Segnalo un articolo molto interessante che Haaretz mette in prima pagina oggi.
Si parla dell’omicidio della giornalista palestinese, ma anche in possesso di passaporto americano, Shireen Abu Akleh, uccisa l’11 maggio 2022 in quella che ebbe tutta l’aria di essere una esecuzione programmata da parte dell’esercito israeliano.
Accade che l’FBI abbia aperto una indagine su pressione bipartisan democratico-repubblicana.
Questo fatto costituisce “un momento di svolta nella storia delle relazioni USA-Israele” come si dice nell’apertura dell’articolo.
Pur chiarendo che potrebbe restare un mero esercizio formale è importante notare che la pressione maggiore arriva da quei democratici che sono ancora al potere – seppur con la Camera andata ai repubblicani (a meno di ulteriori truffe… pardon sorprese nei conteggi) – e pare non siano felicissimi del nuovo assetto della Knesset che ora pende decisamente a destra, altrimenti Benjamin Netanyahu non potrebbe governare dopo il quinto voto in meno di quattro anni.
Tra le altre cose si ricorda che dopo la conclusione (https://www.haaretz.com/israel-news/2022-09-05/ty-article/.premium/israel-admits-highly-probable-soldier-mistakenly-killed-journalist-shireen-abu-akleh/00000183-0c94-dd51-ada7-6eff54180000) della rapida indagine israeliana – che disse, come sempre senza ritegno, che si era trattato di un incidente – gli USA avevano comunque continuato a chiedere ulteriori approfondimenti.
E c’è anche una legge, la “Justice for Shireen Act“, che è incardinata nell’agenda delle camere e potrebbe mettere ulteriore pepe slla faccenda.
Ovviamente, come leggiamo, “La decisione dell’FBI di indagare potrebbe portare a uno scontro senza precedenti su un potenziale interrogatorio statunitense di soldati israeliani implicati nell’omicidio, mettendo il futuro governo Netanyahu in rotta di collisione con gli Stati Uniti.“.
La famiglia della giornalista uccisa ha espresso soddisfazione per l’apertura dell’indagine FBI e anche “Il ministero degli Esteri palestinese ha accolto con favore la notizia, affermando che “questa decisione, sebbene tardiva, riflette la certezza della parte statunitense per la mancanza di indagini israeliane serie e le denuncia come semplici tentativi di coprire criminali e assassini”. Ha aggiunto che la parte palestinese è pronta a cooperare pienamente con qualsiasi indagine internazionale o statunitense sull’omicidio.“
Ribadiamo che potrebbe non accadere nulla di particolare, ma è chiaro che hgli USA non possono lasciar cadere la questione dell’assassinio di una loro connazionale nel vuoto, e forse non hanno intenzione di farlo.
Vedremo la reazione israeliana una volta avviato il nuovo corso del governo Netanyahu.