Tra i tanti riavvicinamenti di paesi del Medio Oriente c’è anch quello che vede di nuovo in stretto contatto Egitto e Turchia.

L’incontro tra i due presidenti rappresenta un altro tassello imporante nel mosaico mediorientale con Israele che prosegue nella mattanza dei palestinesi e potrebbe presto ritrovasi compleamente isolato su tutti i fronti.

Leggiamo l’articolo pubblicato su Middle East Eye.

“Una nuova era”: il turco Erdogan in Egitto per la prima visita dopo dieci anni

I colloqui tra i presidenti turco ed egiziano si concentrano sulla guerra di Israele a Gaza e sui legami bilaterali

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è arrivato mercoledì nella capitale egiziana per la sua prima visita dal 2012, segnando il più grande passo avanti verso il consolidamento di un riavvicinamento tra le due potenze regionali. Il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi ha accolto Erdogan sulla pista e i due si sono scambiati una stretta di mano. Dopo anni in cui si consideravano persona non grata – a causa principalmente del colpo di stato di Sisi del 2013 contro il suo predecessore Mohamed Morsi, alleato di Erdogan – le relazioni tra i due leader sono migliorate dal 2021, grazie agli sforzi diplomatici dietro le quinte. I primi frutti di questi sforzi sono emersi durante la Coppa del Mondo in Qatar nel 2022, quando Erdogan e Sisi si sono incontrati brevemente per la prima volta. Mercoledì i due leader hanno firmato diversi accordi, sostenendo entrambi “una nuova era nelle relazioni”, un aumento degli scambi commerciali a “15 miliardi di dollari all’anno in pochi anni” e la cooperazione diplomatica in Medio Oriente e Africa. “L’Egitto è attualmente il principale partner commerciale della Turchia in Africa”, ha detto Sisi in una conferenza stampa con Erdogan al Cairo. La visita di Erdogan avviene nel contesto di intensificati sforzi internazionali, guidati da Egitto, Qatar e Stati Uniti, per mediare una nuova tregua tra Israele e Hamas. Martedì una delegazione israeliana era al Cairo, mentre mercoledì era attesa una delegazione di Hamas. Il presidente turco ha affermato che le discussioni con Sisi si concentreranno sulla guerra di Israele a Gaza e sugli sforzi per porre fine all’offensiva che ha ucciso oltre 28.000 palestinesi dal 7 ottobre. Durante il suo incontro con Sisi, Erdogan ha denunciato “la politica di occupazione e di massacri del governo di Benjamin Netanyahu”, il primo ministro israeliano. Ha inoltre invitato la comunità internazionale a “non lasciare che accada una tale follia che porterà al genocidio”, in riferimento all’imminente invasione israeliana della città più meridionale di Gaza. Sisi, invece, ha criticato Israele per “gli ostacoli che rallentano la consegna degli aiuti umanitari a Gaza”. Le relazioni Turchia-Egitto sono di fondamentale importanza non solo per i due paesi ma anche per la regione, e devono essere valutate come parte del cambiamento delle circostanze, dicono gli analisti. Mehmet Ozkan, professore all’Università della Difesa Nazionale in Turchia, ha detto a Middle East Eye che dopo il 7 ottobre, quando Israele ha lanciato la sua offensiva su Gaza in seguito a un massiccio attacco guidato da Hamas contro le città israeliane del sud, gli attori regionali si sono resi conto che c’era un ” bisogno di comunicazione”. Anche paesi dal Sudan all’Etiopia e alla Libia sono direttamente interessati dalla natura delle relazioni tra Il Cairo e Ankara, poiché entrambi i paesi hanno sostenuto le parti opposte nei conflitti regionali. “Si tratta di un passaggio dalla caparbietà strategica alle relazioni strategiche”, ha detto Ozkan.

(Articolo originale: https://www.middleeasteye.net/news/turkey-egypt-erdogan-first-visit-decade)

Qualche giorno fa la visita del presidente argetino Milei a Gerusalemme ha forse dato una sponda (lontana) in più a Netanyahu, con parole peraltro incendiarie di Milei sulla ricostruzione, se fosse mai esistito, del tempio israelita con annessa demolizione delle moschee di Al Aksa. Un’idea malsana che porterebbe a guerra aperta su vastissima scala.

Ora, dopo tutti gli altri incontri dei quali anche qui si è trattato, arriva anche quello che vede riallacciarsi i legami tra Egitto e Turchia.

Senza dimenticare la sollevazione popolare africana contro i tiranni europei, Francia in testa e la crescente sfiducia nei confronti del nostro modo di condurre le danze a livello globale.

Confermo la mia sensazione e penso che l’annuncio del Nuovo Secolo Cinese, in salsa multipolare, non sia poi così lontano. Si spera senza esagerare con le guerre che sono purtroppo un classico di questi passaggi di consegne tra poteri di secondo livello.

Noi nel frattempo continuiamo a prendere ordini dai padroncini anglosassoni e ci scaviamo la fossa con inaudita disinvoltura (io come al solito la metto sul ridere anche se da ridere c’è ben poco).

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