Delle volte nella foga del momento ci si lascia trasportare e questo può portare a fornire un quadro della situazione non corretto dal punto di vista formale. Il che da la possibilità ai “te-lo-dico-io-come-vanno-le-cose” di mettere all’indice chi non la pensa come loro definendoli ignoranti e incapaci di capire come stanno realmente le cose.
Ecco perché onestà intellettuale vuole che si chiarisca un punto nella vicenda degli sforamenti alle norme sul deficit dell’Unione Europea.
Faccio ammenda per questo e per onore di cronaca vado con la precisazione – ripeto, di natura squisitamente formale, ma spacciata da taluni come sostanziale sfruttando l’intricato linguaggio da azzeccagarbugli del molosso europeo – in merito alla Francia e ai suoi continui sforamenti del rapporto Deficit/PIL oltre il 3%.
Quando si dice che la Francia può sforare bellamente senza che nessuno batta ciglio ammetto che formalmente si eccede, ma come vedremo la sostanza non cambia.
Per prima cosa vediamo cosa è e come funziona una procedura di infrazione europea per deficit eccessivo.
Il link è questo: https://ec.europa.eu/info/law/law-making-process/applying-eu-law/infringement-procedure_it.
Si parte dalla famosa letterina, passando per il tira e molla tra Commissione e Stato. Si chiede anche il parere del Consiglio Europeo (tutti gli altri Stati) e se lo Stato cattivello non ne vuole proprio sapere nel giro di pochi mesi si dovrebbe ritrovare davanti alla Corte di Giustizia.
Nei casi estremi la Commissione può chiedere alla Corte di comminare sanzioni allo Stato inadempiente.
E ripeto che stiamo parlando di azioni che si dovrebbero susseguire con cadenza bimestrale, quindi nel complesso i tempi dovrebbero essere piuttosto ristretti.
Ora, per andare a vedere quali sono le procedure di infrazione aperte e concluse negli anni contro gli Stati il link è questo: https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/economic-and-fiscal-policy-coordination/eu-economic-governance-monitoring-prevention-correction/stability-and-growth-pact/corrective-arm-excessive-deficit-procedure/excessive-deficit-procedures-overview_en.
Da qui aprirei le pagine di Francia (https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/economic-and-fiscal-policy-coordination/eu-economic-governance-monitoring-prevention-correction/stability-and-growth-pact/corrective-arm-excessive-deficit-procedure/closed-excessive-deficit-procedures/france_en) e Italia (https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/economic-and-fiscal-policy-coordination/eu-economic-governance-monitoring-prevention-correction/stability-and-growth-pact/corrective-arm-excessive-deficit-procedure/closed-excessive-deficit-procedures/italy_en) per fare un parallelo.
In questo caso basta fare riferimento alla normativa di cui sopra e saper fare di conto per capire che c’è qualcosa che non torna. O noi siamo bravi a schivarla sempre, o loro sanno che, a seconda di chi sei, se anche la aprono non è poi un gran problema.
Si nota che la Francia è incorsa nella procedura di infrazione nel 2003 – e nel 2009. Quest’ultima è stata chiusa nel maggio del 2018 (qui il link: https://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2018/06/22/france-s-deficit-below-3-of-gdp-procedure-closed/#).
Quindi per nove lunghi anni la Francia è stata sottoposta a procedura di infrazione? Diciamo di sì, altrimenti quelli bravi si arrabbiano.
Ora però torniamo al funzionamento della procedura di infrazione.
La Commissione apre la procedura e se lo Stato non vuol sentire ragioni finisce davanti alla Corte di Giustizia nel giro di pochi mesi. Carta canta!
La Francia dal 2009 alla chiusura della procedura non è mai finita davanti alla Corte nonostante i continui e corposi sforamenti.
In conclusione è giusto dire che la Francia è stata sottoposta a procedura di infrazione. Ma nonostante i reiterati sforamenti non si è mai andati oltre semplici richiami. In più sono stati concessi due rinvii rispetto ai termini previsti per il rientro al di sotto del 3%.
In buona sostanza sembra quasi che abbiano detto, gli amici della Commissione, sai che c’è?, se non apriamo la procedura contro la Francia ci rompono le balle e poi vogliono sforare tutti. Noi la apriamo, ma non affondiamo il colpo, così è come se non esistesse e la Francia può continuare a sforare senza problemi. Quando un altro Stato rompe le balle per avere qualche decimale in più di spesa a deficit gli sbattiamo in faccia la procedura di cartone alla Francia. Formalmente inattaccabili, e chi se ne frega della sostanza.
Domande.
1) Ma quindi basta dire alla Commissione che farai il bravo bambino e ti rimetterai in riga nel giro di un paio d’anni? E se non lo fai al giro successivo ripeti la tiritera e i cattivissimi commissari ti credono? E lo rifai per ben due volte senza incorrere in sanzioni?
Se sei la Francia sembra proprio che vada così.
2) Come mai in queste settimane la procedura di infrazione paventata nei confronti dell’Italia è stata dipinta come la fine dei tempi, arrivando a d essere definita come propedeutica ad un possibile default (Noi mai fatto. Gli altri spesso e volentieri. Germania docet.) del nostro Paese?
Sempre per quella storia del mostruoso Debito Pubblico italiano?
Noi siamo attorno ai 2.330 miliardi, la Francia con l’ennesimo sforamento previsto in questi giorni sfonderà quota 2.300 miliardi. Non è che siamo poi così lontani. Qualcosa non torna.
La Francia è stata in procedura di infrazione per 9 anni e, sacrosanta incazzatura del popolo a parte, dal punto di vista finanziario gli amici “mercati” non mi pare si siano lamentati più di tanto.
Chissà, forse perché per salvare il sederino delle banche francesi (e tedesche) nel frattempo è stata condannata alla povertà più nera la Grecia per i prossimi 40 anni?
E lo sappiamo, se le banche sono salve va tutto bene.
Se andiamo a vedere lo spread tra i titoli francesi e quelli tedeschi siamo ancora oggi attorno ai 50 punti base, una miseria. E nemmeno l’annuncio del nuovo sforamento ha prodotto terremoti.
Ora, io capisco che ci siano in giro i suddetti “te-lo-dico-io-come-vanno-le-cose” che vogliono far passare gli altri per dei poveri stolti che non sanno e devono essere istruiti. Ma nascondere dietro quella che, con tutta evidenza, è stata una procedura di infrazione all’acqua di rose – ripeto per i duri d’orecchio, 9 anni di… richiami!- il doppio peso messo in mostra dai signori commissari mi sembra per lo meno scorretto.
Ad ogni modo, e come di consueto da queste parti, i documenti sono a disposizione.
Poi ognuno faccia funzionare il cervello e tragga le conclusioni.
Magari mi sbaglio. Il che è probabile, visto il soggetto.