Passati i primi 15 mesi dall’inizio della pseudo pandemia in salsa italica registriamo l’ennesimo affronto all’intelligenza umana nelle vesti del nuovo DL partorito dal Consiglio dei Ministri n° 19 tenutosi a Palazzo Chigi ieri sera (https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-19/16872).

Come da titolo di questo articolo è ora di parlare apertamente di “Consuetudine“, ma a ci torneremo dopo aver elencato i punti salienti del provvedimento che introduce misure urgenti relative all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Si parte con la decurtazione dell’orario del coprifuoco il cui inizio passa dalle 22.00 alle 23.00 fino al 7 giugno, data dell’ulteriore spostamento alle 24.00 per poi approdare alla definitiva abolizione dal 21 giugno.

Già ci prendono in giro con la storiella del coprifuoco sanitario, che a raccontarla non ci si crederebbe e invece la stiamo subendo da mesi con la maggioranza appecoronata che tace colpevolmente.

Il fatto che si vada per step facendo pensare che la situazione sia grave – oggi ulteriore crollo dei positivi ai tamponi farlocchi (https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/#) e ospedali sempre più desolatamente vuoti grazie ai primi caldi, come l’anno scorso – e che quindi sia giustificato procedere in questo modo assurdo nasconde la malcelata volontà di far passare il concetto che, vedo e prevedo, all’inizio della prossima stagione influenzale ci ritroveremo di nuovo con questa limitazione attiva, se non peggio.

Dal prossimo sabato si ricomincia con le aperture del fine settimana per mercati, centri commerciali, gallerie e parchi commerciali. Mentre la consumazione di cibi e bevande dopo le 18.00 nei locali preposti sarà possibile solo dal 1° giugno. Perché ristoratori e baristi li vogliamo distruggere man mano a favore delle grandi catene. Attendiamo in ogni caso la spegazione scientifica… da 15 mesi.

I gestori delle palestre si sono lamentati perché non hanno più un centesimo? Ecco serita la riapertura dal 24 maggio invece che dal 1° giugno. E che ti lamenti a fare?

Dal 1° luglio potranno riaprire le piscine al chiuso, i centri natatori e i centri benessere. Che poi l’acqua col cloro sia risultata micidiale per il cosiddetto virus non importa. Lo scientismo non è democratico.

Dal 1° giugno riaprono gli impianti sportivi all’aperto e al chiuso con rispettiva capacità massima di 1.000 e 500 spettatori. E mi raccomando, non guardate cosa succede in Russia, Inghilterra e qualche altro Paese dove gli stadi sono pieni di gente che non sa nemmeno cosa sia la mascherina altrimenti vi potrebbe venire il magone. Ma quelli furbi siamo noi.

Dal 22 maggio sarà possibile riaprire gli impianti di risalita in montagna perché quando ci sarà di nuovo la neve torneremo a chiuderli. Tanto pare che almeno a loro i ristori siano arrivati. Visto come sono rimasti in silenzio in tutti questi mesi?

Sale giochi, parchi divertimento, centri culturali sono rimandati al 1° luglio. E anche qui attendiamo adeguata documentazione tecnica vidimata da Topolino con la supervisione di Pippo, Pluto e Paperino. Per la parità di genere ci stanno lavorando anche Minnie, Paperina e Clarabella.

Il top lo raggiungiamo con il penultimo punto. Dal 15 giugno saranno possibili, anche al chiuso, le feste e i ricevimenti successivi a cerimonie civili o religiose, tramite uso della “certificazione verde”. Restano sospese le attività in sale da ballo, discoteche e simili, all’aperto o al chiuso. E qui stenderei un velo pietoso senza dimenticare che ci dovranno dire qualcosa in più sul fantomatico pass verde che per quanto mi riguarda è carta igienica come tutti i provvedimenti di questo e del precedente esecutivo.

Infine dal 1° luglio sarà nuovamente possibile tenere corsi di formazione pubblici e privati in presenza.

Ora, lo so che vi hanno martellato il cervello per 15 mesi e continuano imperterriti a farlo. Ma dovete capire che questa influenza oggi non c’è, come accadde lo scorso anno e accade ogni sacrosanto anno, e nessuna regola idiota ha ragione d’essere. Peraltro non lo ha mai avuto essendo decisioni meramente politiche le quali non hanno uno straccio di reale consistenza scientifica.

Tornando in chiusura sulla questione della “Consuetudine” ricordiamo con al Treccani di cosa parliamo: https://www.treccani.it/enciclopedia/consuetudine-diritto-costituzionale/.

La consuetudine costituisce la fonte del diritto non scritta per eccellenza. Secondo la dottrina tradizionale, essa consta di due elementi: uno di tipo materiale (l’usus o diuturnitas) e un altro di tipo soggettivo (l’opinio iuris ac necessitatis), ancorché oggettivamente verificabile. Per usus o diuturnitas si intende la reiterazione di un determinato comportamento da parte di una collettività. L’opinio iuris ac necessitatis è, invece, la convinzione diffusa che quel comportamento sia non solo moralmente o socialmente, ma giuridicamente obbligatorio. La consuetudine ha rivestito una grande importanza sia nell’ambito della esperienza giuridica romana, sia nell’ambito di quella del ius comune. Il suo declino progressivo coincide con la nascita e lo sviluppo dello Stato moderno, a seguito della rivendicazione del monopolio della produzione normativa da parte del Monarca (superiorem non recognoscens), monopolio che costituiva, secondo la tesi enunciata da Hobbes e da Bodin, uno degli attributi tipici della sovranità.

Con questo non voglio certo dire che la “Consuetudine” possa avere valore legale. Sappiamo che non lo ha in mancanza di regole o leggi che ne facciano richiamo. Il problema è nel fatto che dopo 15 mesi si sono create le basi affinché la forma mentis delle masse popolari potesse accettare il delirio come fatto assodato. E la “Consuetudine” rischia di degenerare nella produzione di leggi ad hoc con le quali sarà probabilmente sancita la nasciat del regime dittatoriale terapeutico prossimo venturo.

La buona notizia è che noi possiamo fermare questa deriva in qualsiasi momento. Basta dire no e disobbedire civilmente in massa.

La cattiva notizia è che non penso che la maggioranza degli italiani muoverà un dito per ribaltare la situazione e libertarsi da una malattia che sta tutta nella loro mente.

Select a target language

Translator

Select a taget language: