Capita di leggere della acquisizione da parte della società Sixth Street del 49% di Enipower.
ENI mantiene però il 51% per cui non c’è nulla di cui preoccuparsi, vero?
La stessa Sixth Street che si è aggiundicata un bell’alberghetto in Costa Smeralda a inizio anno: https://www.ilsole24ore.com/art/sixth-street-sbarca-costa-smeralda-AE68Cv8.
Capita poi di leggere il DPCM del 17 febbraio 2022 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 marzo dal quale apprendiamo che RAI S.p.A. metterà in vendita gran parte delle sue partecipazioni in RAI Way S.p.A., la società che possiede la rete di diffusione del segnale radiotelevisivo della Rai e ha il compito di gestirla e mantenerla.
Qui il DPCM: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2022/03/19/22A01871/sg.
Scorrendo il testo del DPCM si nota che nei “Visti” è scritto:
Visto in particolare che le premesse del predetto decreto indicano l’opportunità di mantenere, allo stato, in capo a RAI, a garanzia della continuità del servizio erogato da RAI Way S.p.a. a RAI S.p.a., una quota di partecipazione nel capitale di RAI Way S.p.a. non inferiore al 51 per cento;
Facente riferimento al DPCM del 2 settembre 2014 adottato ai sensi dell’art. 21, comma 3, secondo periodo del DL n. 66/2014 (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2014/04/24/14G00079/sg).
Comma 3 che recita:
Ai fini dell’efficientamento, della razionalizzazione e del riassetto industriale nell’ambito delle partecipazioni detenute dalla RAI S.p.A., la Società puo’ cedere sul mercato, secondo modalità trasparenti e non discriminatorie, quote di società partecipate, garantendo la continuità del servizio erogato. In caso di cessione di partecipazioni strategiche che determini la perdita del controllo, le modalità di alienazione sono individuate con decreto del Presidente del consiglio dei ministri adottato su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze d’intesa con il Ministro dello sviluppo economico.
Perché lo citiamo?
Perché nel DPMC del 17 febbraio 2022 è scritto (Art. 1, comma 2):
RAI S.p.a. puo’ ridurre la propria quota di partecipazione nel capitale di RAI Way S.p.a. fino al limite del 30 per cento, come effetto di una o più operazioni straordinarie, incluse una o più operazioni di fusione, e di cessioni effettuate mediante modalità e tecniche di vendita in uso sui mercati, incluso il ricorso, singolo o congiunto, ad un’offerta pubblica di vendita e ad una trattativa diretta.
Quindi RAI S.p.A: starebbe per ridurre la sua quota di partecipazione nella società che gestisce l’infrastruttura al di sotto della soglia di controllo strategico? Interessante!
Capita così di riflettere su queste e altre operazioni che nel corso dei 13 mesi fin qui consuamti di “Governicchio dei Peggiori” hanno fornito un quadro di svendita di numerosi, e anche importanti, assets nostrani.
Sarà la malafede ma la sensazione che il banchiere non eletto sia venuto qui a finire il lavoro iniziato agli albori degli anni ’90 c’è e si fa ogni giorno sempre più forte.