Giunge oggi la notizia della morte del giornalista cileno-americano Gonzalo Lira, detenuto da mesi nelle carceri ucraine a causa delle sue corrispondenze non gradite al regime nazista di Kiev.
Secondo l’agenzia di stampa russa TASS la morte di Lira è stata confermata dal Dipartimento di Stato USA rispondendo a un quesito posto da un giornalista russo al portavoce del Dipartimento stesso.
Nella notizia data dalla TASS (https://tass.com/world/1731827) riporta le parole del Dipartimento USA:
“We can confirm the death of a U.S. citizen in Ukraine. We offer our sincerest condolences to the family on their loss. We stand ready to provide all appropriate consular assistance. Out of respect to the family during this difficult time, we have no further comment.“
“Possiamo confermare la morte di un cittadino statunitense in Ucraina. Porgiamo le nostre più sincere condoglianze alla famiglia per la loro perdita. Siamo pronti a fornire tutta l’assistenza consolare adeguata. In segno di rispetto verso la famiglia in questo momento difficile, non abbiamo ulteriori commenti.“
Ricordiamo che Gonzalo Lira sarebbe stato arrestato, detenuto e torturato, come da lui stesso testimoniato in alcuni tweet publicati mentre cercava di riparare in Ungheria dopo essere stato rilasciato una prima volta, nelle carceri ucraine.
Ricordiamo anche come si è espresso il Dipartimento USA nei confronti di questa vicenda nei due precedenti breefing con la stampa del giugno e agosto 2023.
Il 6 giugno (https://www.state.gov/briefings/department-press-briefing-june-6-2023/) alla domanda “Inoltre, potrebbe spiegare perché il Dipartimento di Stato finora ha taciuto completamente sulla detenzione di Gonzalo Lira. È cittadino e giornalista statunitense. Il Dipartimento di Stato è stato molto esplicito quando Evan Gershkovich (*) è stato arrestato, e finora non abbiamo sentito nulla di Lira.” Vedant Patel rispose quasi stizzito dicendo che “Ebbene, ogni volta che un cittadino americano è detenuto all’estero, ci assicuriamo di sollevare direttamente ai governi la possibilità di accesso consolare e che siano loro affrontati tutti gli accessi di base per le notifiche consolari. Ma non ho altri dettagli da offrire lì.” e ribattendo al successivo tentativo dell’interlocutore che si poteva procedere.
Il 1° di agosto (https://www.state.gov/briefings/department-press-briefing-august-1-2023/) alla domanda “Grazie, Matt. Liam Cosgrove con The Grayzone. Allora a maggio ti avevo chiesto di Gonzalo Lira. Era il cittadino statunitense arrestato in Ucraina per aver pubblicato online contenuti dissidenti e mi hai detto che il Dipartimento di Stato era a conoscenza del suo arresto a maggio. E ieri sera abbiamo appreso attraverso una serie di suoi tweet che era stato torturato nella prigione ucraina e ora era su una motocicletta con una costola rotta mentre cercava di fuggire verso il confine ungherese. E quindi mi chiedo, se questo è vero, dato che il Dipartimento di Stato sapeva del suo arresto e della sua detenzione, come è stato permesso che ciò accadesse? Abbiamo un cittadino americano detenuto e forse torturato nella prigione di uno dei nostri più forti alleati.” Matthew Miller rispose con un paio di “non so e devo verificare“.
Poi il nulla fino alla odierna morte di Lira.
Ho avuto modo di ascoltare dalla sua viva voce alcuni reportage da Kiev di Gonzalo Lira.
La mia impressione era certo quella di un giornalista contro (ma è questo un delitto?) il regime del drogato e dei suoi amici nazisti, ma quanto affermava ha sempre trovato conferma nei fatti.
La sua vicenda ci ricorda che nemmeno con i propri cittadini gli USA riescono a evitare il doppiopesismo e l’ipocrisia.
In definitiva è chiaro che se sei con il sistema e fai la brava bestiolina come fanno gli scodinzolanti della CNN o dei vari New York Times & Co. sei tutelato e difeso, altrimenti puoi morire come un cane.
Evviva il modello USA! Quello da cui ci saremmo dovuti staccare almeno tren’anni fa, e invece siamo ancora qua.
Ma soprattuto il mio pensiero va a Gonzalo Lira, giornalista e uomo libero in un mondo di lecchini ammaestrati e bestie ipocrite.
Ciao Gonzalo, ci si rivede più avanti in un mondo (si spera) migliore.
(*) Evan Gershkovich è un giornalista detenuto in Russia dal 2023 (https://www.wsj.com/news/author/evan-gershkovich). Potete leggere la sua storia anche sulle testate italiane che di lui parlano che di lui parlano come di un martire del giornalismo mentre non hanno mai fatto menzione, se non per denigrarlo in quanato presunto filorusso, di Gonzalo Lira.