Imad Abu Tima aveva 21 anni. Un bombardamento israeliano nel sud di Gaza se lo è portato via insieme a 9 membri della sua famiglia.
I calciatori uccisi dai sionisti fino ad ora sono 245, 69 bambini e 176 giovani uomini.
Ieri sera a Udine si è disputata una partita di calcio che ho boicottato, quindi non visto, e della quale non voglio parlare nemmeno per un secondo se non per dire che i gesti forti si possono e si devono fare, altrimenti si parla e basta. Rifiutarsi di giocare contro una squadra che rappresenta uno stato terrorista è possibile così come è stato fatto contro gli atleti russi che continuano a gareggiare senza bandiera, se va bene, oppure sono fuori dalle competizioni internazionali. Ma le stesse squadre che si sono esposte nel caso della Russia oggi tacciono colpevolmente dimostrando tutta l’ipocrisia di un Occidente ormai morto dentro.
Condivido un articolo pubblicato in queste ore da Middle East Eye nel quale si dà conto della morte di questo ragazzo di 21 anni che giocava a calcio e ora non potrà più farlo.
Non trovo traccia sui nostri giornalacci di regime del suo nome al momento.
Spero che il suo nome possa riecheggiare in qualche modo, magari anche dal mio piccolo uditorio, e arrivare all’orecchio dei bimbetti della Serie A e degli altri campionati europei che fanno il bagno nei milioni di euro e non hanno contezza di quel che accade intorno al loro, e se ce l’hanno fanno finta di nulla onde evitare di veder finire la loro carriera anzitempo per un qualsiasi motivo.
Mi permetto infine di dire qualcosa anche sui tifosi. Lasciare lo stadio vuoto – ripeto che non ho visto nulla, ma so che erano stati venduti almeno 12.000 biglietti – e magari comprare il biglietto e andare a lasciarlo fuori dai cancelli, per terra, a formare un bel mucchio, simbolo di solidarietà verso palestinesi e libanesi che sono sotto le bombe sioniste, non sarebbe stato male.

L’articolo originale lo trovate qui: https://www.middleeasteye.net/news/palestinian-footballer-imad-abu-tima-killed-his-family-israeli-strike-gaza

Il calciatore palestinese Imad Abu Tima ucciso con la sua famiglia in un attacco israeliano a Gaza

Abu Tima si unisce a centinaia di atleti uccisi mentre la Fifa rinvia la decisione di vietare Israele dalle competizioni

Un attacco aereo israeliano a Khan Younis orientale nella Striscia di Gaza meridionale ha ucciso il calciatore palestinese Imad Abu Tima, 21 anni, insieme a nove membri della sua famiglia.
Abu Tima ha giocato per il club Ittihad Khan Younis e ha rappresentato la nazionale under 20 della Palestina nel 2021, secondo i resoconti dei media.
Abu Tima è uno degli oltre 400 atleti palestinesi uccisi nell’assalto di Israele alla Striscia di Gaza, secondo i dati del Comitato olimpico nazionale palestinese.
A luglio, la Palestine Football Association ha affermato che almeno 245 giocatori di calcio sono stati uccisi da Israele a Gaza, tra cui 69 bambini e 176 giovani uomini.
La notizia arriva mentre la Fifa, l’organismo di governo del calcio internazionale, ha ripetutamente ritardato una votazione per vietare a Israele di competere. In una decisione pubblicata il 3 ottobre, l’organizzazione ha affermato: “Il Comitato disciplinare della FIFA sarà incaricato di avviare un’indagine sul presunto reato di discriminazione sollevato dalla Palestine FA”.
L’organismo di governo ha anche affermato che indagherà “sulla partecipazione alle competizioni israeliane di squadre di calcio israeliane presumibilmente basate nel territorio della Palestina”.
Israele ha distrutto decine di strutture sportive nei suoi attacchi a Gaza.
A febbraio, testimoni oculari hanno riferito a Middle East Eye che le forze israeliane hanno trasformato uno stadio di calcio nel quartiere di Shuja’iyya, nel nord di Gaza, in un improvvisato “campo di interrogatorio e tortura” per i palestinesi detenuti.
Oltre 42.300 palestinesi a Gaza sono stati uccisi e 99.013 feriti da Israele dal 7 ottobre 2023, secondo il ministero della salute palestinese.
Gran parte dell’infrastruttura civile della striscia assediata è ora distrutta, con timori di ulteriori catastrofi umanitarie mentre l’esercito israeliano cerca di costringere i restanti 400.000 abitanti del nord di Gaza ad andarsene attraverso una rinnovata offensiva di terra nell’area.

Leggo che la FIFA sta procrastinando la decisione sulla esclusione di Israele da tutte le competizioni.

Complimenti!

Fate, e facciamo, schifo!

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