le parole della dottoressa Piubelli, quindi una ipotesi personale non enunciata nello studio (forse perché non ci sono prove?), e si è costruita l’ennesima bufala dei media di regime.
Bravi!
Qui il video-articolo.