Prima missiva diretta al Presidente del Consiglio Meloni, una letterina che vlevo scrivere da qualche settimana per avanzare un paio di richieste in tema i viaggi istituzionali.
Una letterina breve che arriva subito a sodo, ovvero alla questione della subalternità del nostro Paese che ci costringe ad essere pavidi inn oni nostro movimento sulla scena internazionale.
Ho chiesto quindi alla signora Meloni di avere coraggio e prendere in considerazione la possibilità di visitare la città di Donetsk nonché Gaza e la Cisgiordania nei progammati viaggi in Ucraina e Israele.
Perché?
Ma occorre davvero che lo spieghi?
Di seguito il testo della missiva.
Prossimi viaggi istituzionali
Salve Signor Presidente del Consiglio Meloni,
Consapevole delle difficoltà che sta incontrando da quando è al governo del Paese a far coabitare il dire incendiario dei tempi di opposizione col fare pragmatico di oggi non la tedierò con le mie considerazioni.
Le scrivo invece in riferimento agli annunciati viaggi in Ucraina e Israele.
Le chiedo di prendere in considerazione la possiblità di andare a trovare il comico solo dopo aver visitato Donetsk, città nella quale potrà gustare il suono delle bombe che quotidianamente da nove anni cadono sulle teste della popolazione civile ad opera dei nazisti di Kiev.
Le chiedo inoltre di prendere in considerazione la possibilità di andare a visitare Gaza e la Cisgiordania per poter vedere con i suoi occhi come vive un popolo chiuso in gabbia e oppresso da decenni dai nazisti di Tel Aviv.
Così facendo avrebbe molti argomenti di cui parlare con le autorità di quelle due nazioni olltre alle consuete facezie.
Abbia coraggio e ricordi che noi siamo un popolo pacifico, non guerrafondaio.
La ringrazio per l’attezione e le auguro buon lavoro,
Mauro Busnelli
Siamo davvero un popolo pacifico che non ha nessuna intenzoine di finire dentro la Terza Guerra Mondiale per soddisfare i desiderata aglosassoni (e non solo).
Sarebbe importante far arrivare una valanga di letterina come questa a chi governa il Paese per poter quantomeno far pressione, seppur minima, sull’esecutivo.
Invito pertanto chiunque abbia voglia di unirsi alle mie richieste ad inviare una PEC all’indirizzo presidente@pec.governo.it.