Oggi propongo tre esempi di manipolazioni mediatiche utili al terrorismo dei media di regime. Partiamo con il Corriere della Sera, poi il Washington Post e infine torniamo un attimo sul “Punto di Giuseppi” per soffermarci sul linguaggio del corpo dei suoi interlocutori.
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Corriere della Sera (https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/20_settembre_03/coronavirus-come-solo-asintomatico-ha-contagiato-23-persone-bordo-un-bus-16951df2-ec75-11ea-a43c-ac43602f1ffa.shtml) del 3 settembre.
Titolo: “Coronavirus, come un solo asintomatico ha contagiato 23 persone a bordo di un bus“.
Un titolo inequivocabile che introduce uno studio pubblicato su Jama Network (https://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/fullarticle/2770172) due giorni prima da ricercatori cinesi.
Nello studio si parla di un focolaio registrato il 19 gennaio nella provincia di Zhejiang. 23 casi generati, a quanto pare, da una signora definita asintomatica (nella neolingua sanitotalitaria).
Dopo aver ammirato i grafici degli autobus su cui viaggiavano i pellegrini andati ad un evento buddista nella cittadina di Ningbo andiamo a leggere il resto dell’articolo – cosa che, ricordo, fanno sempre in pochi, ma sarebbe utile – e vediamo come verso la fine ci ricordino che “la passeggera malata non mostrava ancora i sintomi della malattia come tosse o febbre quando il gruppo ha viaggiato.“, salvo aggiungere subito dopo che “Una versione cinese dello studio tuttavia afferma che la donna avrebbe manifestato i primi sintomi la sera prima della partenza, la sera il giorno prima della partenza, dopo aver cenato con ospiti dell’Hubei.“
A parte che lo studio è cinese per cui non è “una versione”, ma casomai “la versione originale” dello studio stesso, ma noterete il dettaglio, la signora aveva sintomi la sera prima per cui non era asintomatica. Buio!
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Passiamo al Washington Post che due giorni fa ha dato notizia di un clamoroso studio dell’Università di San Diego nel quale si afferma che i partecipanti al rally dei bikers in South Dakota del 10 agosto scorso avrebbe causato ben 266.796 casi (https://www.washingtonpost.com/health/2020/09/08/worst-case-scenerios-sturgis-rally-may-be-linked-266000-coronavirus-cases-study-says/).
Ora, se andiamo a leggere lo studio di ben 63 pagine, ricco di grafici e tecnicamente ben fatto (https://cheps.sdsu.edu/docs/Contagion_Externality_Sturgis_Motorcycle_Rally_9-5-20_Dave_et_al.pdf) sembrerebbe tutto ok, ma rivediamo come sono giunti alle conclusioni.
In pratica hanno utilizzato i dati della geolocalizzazione degli smartphone e li hanno comparati ai casi di Covid. In sostanza hanno inventato una sorta di correlazione spuria (Wikipedia per queste cose va ancora bene: https://it.wikipedia.org/wiki/Correlazione_spuria#:~:text=In%20statistica%20la%20correlazione%20spuria,sono%20indipendenti%20e%20identicamente%20distribuite.).
Direi che il miglior commento alla faccenda è arrivato dalla Governatrice del South Dakota, Kristi L. Noem, che ha detto “isn’t science; it’s fiction”.
Per inciso i nostri baldi media di regime, Corriere in testa, non si sono fatti scappare l’occasione di copiare e incollare (https://www.corriere.it/esteri/20_settembre_09/raduno-bikers-sturgis-ha-causato-266796-contagi-usa-492013fe-f2be-11ea-86fc-7fbaee355822.shtml).
Da notare la sottigliezza. Il Washington Post ha almeno usato il verbo “potrebbe” nel suo titolo “‘Worst case scenarios’ at Sturgis rally could link event to 266,000 coronavirus cases, study says” per ipotizzare il nesso tra il rally dei bikers e il boom di positivi, il Corriere invece lo da per scontato col suo titolo: “Il raduno dei bikers a Sturgis ha causato 266.796 contagi negli Usa“.
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Chiudiamo con un rimando al video che ho pubblicato due giorni fa.
Battute e ironie a parte, mi soffermo sul linguaggio del corpo dei “giornalisti” Padellaro e Gomez.
Il primo ha l’ardire di ricordare a Conte che ha appena aggiunto 100.000 morti al già gonfiato numero ufficiale di 35.000.
Conte se ne frega bellamente e ripetete la stessa cifra mentre Padellaro viene inquadrato e fa segno di sì con la testolina mostrando un tipico atteggiamento servile.
Dall’altro lato Peter Gomez fa finta di nulla e scribacchia. Chissà, un giorno se interrogato dirà “Io non c’entro. Stavo facendo le parole crociate”.
Il giornalista watchdog? Altro che cane da guardia, questi sono cani da riporto come lo furono Vespa e Formigli davanti ad una squallida Lorenzin, allora (per nostra sfortuna) Ministro della Salute, che sparava balle su fantomatiche centinaia di bimbi morti di morbillo (270 nel 2013 https://www.youtube.com/watch?v=DLm5HIdO-U0 e più di 200 l’anno seguente https://www.youtube.com/watch?v=HFG7krW4IIY) a Londra, con i britannici costretti a far notare che in quei due anni in tutta l’Inghilterra era morta una sola persona, per giunta sopra i vent’anni.