Fai un po’ di zapping tra vari siti istituzionali e mentre verifichi se il famigerato report Draghi sia già da qualche parte ti imbatti in uno studio finanziato dalla UE che si è occupato di “gravidanza maschile“.
Nulla di particolare, i ricercatori hanno indagato la gravidanza di due famosi singnatidi, il Pesce Ago (Syngnathus acus – https://it.wikipedia.org/wiki/Syngnathus_acus) e il Cavalluccio Marino (Hippocampus – https://it.wikipedia.org/wiki/Hippocampus).

Condivido la traduzione della news pubblicata sul sito della Commissione Europea la quale, oltre a buttare soldi dei contribuenti in armi per i nazistelli ucraini e (vedremo poi dal report del divo Mariuccio) in una folle corsa al riarmo per farci piombare di nuovo in un conflitto mondiale che servirà a “igienizzare il mondo”, spende per questi studi che apparentemente non avrebbero alcuna ragion d’essere se non fosse che viviamo un tempo di forzata liquidità che fa pensare.

Gravidanza maschile: svelare la coevoluzione dell’investimento genitoriale e della difesa immunitaria

I ricercatori hanno esplorato come si è evoluta la gravidanza maschile nei pesci ago e nei cavallucci marini.

Cosa determina se un animale maschio o femmina sarà genitore di un bambino? Questa domanda evolutiva rimane controversa e senza risposta. La viviparità, ovvero mantenere un embrione all’interno di un genitore fino alla nascita, è diffusa ma è la forma di riproduzione più costosa. Sembra essere più diffusa tra le femmine, anche se per alcuni animali, come i cavallucci marini, è il maschio a portare in grembo il bambino. Perché è così?
Queste domande sono state esplorate nel progetto MALEPREG finanziato dall’UE da un team di ricercatori guidato da Olivia Roth, una biologa evoluzionista marina presso l’Università di Kiel.
Roth ha analizzato l’evoluzione del sistema di accoppiamento, per identificare i benefici di fitness che portano all’evoluzione della viviparità. Il focus del progetto erano i singnatidi (pesci ago e cavallucci marini), la maggior parte dei quali ha ruoli sessuali invertiti e presenta un gradiente evidente in diverse specie tra la viviparità completa (interna) e il trasporto degli embrioni sul lato ventrale.
“Nonostante la gravidanza si sia evoluta oltre 150 volte nel regno animale, i singnatidi hanno un’evoluzione unica della gravidanza maschile”, afferma Roth. “La ricerca sulla gravidanza raramente si concentra su questa straordinaria convergenza, ma si concentra invece principalmente sull’evoluzione della gravidanza singola nei mammiferi”.

Andare oltre il modello dei mammiferi

Per ottenere informazioni più approfondite sull’evoluzione della gravidanza, il progetto MALEPREG, supportato dal Consiglio europeo della ricerca, è andato oltre il modello di evoluzione della gravidanza nei mammiferi.
“Confrontando l’evoluzione della gravidanza maschile con la gravidanza nei mammiferi, abbiamo potuto individuare sorprendenti somiglianze nell’adattamento e identificare meccanismi molecolari condivisi”, aggiunge Roth. “Questi sono presumibilmente condivisi con molte altre forme di evoluzione della gravidanza e quindi molto probabilmente riflettono modelli di adattamento generali necessari affinché la gravidanza si evolva”. I ricercatori hanno anche esplorato le diverse forme di gravidanza maschile, che vanno da quelle che trasportano embrioni solo su un lato del corpo, a quelle con sacche di covata e quelle con strutture simili alla placenta per nutrire gli embrioni durante la gravidanza.
Il team ha utilizzato un ampio spettro di metodi, tra cui la genomica comparativa per individuare la perdita e l’acquisizione di geni nell’evoluzione della gravidanza e il ruolo del microbioma nell’evoluzione della gravidanza maschile e come i microbi modellano la prole in via di sviluppo.

Indagine sui collegamenti tra viviparità e sistema immunitario

MALEPREG ha anche esplorato la coevoluzione dei sistemi immunitari, microbi specifici e gravidanza, che si ritiene siano strettamente collegati.
“Gli adattamenti immunologici sembrano basarsi sul nucleo dell’evoluzione della gravidanza; abbiamo quindi utilizzato un approccio sperimentale con trapianti di pinne per comprendere il riconoscimento del sé rispetto al non sé”, spiega Roth.

Scoprire percorsi evolutivi simili

Sebbene la gravidanza maschile nei singnatidi e la gravidanza femminile nei mammiferi siano distinte e completamente indipendenti, i risultati suggeriscono che questi adattamenti si basano su percorsi molto simili.
“La regolazione di specifici geni immunitari che sono, nei mammiferi, essenziali per il successo di una gravidanza comprende esattamente quei geni che sono andati perduti nel genoma dei singnatidi”, afferma Roth. “Una perdita di questi geni avrebbe potuto fornire l’opportunità evolutiva per l’evoluzione della gravidanza maschile”. Alcuni di questi geni persi hanno un ruolo importante in un percorso essenziale per il riconoscimento del sé e del non sé, che svolge un ruolo importante nella tolleranza immunologica dell’embrione durante la gravidanza dei mammiferi. “Abbiamo trovato una regolazione differenziale di molti geni noti della gravidanza dei mammiferi durante la gravidanza maschile”, osserva Roth. “Questo ha approfondito la nostra comprensione del fatto che l’evoluzione utilizza in modo indipendente kit di strumenti simili per far evolvere un tratto specifico”.

(News originale: https://cordis.europa.eu/article/id/453643-identifying-the-evolutionary-drivers-of-male-pregnancy)

In definitiva avete visto come lo studio sia curioso, peraltro con quel pizzico di sano sadismo nei confronti dei piccoli amici acquatici ai quali hanno innestato delle pinne estranee per verificare alcune teorie sulla genetica, nella sua apparente banalità.
Come detto però dobbiamo fare attenzione a queste facezie poiché da qui possono nascere teorie bislacche sulla possibilità che l’uomo sia in grado di avere gravidanze e di partorire.
Si sarà notato come si ripeta spesso il parallelo tra singnatidi e mammiferi (il riferimento agli esseri umani è velatamente ovvio).
Nel finale poi si ipotizza che se per caso le cose non fossero andate come sono andate il mammifero maschietto avrebbe anche potuto generare figliuoli.
Peccato che sia andata come è andata e noi altri si sia in grado al massimo di fare, più o meno bene, gli inseminatori e poi i padri.
Questo è il ruolo che ci ha dato Madre Natura, quella che si cita quando fa comodo mentre diventa una illustre sconosciuta quando si tratta di parlare di biologia.
Con la speranza che questa follia possa un giorno cessare chiudo ricordando che il tutto si collega al processo di digitalizzazione in atto (a proposito, avete visto che inizia l’anno scolastico con 4 regioni che lanciano l’assistente virtuale AI? – https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2024/09/08/si-torna-in-aula-questanno-in-cattedra-anche-lintelligenza-artificiale_c5e6c098-bf36-4170-8198-b798750a0227.html. Come sempre noi lombardi siamo in prima fila quando c’è da lanciarsi verso il precipizio).
La gabbia digitale nella quale vogliono rinchiuderci richiede un essere umano completamente privo di identità, fluido, pronto per essere qualsiasi cosa nel gameplay del meraviglioso mondo virtuale che ci aspetta.
E’ probabile che io abbia le visioni, ma resto convinto che buona parte del perché di certe derive, progetti e agende sia concentrato proprio su questo.
Intanto se non altro avete imparato qualcosa in più sul Pesce Ago e sul Cavalluccio Marino che son così simpatici – anche se il Pesce Ago me lo ricordo perché da bimbo al mare lo trovavo spesso e altrettanto spesso mi punzecchiava se lo disturbavo – e non vorrei diventassero carne da macello per i “fondamentali” studi finanziati dalla nostra “amorevole” Unione Europea.

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