L’attività del Governo si concentra ora sulle pezze da mettere agli effetti dannosi delle sciagurate sanzioni anti-russe in continua emissione da parte del nostro Paese.
Non che la cosiddetta emergenza sanitaria sia sparita dai radar, tutt’altro, ma intanto il nuovo giochino nelle mani del Governicchio dei Peggiori è appena iniziato e promette di regalarci tante “soddisfazioni”.
Leggevo ieri il DL 21 marzo 2022, n. 21, pubblicato in Gazzetta Ufficiale (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2022/03/21/22G00032/sg) ed entrato in vigore proprio ieri.
Tra i numerosi punti oggi ne segnalo uno che mi ha incuriosito fin dalla pubblicazione del comunicato stampa (https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-68/19432) a seguito del Consiglio dei Ministri che aveva varato il provvedimento.
Faccio riferimento al paventato utilizzo del “digestato equiparato” in sostituzione dei fertilizzanti chimici che non arriveranno dalla Russia. Peraltro non dovrebbero arrivare anche fertilizzanti e concimi naturali ma questa è un’altra storia.
Sul “digestato equiparato” occorre fare attenzione perché parliamo di un prodotto che può avere un grande potenziale e risolvere di conseguenza molti problemi. Ma può anche essere quell’elemento che, se prodotto e gestito in malo modo, metterebbe a rischio di inquinamento pesantemente terreni e falde acquifere.
Condivido qui alcui link utili per meglio comprendere d cosa stiamo parlando.
Un quaderno tecnico per Regione Piemonte del 2014 (http://www.monvisoenergia.it/wp-content/uploads/2010/05/QCMA_Digestato_2_00.pdf) con utili elementi di analisi.
Una tesi del 2013 reperita online (http://tesi.cab.unipd.it/43945/1/Mattuzzi_Lena.pdf) nella quale trovate spunti sia tecnici che storici su pregi e difetti di questo prodotto.
Un articolo (http://www.libriciconsulenza.it/blog/36-news/82-utilizzazione-agronomica-del-digestato-equiparato.html) sulla normativa al 2020.
Un articolo del gennaio 2017 (http://www.salutepubblica.net/linganno-del-biogas/) contro questo prodotto.
Un articolo del gennaio 2021 su ANSA (https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/rifiuti_e_riciclo/2021/01/26/legambiente-smonta-le-fake-news-contro-il-biometano_de2c0147-3dd7-4329-8929-d3abc3f9338a.html) nel quale si da conto del lavoro di Legambiente in favore di questo prodotto.
Aggiungo il testo del Comma 2, Art. 21 del DL appena emanato:
All’articolo 52, comma 2-bis, del decreto-legge n. 83 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 134 del 2012, il secondo periodo è sostituito dai seguenti: «Il digestato di cui al presente comma è considerato equiparato ai fertilizzanti di origine chimica quando è ottenuto dalla digestione anaerobica di sostanze e materiali da soli o in miscela fra loro, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 22 del decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 25 febbraio 2016, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 90 del 18 aprile 2016, impiegato secondo modalità a bassa emissività e ad alta efficienza di riciclo dei nutrienti e in conformità ai requisiti e alle caratteristiche definiti con il decreto di cui al terzo periodo del presente comma, per i prodotti ad azione sul suolo di origine chimica. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro della transizione ecologica, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, sono definite le caratteristiche e le modalità di impiego del digestato equiparato.».
Con questo articolo si apre all’uso del digestato con le modifiche del caso alla normativa vigente.
Altro documento importante è il Decreto del Ministero dell’Ambiente (https://ec.europa.eu/growth/tools-databases/tris/es/index.cfm/search/?trisaction=search.detail&year=2015&num=420&dLang=IT) dove troviamo i dettagli normativi su produzione e gestione del prodotto.
Credo sia evidente che questo sia un momento delicato per il nostro Paese.
Determinate decisioni potrebbero rendere il futuro migliore o peggiore in termini di sopravvivenza alimentare per le prossime generazioni.
Questa potrebbe essere una di quelle decisioni che passano tutto sommato in sordina, ma che hanno il potenziale di distruggere parte, da vedere quanta e quale, della produzione agricola italiana e delle riserve di acqua.
Sottolineo che io sono favorevole all’uso di quei residui di lavorazione degli impianti a biogas, perché di questo parliamo, a patto che le regole, piuttosto chiare, vengano rispettate alla lettera.
Proprio qui sta il mio dubbio. In fin dei conti siamo abituati a veder eludere questo genere di norme sull’altare dei profitti e del tornaconto personale.
Come al solito spero di eccedere nella malafede e che tutto possa andare per il meglio anche perché ricercare l’autosuficienza è una buona cosa. Ma lo è per acquisire autonomia decisionale anche sulla scenza internazionale, non per fare uno sgarbo come i bambini dell’asilo ai russi perché ce lo dice lo Zio Sam.
Lo stesso discorso vale per l’energia, ma questa è un’altra storia e il nostro Paese ha già deciso per il suicidio mollando le materie prime russe a buon mercato per accogliere quelle costose e ancor più inquinanti in arrivo dagli States.