Nel penultimo Consiglio dei Ministri (n. 86 del 20 giugno 2024) si è discusso di “Economia dello spazio” con l’approvazione di un disegno di legge intrigante.
Leggiamo il testo del comunicato relativo al disegno di legge “spaziale” (https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-86/26062):

ECONOMIA DELLO SPAZIO

Disposizioni in materia di economia dello spazio (disegno di legge)
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha approvato un disegno di legge che introduce disposizioni in materia di economia dello spazio.

Il testo introduce nell’ordinamento la definizione di “attività spaziale”, che ricomprende il lancio, la gestione in orbita e il rientro di oggetti spaziali ed ogni altra attività realizzata nello spazio extra-atmosferico, ivi compreso l’uso delle risorse naturali, e detta una complessiva regolamentazione dell’eterogenea e vasta attività imprenditoriale privata connessa all’esplorazione dello spazio, anche con espresso riferimento agli accordi internazionali sottoscritti e ratificati dall’Italia in materia.

In sintesi, il disegno di legge intende disciplinare:
– il regime autorizzatorio cui le attività spaziali private sono sottoposte;
– i requisiti di capacità tecnica e professionale che gli operatori devono possedere;
– la valutazione preventiva del rischio connesso all’attività autorizzata;
– il regime di assicurazione obbligatorio e la materia della responsabilità per danni causati dalle attività spaziali;
– misure di sostegno della space economy;
– gli appalti pubblici relativi al settore delle attività spaziali e delle tecnologie aerospaziali (mediante la previsione di un regime speciale).

Le nuove norme prevedono che tutte le attività spaziali condotte da operatori di qualsiasi nazionalità, nel territorio italiano, o da operatori nazionali, al di fuori del territorio italiano, debbano essere preventivamente autorizzate dall’Autorità responsabile (Presidente del Consiglio dei ministri o l’Autorità delegata alle politiche spaziali o aerospaziali), previa istruttoria dell’Agenzia spaziale italiana (ASI) e del Comitato Interministeriale per le politiche relative allo Spazio e alla ricerca aerospaziale (COMINT), salvo che nel caso in cui l’attività sia munita di autorizzazione rilasciata da altro Stato e riconosciuta in Italia.

a. Vigilanza

Si affida ad ASI la vigilanza sulle attività condotte da ciascun operatore spaziale, riconoscendo all’Agenzia l’accesso ai documenti e alle informazioni relativi all’attività spaziale autorizzata e all’oggetto spaziale eventualmente lanciato nell’ambito di tale attività. Gli operatori spaziali e i proprietari che non forniscano le informazioni o i documenti richiesti o che non adottino le misure necessarie a consentire le ispezioni, ostacolando l’attività di vigilanza dell’ASI, sono sottoposti a sanzione amministrativa pecuniaria da 150.000 a 500.000 euro.

Si introduce una nuova ipotesi di reato (reclusione da 3 a 6 anni e multa da 20.000 a 50.000 euro) consistente nel fatto dell’operatore che eserciti un’attività spaziale senza aver conseguito l’autorizzazione o successivamente alla scadenza della stessa.

b. Immatricolazione degli oggetti spaziali

Gli oggetti spaziali rispetto ai quali l’Italia risulti unico Stato di lancio sono immatricolati nel registro nazionale di immatricolazione degli oggetti lanciati nello spazio extra-atmosferico. Si prevede un registro complementare per iscrivere gli oggetti spaziali non immatricolati in Italia di cui un operatore di nazionalità italiana acquisisca la gestione o proprietà in orbita o su un corpo celeste.

c. Responsabilità degli operatori spaziali e dello Stato

L’operatore spaziale è responsabile dei danni cagionati in conseguenza delle attività spaziali condotte ed è sempre tenuto al risarcimento dei danni prodotti a terzi sulla superficie terrestre, nonché agli aeromobili in volo e alle persone e cose che si trovano a bordo di questi ultimi. La responsabilità dell’operatore spaziale è esclusa solo se questi prova, alternativamente, che i danni sono stati causati in via esclusiva e con dolo da un terzo estraneo all’operazione spaziale e che il fatto del terzo non poteva essere impedito o che i danni sono stati causati esclusivamente dal danneggiato.
Nel caso in cui lo Stato italiano sia chiamato a rispondere da uno Stato straniero dei danni causati a persone o cose da un oggetto spaziale e risarcisca, pertanto, tali danni, può esercitare, entro 24 mesi dall’avvenuto pagamento del risarcimento, azione di rivalsa nei confronti dell’operatore.

Gli operatori autorizzati dovranno stipulare contratti assicurativi o altra idonea garanzia finanziaria a copertura dei danni derivanti dall’attività spaziale con massimale pari a 100 milioni di euro per sinistro (tale massimale non può essere comunque inferiore a 50 milioni di euro o, nel caso in cui l’operatore autorizzato persegua solo finalità di ricerca o sia una start up innovativa, 20 milioni di euro).

d. Misure per l’economia dello spazio

Si introduce il Piano nazionale per l’economia dello spazio. Tale piano, aggiornato con cadenza biennale, contiene:
– analisi, valutazione e quantificazione dei fabbisogni delle capacità produttive;
– analisi delle esigenze istituzionali relative ai servizi basati sull’uso di tecnologie spaziali suscettibile di una valorizzazione commerciale;
– programmazione, valutazione preliminare, controllo e monitoraggio, delle iniziative di partenariato pubblico-privato;
– definizione delle sinergie attivabili tra i diversi strumenti di finanziamento e di intervento;
– allocazione alle varie iniziative previste delle risorse disponibili;
– identificazione delle possibili ulteriori risorse da destinare alle iniziative;
– monitoraggio e verifica delle iniziative finanziate e dei relativi impatti.
Si istituisce il Fondo per l’economia dello spazio, di durata pluriennale, destinato alle attività di economia dello spazio, alla commercializzazione dello spazio e all’utilizzo commerciale delle infrastrutture spaziali nazionali, e alimentato in parte con risorse pubbliche e in parte attraverso le contribuzioni corrisposte in sede di autorizzazione all’esercizio di attività spaziali e le sanzioni irrogate nei confronti degli operatori che non forniscono informazioni o non consentono ispezioni e dei soggetti che svolgono attività spaziali senza autorizzazione.

e. Infrastrutture spaziali

Si prevede che lo Stato promuova lo sviluppo dell’attività spaziale quale fattore promettente di crescita economica, favorendo, in particolare, la ricerca, la produzione e il commercio in orbita terrestre bassa, precisando, altresì, che l’accesso ai dati, ai servizi e alle risorse delle infrastrutture spaziali nazionale è garantito in modo equo e non discriminatorio.

Nel complesso pare che l’Italia voglia approntare un quadro giuridico che permetta di regolamentare l’attività spaziale su più livelli, quindi non solo lanci e attività connesse, ma anche eventuali spedizioni per la raccolta e l’utilizzo di materiali o altre non meglio identificate.

La prima domanda è alquanto banale, ma credo doverosa in quanto vedo che si parla di regime sanzionatorio nei confronti di quegli attori che agiscono senza la previa autorizzazione della ASI (Agenzia Spaziale Italiana).

Prima di questo tentativo di regolamentazione in Italia era possibile fare qualsiasi attività senza limiti e regole?

Secondo quesito: Si prospetta un boom delle attività nei prossimi decenni?

Allora come mai continuiamo a ricevere input in senso contrario dal momento che i paventati viaggi lunari e marziani vengono rinviati, se non annullati, spesso e volentieri dagli operatori pubblici e privati?

Tenendo presente quanto sia curioso che non esistesse una normativa di questo tipo prima dell’intervento di questo governo – infatti dalla prima legge sul riordino della ASI del 2003 a oggi ne abbiamo avute altre due che però non facevano espresso riferimento alle attività in senso più strattamente economico (https://www.ufficiopolitichespaziali.gov.it/home/normativa/normativa-settore-spazio/) –
sono intrigato da questa notizia poiché fa pensare che anche lassù qualcosa si stia muovendo a dispetto del fatto che, pur con le spedizioni robotizzate di Cina e India per dirne due, apparentemente non sembrerebbe esserci granché di nuovo in arrivo dalle esplorazioni nello spazio esterno.

Ultima domanda: Potrebbe essere tutto vincolato alle insistenti voci sulle paventate “guerre stellari”, magari poco stellari e molto terrestri, da condursi nelle parti alte dell’atmosfera?

Oppure, come ci ricorda ilSole24ore, più prosaicamente negli ultimi 15 anni il valore delle attività spaziali è triplicato e i soldini che girano in orbita fanno gola a tutti, governi compresi.

Come al solito chi vivrà vedrà, per quel che vale.

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