Nei giorni dell’ennesimo atto farsesco della politica italiana propongo la lettura del libro scritto da Ferdinando Petruccelli della Gattina.
Giornalista, patriota e politico alla sua penna brillante e tutt’ora godibile nell’italiano di metà ottocento dobbiamo questa serie di ritratti dei componenti del primo Parlamento italiano.
Un Parlamento, quello del palazzo Carignano di Torino,, composto da personaggi che hanno fatto la storia sotto diversi aspetti, in particolare quello militare, ma non solo.
Uomini di grande levatura portatori di grandi principi e capacità. Ma allo stesso tempo caricati da grandi e piccole limitazioni – non tutti ad esempio erano uomini politici di valore – che ne testimoniano l’umana fragilità.
E poi c’è il contesto parlamentare, già allora in grado di creare i presupposti per annacquare anche gli slanci degli animi più forti e valenti.
Petruccelli della Gattina precisa di aver dipinto un affresco, a volte anche a tinte forti, coi pochi dati a disposizione della sua penna da cronista. La conoscenza superficiale di molti colleghi non impedisce però di rendere il senso complessivo di un luogo nel quale si fronteggiavano coloro tra i quali in molti avevano fatto la storia patria e che forse ora dovevano solo, mi si passi la volgarità, tirare a campare vivendo di rendita.
Particolare cattiveria si manifesta nell’ultimo capitolo nel quale lo scrivente tratteggia il centro dell’emiciclo.
A me ha appassionato immaginare i Garibaldi, i Cavour, i Sella e gli altri protagonisti così come descritti, senza dimenticare la lingua italiana ottocentesca che si apprezza in particolare quando la penna che scrive è di qualità perché ricorda come essa (la lingua) evolve e quanto sia oggi diversa, e aggiungo più povera, quella che utilizziamo.
Il consiglio però, come detto, vale per porre a confronto con le dovute proporzioni – allora avevano un Garibaldi, oggi abbiamo un De Falco e di Cavour non esiste nemmeno l’ombra attualmente, ma forse è anche giusto che sia così perché il Parlamento è figlio dei tempi e quello nasceva dal Risorgimento mentre quello attuale è creatura di un’Italia che vivacchia da lungo tempo – due epoche così lontane nelle quali si rintracciano molti aspetti in comune.
Io ho in mano l’edizione Murisa del 2011 che potete reperire tra i 10 e i 15 euro.
Se l’argomento vi appassiona e se siete, o se siete appassionati di lingua italiana ne vale la pena.