E’ arrivatao il DEF.
P.C. Padoan e Paolo Gentiloni Silveri (Mazzanti Vien dal Mare) hanno sottolineato un paio di cose e noi altri siamo andati a leggere (1).
Perché un conto sono le classiche ‘innocenti bugie’ post Consiglio dei Ministri di P.C. e del pro console renziano, altra cosa è quel documento nel quale bene o male devi per scrivere come stanno le cose.
Tanto chi è che lo va a leggere oltre (qualche) giornalista di regime?
1) PIL in crescita grazie alle riforme
Sicuri? Basta andare a leggere il quadro macroeconomico (pag. 13 e 14) – per chi ancora non conoscesse gli arcinoti numeri internazionali che smontano questa innocente bugia – per capire come l’Italia vada al traino col suo +0,9/1% di PIL sia della UE (+1,7%) che del mondo (+3%).
Su questo punto ormai siamo alla noia.
2) Niente stangata sulle tasse
Qui diamo alcuni spunti di riflessione.
a) Nel DEF leggiamo (pag. 32):
“L’aumento delle entrate tributarie a legislazione vigente è sostenuta dalle imposte indirette per effetto dell’entrata in vigore delle clausole poste a garanzia dei saldi di finanza pubblica da precedenti disposizioni di legge, che produrranno un incremento delle aliquote IVA nonché delle accise sugli olii minerali a decorrere dal 2018, in assenza di misure compensative di spesa o entrata.”
In parole povere sarebbe il famoso ‘Cetriolo’ però in salsa ‘Locale’. Chiaro?
E poi (sempre pag. 32 più sotto):
“Nel complesso, la pressione fiscale è attesa ridursi di 0,6 punti percentuali nel 2017, collocandosi al 42,3 per cento del PIL. É attesa aumentare al 42,8 per cento nel 2018 e 2019 per poi scendere al 42,4 per cento alla fine del periodo.”
Ovvero? Pressione fiscale in aumento nel triennio. E meno male che con loro le tasse calano grazie alle magnifiche riforme che fanno ripartire il Paese.
Soprassediamo sul continuo aumento delle entrate da imposte, dirette e indirette, di cui possiamo leggere nei puntuali bollettini sul sito del MEF.
b) L’OCSE ha pubblicato il report “OECD tax rates on labour income continued decreasing slowly in 2016” (2)
L’Italia scala posizioni ed è stabilmente tra i primi 3/4 Paesi al mondo per pressione fiscale.
La posizione varia a seconda del tipo di contribuente. Si va dai single (5° posto) alle famiglie con figli (4° posto).
c) Quando poi la Corte dei Conti ti dice che Total Tax Rate sulle imprese e Cuneo Fiscale sono rispettivamente di 25 e 10 punti superiori alla media UE ti cadono los cojones.
La frase nel documento di sintesi (3) è questa (pag. 11 e 12):
“Accanto ad una pressione fiscale tra le più elevate dei Paesi UE (42,9 per cento del Pil), il total tax rate stimato per un’impresa di medie dimensioni, testimonia di un carico fiscale complessivo (societario, contributivo, per tasse e imposte indirette) che penalizza l’operatore italiano in misura (64,8 per cento) eccedente quasi 25 punti l’onere per l’omologo imprenditore dell’area UE/Efta. A sua volta, il cuneo fiscale, riferito alla situazione media di un dipendente dell’industria, colloca al livello più alto la differenza fra il costo del lavoro a carico dell’imprenditore e il reddito netto che rimane in busta paga al lavoratore: il 49 per cento prelevato a titolo di contributi (su entrambi) e di imposte (a carico del lavoratore) eccede di ben 10 punti l’onere che si registra mediamente nel resto d’Europa.”
Non aggiungo altro.
Infine un consiglio a chi gioca/fuma.
Dato che sono previsti aumenti del prelievo fiscale giocate e fumate meno, lo sciopero fiscale si fa anche così.
Quando noteranno il calo di gettito vedremo cos’altro si inventeranno.
3) Riduzione del cuneo fiscale
Leggo (pag. 30):
“Nel triennio 2018-2020, e soprattutto il prossimo anno, l’inflazione sarebbe lievemente inferiore nello scenario programmatico, con un conseguente aumento del potere di acquisto delle famiglie. Da rilevare anche un maggiore incremento occupazionale legato ad una riduzione selettiva del cuneo fiscale sul lavoro. “
Dal 2018, non c’è altro. E va bene dai, qui stiamo sul vago. Vedremo.
4) Abbiamo sbagliato le previsioni al ribasso, siamo stati prudenti
Come sparare sulla Croce Rossa. A pagina 51 c’è la tabella che testimonia come non ne abbiano azzeccata una, e su questo siamo d’accordo, ma sempre in eccesso.
5) Problema degli interessi sul debito
L’uovo di Colombo della BCE (e delle élite) per massacrare i popoli europei, altro che San Mario Draghi.
Continua la politica dei tassi a zero e il nostro Governo propone la tabella che dimostra come ne abbia beneficiato l’Italia (pag. 75).
Quello che invece si guardano bene dal dire è che se e quando dovessero essere rialzati i tassi il nostro Paese andrebbe incontro a manovre di semplice macelleria sociale.
Il tutto grazie alla creazione di vero e proprio debito pubblico, questo sì, mica come quello che fino a qualche anno fa era di fatto credito degli italiani, e quindi tutto fuorché debito.
Ora dietro il QE di Draghi ci sono sempre e comunque le grandi banche d’affari che non aspettano altro per spennare i po-polli.
6) Sisma
Dulcis in fundo perché ai terremotati le promesse non mancano mai.
Gentiloni dixit “Un miliardo all’anno per tre anni” e io leggo (pag. 117 e 118):
“Per consentire la ricostruzione dei territori e la riparazione e assistenza alle popolazioni interessate dagli eventi sismici del 2016 è stato previsto un credito d’imposta per gli interventi di ricostruzione privata, maturato in relazione all’accesso ai finanziamenti agevolati, che saranno erogati sulla base degli stati di avanzamento lavori, (0,4 miliardi nel 2017, 0,5 miliardi nel 2018, 0,6 miliardi nel 2019 e 0,3 miliardi nel 2020) e la concessione di contributi in forma diretta per le iniziative di ricostruzione pubblica (0,2 miliardi nel 2017, 0,3 miliardi nel 2018, 0,4 miliardi nel 2018 e 0,2 miliardi nel 2020). Complessivamente le risorse iscritte in bilancio per tali finalità ammontano a 7,1 miliardi dal 2017 al 2047.”
Al fatidico miliardo annuo proprio non ci arriviamo e sono 7 totali in 30 anni.
Se poi contiamo che una quota parte è quella del recupero imposte sospese ai terremotati…
Ma come si è detto in principio sono solo ‘innocenti bugie’.
–
LINKS
(1) http://www.dt.tesoro.it/modules/documenti_it/analisi_progammazione/documenti_programmatici/def_2017/Sez.1_-_Programma_di_Stabilita_2017.pdf
(2) http://www.oecd.org/newsroom/oecd-tax-rates-on-labour-income-continued-decreasing-slowly-in-2016.htm
(3) http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sezioni_riunite/sezioni_riunite_in_sede_di_controllo/2017/sintesi_rapporto_coordinamento_fp_2017.pdf