Leggevo il documento “Money and Payments: The Fice C’s“, pubbicato sul sito della BIS, a cura di una dei tre Governatori della Banca Centrale di Danimarca Signe Krogstrup.

Documento interessante poiché tratta di temi utili per comprendere come la discussione cash vs digital sia obsoleta.

Il digitale ha già vinto e dobbiamo solo capire come meglio approcciare l’evoluzione del sistema monetario in via di dispiegamento a livello mondiale.

Ciò non significa che non ci sia qualche margine di manovra per coloro che volessero evitare la gabbia digitale, ma le due opzioni che vado ora a ricordare btrevemente sono rispettivamente utopia la prima e falsa illusione, a mio avviso, la seconda.

Potremmo evitare la dittatura digitale se rinunciassimo al denaro. Non intendo cash o digitale, dico in toto, per costruire una economia del dono. Ma comprendo che l’umanità non è pronta per un salto evolutivo di questo tipo – siamo in pochissimi a praticare nella vita di tutti i giorni questa linea di pensiero – per cui la cataloghiamo nella categoria delle utopie.

C’è chi crede fermamente nel potere del bitcoin che fornirebbe la base per eludere la dittatura digitale.

Al di là del fatto che esso stesso è moneta digitale e perciò si presta a tutta una serie di limitazioni, a partire dalle infrastrutture che occorrono per poterlo utlizzare e che sono in mano agli stessi che dominano la moneta, cash o digitale, classica, bitcoin ha molti pregi, ma anche tanti problemi.

Uno su tutti però mi preme far notare ancora una volta. La blockchain è proprio lo strumento che starà alla base della gabbia digitale e coloro che la esaltano – fanno bene dal punto di vista tecnico, sia chiaro – non colgono la sottile differenza che c’è tra una possibile vaidi salvezza fornita dal Robin Hood dei programmatori e l’esca alla quale hanno già abboccato quelli che oggi stanno facendo solo da cavie nello sviluppo della struttura di riferimento.

Sempre disponibile a cambiare idea nonostante Bitcoin lo abbia studiato e praticato abbastanza bene, ma mi si dovrà convincere con argomenti pregnanti.

Torniamo al documento della Banca Centrale di Danimarca.

Le cinque C sono: Carte, Cash, Cyber, Crypto e CBDC (Moneta Digitale della Banca Centrale).

Come vedete si ragiona su queste colonne portanti della struttura della gabbia digitale senza tralasciare alcunché.

I discorsi di facciata contro le crypto sono solo specchietti per allodole. Chi di dovere ha già messo le mani anche sulle crypto.

Nella seconda parte del documento e nelle slide si parla di come il pagamento digitale sia giocoforza quello prevalente, anche se paesi come il nostro ancora mantengono una buona prevalenza del cash (noi siamo al 69%). Ed è con paesi come il nostro che presto useranno le maniere un po’ più forti per condurci all’interno dell’ovile digitale.

Io però torno su un tema a me caro, ovvero quello di ciò che sta alla base del denaro e del suo successo, e propongo la traduzione di un passaggio che troviamo a pagina 2.

Il denaro è fiducia e convenienza
Il denaro che utilizziamo e il modo in cui paghiamo si sono sempre evoluti. Tuttavia, la costante nel corso della storia è stata che il denaro ha tre attributi, principalmente quello di fungere da mezzo di scambio, riserva di valore e unità di conto. Richiede fiducia nel denaro per avere questi attributi. La fiducia è stata giustamente definita l’anima del denaro. In passato, l’oro, altri metalli preziosi o gemme svolgevano tipicamente il ruolo di denaro. Valore e fiducia erano assicurati dalla scarsità e dal valore d’uso della merce, ad esempio dal suo utilizzo in gioielleria. Successivamente il denaro si è evoluto in banconote e monete più convenienti e divisibili, e in molti paesi erano direttamente collegati al valore dell’oro: il Gold Standard.
Tuttavia, il valore dell’oro non è sempre stato sufficientemente stabile. Il collegamento all’oro è stato infine sostituito con la moneta fiat come emissione di moneta a corso legale da parte delle banche centrali. La fiducia nella moneta fiat è assicurata attraverso la credibilità dell’impegno della banca centrale emittente a sostenere le sue funzioni di riserva di valore e di mezzo di pagamento.

Ricordiamo ancora i tre valori del denaro elencati nel documento: mezzo di scambio, riserva di valore, unità di conto.

Ora, tutti questi valori non sono alla base del denaro, o meglio lo sono nel momento in cui baipassiamo il vero, grande pilastro che è la FIDUCIA, il TRUST all’inglese. Non dimenticate cosa riportail dollarone in “prima pagina”: “In God We Trust”. Laddove Dio è il Denaro. E noi crediamo religiosamente nel potere del denaro. Il tutto si risolve in una enorme eggregora che manipola le menti degli esseri umani da milioni di anni direi (ma questa è un’altra storia).

La fiducia dunque come vero pilastro, infatti poco dopo si scrive che la fiducia viene definita come “l’anima del denaro“.

Poi si prosegue con la storia spicciola che vedeva prima i metalli preziosi, esempio massimo l’oro, come riferimento e se la proiettassimo sul futuro prossimo non sarebbe difficile vedere il Bitcoin come riserva fissa dei prossimi decenni (o secoli?) viste le sue caratteristiche così maledettamente simili a ciò che ci ha tenuto progionieri del denaro fin qui.

Quello che sta facendo saltare il banco della moneta fiat oggi è la continua erogazione monetaria che rende il paramentro “riserva di valore” del denaro sempre meno affidabile. E se manca la fiducia… questa va ricostruita.

Il documento pubblicato dalla BIS è qui: https://www.bis.org/review/r240313o.htm.

Questo è il PDF: https://www.bis.org/review/r240313o.pdf.

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