Il Consiglio Europeo che si è tenuto a Bruxelles tra il 21 e 22 marzo di quest’anno ha posto alcuni paletti che al momento possiamo definire verbali.
Non è però il caso di pensare che dalle parole si possa passare ai fatti, anche tra anni, poiché la storia insegna che le guerre hanno gestazioni lunghe e laboriose, ma la decisione solitamente è presa per tempo e qui pare che così sia stato nei decenni passati.
Dalle conclusioni (https://www.consilium.europa.eu/media/70898/euco-conclusions-2122032024-it.pdf) della due giorni si evince che perdura il doppiopesismo nell’approccio alle questioni ucraino-russa (o meglio NATO-Russia) e israelo-palestinese.
QUi c’è un punto importante che è quello dell’ormai quasi certo utilizzo dei fondi russi congelati. Se dovesse accadere questo sarebbe un ulteriore passo verso l’abbandono dell’Occidente da parte del resto del mondo poché la credibilità, soprattutto quella europea, andrebbe a farsi benedire.
Nel mio particolare modo di vedere le cose qui trovo un altro tassello del crollo occidentale e della vittoria già ottenuta, e solo da certificare anche agli occhi delle opinioni pubbliche mondiali, dalla Cina.
Chiusi i capitoli di guerra guerreggiata si passa alla definizione di massima del nuovo approccio europeo alla difesa, che si sintetizza nel sostanziale aumento delle spese militari.
Sull’allargamento della UE abbiamo il plauso all’Ucraina per i progressi fatti, anche se non sappiamo quali siano questi progressi. Forse il fatto di aver eliminato ogni opposizione politica, o forse il fatto di aver messo in piedi un sistema violento di arruolamento della qualunque dove finiscono al fronte anche donne incinte e portatori di handicap, o forse ancora l’aver dichiarato guerra alla cultura russa. Scegliete voi.
Si continua poi a interferire nella vita di paesi satellite dell’ex Unione Sovietica ammantando il tutto come allargamento della grande famiglia europea. Il riferimento è alla Moldavia e alla Georgia.
Si sono anche ricordati di citare gli accordi di partenariato con Egitto e Mauritania, senza però ricordare che in entrambi i paesi vigono vere e proprie dittature repressive – in Egitto le elezioni sono state pesanetemente inficiate dalle pressioni di un al-Sisi che voleva il plebiscito, ma lui non è Putin per cui… – e per l’Egitto c’è una questione migratoria in possibile esplosione che fa venire i brividi – parliamo di milioni di potenziali immigrati in arrivo ai quali si potrebbero aggiungere un paio di milioni di palestinesi.
Un cenno quasi proforma anche alla situazione di Haiti, mentre del Sudan pare non gliene possa fregare di meno.
Sulla migrazione come punto specifico due parole in libertà senza alcun costrutto.
C’è poi il punto relativo all’agricoltura nel quale si fanno promesse che poi vedremo se saranno mantenute.
In conclusione si arriva al punto “VIII. PREPARAZIONE E RISPOSTA ALLE CRISI” nel quale troviamo la frase che fa preoccupare. Quel “Il Consiglio europeo sottolinea la necessità imperativa di rafforzare e coordinare la preparazione militare e civile e di una gestione strategica delle crisi nel contesto dell’evoluzione del panorama delle minacce” secondo la nostra Giorgina può essere male interpretato poiché scritto non proprio bene. A me pare invece fin troppo chiaro.
La pagina dedicata alla due giorni del Consiglio Europeo la trovate qui: https://www.consilium.europa.eu/it/meetings/european-council/2024/03/21-22/.