Si va verso la fusione tra l’italiana Saipem e la norvegese Subsea 7.
La firma del memorandum condiviso prevede il prossimo step entro la metà dell’anno e la conclusione dell’operazione per il prossimo anno.
Saipem e Subsea 7 operano nel settore energetico e sono concentrate sullo sviluppo di soluzioni alternative agli idrocarburi.
La notizia, con alcuni particolari utili, la trovate qui: https://www.offshore-mag.com/business-briefs/company-news/news/55270096/saipem-subsea7-set-to-merge-forming-subsea-construction-powerhouse.
Le felicitazioni del premier Meloni (https://www.governo.it/it/articolo/fusione-tra-saipem-e-subsea-7-dichiarazione-del-presidente-meloni/27742) lasciano il tempo che trovano poiché servono solo a raccontare la storiella dell’appeal italiano nel mondo, che conosciamo e che vale a prescindere dal pupazzetto di turno che dimora a Palazzo Chigi.
Sappiamo infatti che la nostra situazione è pessima con ormai, se ricordo bene, 752 giorni consecutivi di calo della produzione industriale che si sta trasformando in vero e proprio crollo negli ultimi mesi.
Detto questo però l’accordo è interessante e dovrebbe dar vita ad un vero e proprio colosso del settore.
Condivido alcuni documenti utili per meglio conoscere le due realtà.
Dal sito di Saipem (https://www.saipem.com/it) l’ultimo aggiornamento al nono mese del 2024 con i risultati dell’azienda (https://www.saipem.com/sites/default/files/2024-10/CS%20Saipem%2023.10.2024_0.pdf).
Dal sito di Subsea 7 (https://www.subsea7.com/en/index.html) e dalla pagina per gli investitori (https://www.subsea7.com/en/investors/results-reports-and-presentations.html) la presentazione per l’Investor Day di giugno 2024 (che però vi dovete scaricare e dalla quale ho tratto l’immagine di copertina molto esaustiva della loro attività).
Attività diversificate con focus sull’eolico offshore, la cattura e riutilizzo della CO2 (lo so che è una vaccata quella della CO2 assassina, ma questo è quanto e ora se ne fa un business) e l’idrogeno.
Sull’idrogeno consiglio chi abbia la curiosità di seguire le vicende energetiche internazionali di dare un’occhiata ai siti specializzat, per esempio l’ottimo e sempre aggiornato Hydronews (https://hydronews.it/).
Questo sembra proprio essere uno dei tasselli fondamentali per lo sviluppo delle future strategie di approvvigionamento energetico in Italia e nel mondo.
I progetti si sprecano in tal senso, anche se al momento la sensazione è che noi continueremo a essere un hub di passaggio e non di produzione, il che fa emergere dubbi sulla capacità di rendersi autonomi.
Ma resta comunque interessante l’evoluzione che prende il mercato.
Ciò detto non è che gli idrocarburi siano finiti, tutt’altro. Prova ne sia il fatto che oggi noi prendiamo gas dalla Russia, alla faccia delle sanzioni per polli, dagli USA e da altri paesi sparsi in giro per il mondo.
Uno dei problemi è rappresentato dal fatto che lo acquistiamo per gran parte liquefatto e lo paghiamo sulla scorta di quel che accade alla finta borsa olandese a cui facciamo riferimento con grande giubilo di noi contribuenti pirla che vediamo arrivare bollette sempre più salate e tocchiamo con mano i continui aumenti del carrello della spesa.
Il governo non sa cosa fare e finge di voler trovare più soldi rinviando un Consiglio dei Ministri che doveva dare ossigeno ai poveracci, ma questa notizia, ovviamente in prospettiva futura e non immediata, e nemmeno a medio termine, può essere annoverata tra quelle positive.