S&P Ratings ha pubblicato un report sul Debito Globale.
Il focus, neanche a farlo apposta, è sul debito degli stati, ovvero quello pubblico.
Tanto per cominciare il link al report è questo: https://www.spglobal.com/_assets/documents/ratings/research/101569444.pdf (meto direttamente il PDF perché se entrate nel sito per poter leggere il report dovete essere iscritti).
Abbiamo il quadro generale e quello per settore.
Ricordo che i settori di riferimento sono quattro, ma va detto che il debito pubblico è rappresentato dagli stati mentre tutti gli altri settori messi insieme rappresentano il debito privato.
Si nota subito, anche perché te lo dicono nell’introduzione e poi vien facile andare a vedere i primi grafici a pagina 2, che la percentuale del debito pubblico sul PIL è letteralmente esplosa negli anni che vanno dal giungo 2007, ovvero poco prima della crisi finanziaria del 2008, fino al giungo 2022.
Tutti gli altri settori hanno registrati lievi aumenti se non addirittura flessioni del rapporto debito/PIL.
Va detto che fattori da considerare sono molteplici, io però voglio andare sul piano generale e su ciò che credo stia accadendo.
Notiamo poi che qui parliamo di percentuali. Dovremmo verificare i numeri assoluti per comprendere il dato che vado a ricordare ora, preso da un mio articolo di qualche anno fa (il terzo della serie che trovate qui sotto).
Nel 2019 il dato del debito pubblico era di 69 trilioni di dollari, ovvero il 27% del totale mondiale. Da quanto mi risulta il debito pubblico mondiale si attesterà a fine 2022 attorno ai 71,6 trilioni, in aumento di 2,6 trilioni rispetto al 2009.
Sembra proprio che ciò che ipotizzavo tempo fa, ovvero che le crisi finanziarie di questo millennio non fossero altro che il tentativo di travasare il debito dal privato al pubblico, o comunque di caricare di debito gli stati stessi, si stia lentamente ma inesorabilmente verificando.
Il tutto in un quadro che a mio avviso deve portatre al completamento dell’operazione di svuotamento di valore, per così dire, degli stati che saranno indicati come causa prima del disastro del debito globale e verranno quindi ulteriormente esautorati agli occhi delle masse – qui tengo a sottolineare che nel mio mondo ideale anaco-comunista lo stato non esisterebbe neanche, però non ragiono come Marx con la speranza di poter approfittare del lavoro che fanno altri per giungere al mio scopo. In più non posso non vedere il gioco che hanno messo in piedi i poteri forti planetari del quale ho estremo timore.
Attenzione infatti a cosa suggeriscono i nostri “amici” di S&P per risolvere i problema del debito pubblico.
Resolving the debt overhang, amid slower growth and higher interest rates, could be painful with governments cutting expenditures and borrowers defaulting.
In breve paventano l’ormai nota e amara medicina fatta di tagli di spesa e possibili insolvenze, o magari dei non detti default.
Ho scritto negli anni alcuni articoli che potrebbero aiutare chi volesse meglio comprendere l’andazzo.
Eccoli:
1) http://www.busnosan.it/wp/2018/10/31/debito-quale-debito/ (dell’ottobre 2018)
2) http://www.busnosan.it/wp/2019/02/05/ce-solo-una-soluzione-al-problema-del-debito-globale/ (del febbraio 2019)
3) http://www.busnosan.it/wp/2019/11/24/report-debito-globale/ (del novembre 2019)
Là dentro trovate alcuni documenti molto utili.
Non è certo detto che io la stia vedendo giusta, ma continuo ad avere la netta sensazione che il gioco sia quello di distruggere del tutto la reputazione degli stati sulla strada della creazione del Governo Unico Mondiale di cui ormai lor signori parlano apertamente anche nei consessi internazionali che vanno oper la maggiore (vedi G20 & so on…).