Pare che ad alcuni tra i più ricchi uomini d’affari al mondo ogni tanto gli investimenti non vadano come previsto. Ma sarà proprio così?

Leggo su Handelsblatt di oggi (https://app.handelsblatt.com/technik/forschung-medizin/us-gesundheitsmarkt-buffett-bezos-und-dimon-geben-ihr-ambitioniertes-gesundheitsprojekt-auf/26768548.html?ticket=ST-23768688-7rLMHAWyb0GZmUmywLW7-ap2) che i signori Warren Buffet, Jeff Bezos e Jamie Dimon – per capirci uno dei maggiori fondi di investimenti (Berkshire Hathaway), il reseller online numero uno al mondo (Amazon) e una delle più importanti banche d’affari del pianeta (JP Morgan) – stanno per far chiudere i battenti a Haven, un progetto nato solo due anni fa (2018) e che oggi conta su 57 dipendenti a Boston.

Haven avrebbe dovuto portare alla creazione di una assicurazione sanitaria privata con il proprio sistema medico altamente digitalizzato e l’accesso diretto ai farmaci. “Tutto questo a prezzi ragionevoli perché le persone coinvolte non vogliono trarne profitto.” (così scrivono su Handelsblatt).

Il primo periodo di “prova” avrebbe interessato i dipendenti delle tre aziende e poi la cosa si sarebbe estesa al resto della popolazione.

Il progetto che, come qualsiasi iniziativa dei “filantropi” era stato accolto con entusiasmo dai media di regime (https://www.ccn.com/why-buffett-bezos-venture-haven-could-save-free-market-healthcare/) si blocca contro la muraglia del sistema sanitario statunitense, almeno così sostengono i diretti interessati.

Haven muore ma il progetto no. Bezos ha infatti parlato di incubatore di idee che troverà quindi, con tutta probabilità uno sbocco in future iniziative, che tradotto vuol dire che hanno solo bisogno di correggere il tiro e comunque questi due anni sono serviti per focalizzare l’attezione nella giusta direzione.

Ora noi possiamo leggere l’articolo di Handelsblatt che presenta tre magnanimi filantropi i quali vogliono sottrarre i poveri assicurati dalle grinfie degli investitori “tenie voraci”, così come li ha definiti Buffet.

Oppure possiamo andare a leggere i numeri che lo stesso articolo ci ricorda.

La torta della sanità made in USA si attesta attorno ai 3,8 triliardi di dollari. E i farmaci rappresentano una larga parte di questo malloppo. Non dimentichiamo infatti che per esempio gli oppiacei sono una vera e propria piaga a stelle e strisce (https://www.cfr.org/backgrounder/us-opioid-epidemic) e dubito che lor signori vogliano fare in modo di combatterla, ma stiano già pensando a come monetizzare con la loro filantropia a basso prezzo atta ad attirare e fidelizzare il maggior numero di clienti.

Una piccola parentesi sugli oppiacei per non dimenticare che se gli USA fanno così tanta fatica a lasciare in pace l’Afghanistan, oltre alla questione geopolitica c’entra evidentemente l’approvvigionamento a buon mercato di oppiacei che gestiscono le truppe per conto dello zio Sam.

Ricordiamo poi che proprio Bezos con il suo Amazon ha da poco avviato il business della vendita di farmaci a basso prezzo (https://www.wired.it/economia/business/2020/11/18/amazon-pharmacy-medicinali/?refresh_ce=).

Quindi ancora una volta siamo di fronte a una questione di punti di vista.

Handelsblatt vede i filantropi laddove io vedo approfittatori che hanno fiutato un business triliardario e faranno di tutto per poterselo accaparrare.

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