Ma potrebbe essere paragonata a un condominio?
E’ fondamentale ascoltare la voce della scienza. Eccola!
Ci si ricorderà della nave da crociera Diamond Princess che dal 3 di Febbraio fu messa in quarantena al suo arrivo in Giappone.
Pensai immediatamente che quella fosse la situazione ideale da cui partire per uno studio empirico del comportamento del virus in condizioni di quarantena.
Ora, non facciamo le verginelle, se l’OMS martella da decenni insieme ai suoi sponsor sulla prossima pandemia da milioni di morti, e lo ha fatto anche in questa occasione – a furia di dire “Al lupo al lupo” prima o poi la indovini anche se per ora siamo lontani da certe cifre – chiunque nel mondo scientifico avrebbe potuto pensare di cogliere al volo l’occasione vista l’urgenza.
È interessante verificare i risultati di tale esperimento empirico.
Nature ci informa (https://www.nature.com/articles/d41586-020-00885-w) con un interessante articolo riassuntivo ricco di spunti.
In fondo all’articolo si trovano i link agli studi che hanno fornito le indicazioni per la stesura dello stesso.
Ora, io qualche domanda ignorante la vorrei porre, sia di tipo etico che relativa alle conclusioni raggiunte dagli autori degli studi.
Dal punto di vista dell’etica medica mi domando se sia stato corretto tenere in quarantena 3.711 passeggeri creando de facto uno studio epidemiologico quando, forse, si sarebbero potuti evitare i più di 700 contagi e i 10 decessi facendo sbarcare i passeggeri e mettendoli in quarantena in condizioni differenti.
E’ indubbio però che l’occasione fosse propizia per raccogliere dati su un virus e una malattia di cui si sapeva poco o nulla in quel momento.
Quando leggo la frase “Outbreaks seed easily on the vessels because of the close confines and high proportions of older people who tend to be more vulnerable to the disease.” mi domando se le condizioni di molte persone che oggi sono confinate tra le quattro mura domestiche nei casermoni condominiali non siano compatibili con quelle della Diamond Princess e di conseguenza se non possano portare allo stesso risultato, da moltiplicare poi su larga scala.
Nel passaggio conclusivo si ricorda come la quarantena stretta, ovvero l’obbligo di restare in cabina, abbia ridotto il rischio di contaggio dall’iniziale “1 a 7” al successivo “1 a 1”.
Come ricordano gli autori una nave non è un Paese, ma seguendo la logica di questi studi basata sull’evidenza empirica, nei condomini si pone il problema di persone – in particolare il riferimento alle categorie più deboli e alla fascia di età che va dai 60 agli 80 anni – che dovrebbero letteralmente chiudersi in casa e non aprire la porta per nessun motivo almeno per 2 settimane. Che poi in buona sostanza è quello che hanno fatto in Cina, e che noi ancora oggi non stiamo facendo nonostante le decine di decreti e ordinanze prodotte.
Sarebbe infatti sufficiente uscire per fare le scale, prendere l’ascensore, andare in atrio, magari semplicemente per ritirare la posta per esporsi a rischi di contagio. Che accade se si verificano le condizioni di cui parlano gli studi che hanno dimostrato la trasmissione via aerosol in determinate situazioni?
Ho messo in fila solo un paio di domande ignoranti. Resta la lettura di articolo e studi per chi fosse interessato.