Due giorni fa è stata data la notizia della morte di un mio (quasi) coetaneo di 48 anni. Passano appena 4 anni tra me e Gianluca Moscardelli e quando leggi che una persona sanissima se ne è andata dopo 5 mesi di lotta contro il SARS-COV-2 ci sta di avere un sussulto. Ma come spesso accade in questi strani tempi di pandemia mediatica le cose non stanno proprio come le hanno raccontate i media nella loro prima versione dei fatti.
Partiamo da Il Resto del Carlino (https://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/cronaca/gianluca-moscardelli-covid-1.5409803) e Cronache Marche (https://www.cronachemarche.it/covid-48enne-di-ripatransone-muore-a-milano-dopo-5-mesi-di-cura/) per vedere come si crea il “Morto da COVID” in pochi, semplici passaggi.
Nei due articoli troviamo scarse informazioni e il verdetto lapidario di cui sopra. Quindi immagino che quest’uomo sia rientrato nella triste contabilità dei deceduti da COVID19.
Va detto che non si dice nulla di falso nei due articoli, ma se andiamo a leggere l’articolo de La Nuova Riviera (https://m.lanuovariviera.it/category/dal-territorio/ripatransone/ripatransone-lodissea-di-gianluca-moscardelli-sano-e-senza-alcun-problema-fisico-era-anche-guarito-dal-covid-ma-le-conseguenze-e-un-batterio-lo-hanno-ucciso/) si nota come i colleghi degli altri giornali si siano “dimenticati” di approfondire.
Anche qui si nota il tentativo di lasciare aperta la porta sulla COVID19 con quel “[…] ma le conseguenze e un batterio lo hanno ucciso”. E ci potrebbe anche stare perché purtroppo Moscardelli ha contratto la malattia nel mese di marzo, ovvero all’inizio dei due mesi di delirio nei quali i sanitari hanno brancolato nel buio, arrivando ad essere intubato.
Leggendo l’articolo però capiamo il percorso fatto da Moscardelli grazie alla testimonianza della sorella Stefania.
Vediamo i passaggi:
“Mio fratello non aveva alcun problema fisico, alcuna patologia, era sano come un pesce. Il calvario è iniziato quando ha contratto il coronavirus”.
“Era guarito dal covid, ma per due mesi è stato intubato in terapia intensiva e le conseguenze per lui sono state devastanti”
“Abbiamo tentato il tutto per tutto, a Milano è stato effettuato un doppio trapianto di polmone ma in quella fase è subentrato un batterio ospedaliero che ha fatto precipitare le cose colpendo più organi”
Ripeto che in questo caso si potrebbe tranquillamente parlare quanto meno di compartecipazione del SARS-COV-2 e del batterio ospedaliero che lo ha effettivamente ucciso, ma evidenzio il caso perché mi ricorda il modo in cui migliaia di presunti “Morti da COVID19” che avevano patologie multiple, anche gravi, preesistenti sono finiti tutti nella contabilità funebre.
Ancora oggi l’Istituto Superiore della Sanità riporta l’analisi dei decessi – ferma al 22 luglio (https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Report-COVID-2019_22_luglio.pdf) perché poi, senza spiegarne il motivo, si è passati alla (farlocca?) nuova analisi in collaborazione con ISTAT – con quasi 4.000 casi dei quali solo il 3,9% non presentava precedenti patologie.
Se vale il concetto secondo il quale ai cari media di regime non frega niente delle patologie, spesso gravissime, preesistenti perché in questo caso dovremmo parlare di “Morto da COVID19” se abbiamo un chiaro decesso da batterio ospedaliero?
Ricordo che chi si è ammalato a marzo e aprile purtroppo non si è solo trovato nel mezzo dello tsunami in cui i sanitari non sapevano spesso che pesci pigliare, ma molti di loro, a causa di diagnosi sbagliate (non dimentichiamo in fretta come troppo di frequente facciamo) sono stati curati in malo modo e… uccisi.
Moscardelli probabilmente ha saputo resistere proprio grazie alle sue ottime condizioni di salute pregresse, ma finire coi polmoni “bruciati” in un calvario di 5 mesi è qualcosa che credo nessuno potrebbe augurare al proprio peggior nemico.
Io ho parlato con persone che l’hanno letteralmente scampata in quei mesi e raccontano di essersi visti somministrare la qualunque di farmaci da sanitari evidentemente in preda al panico. Molti altri non ce l’hanno fatta e proprio in quel periodo, lo ricordo per l’ennesima volta, il Ministero della (In)Sanità faceva girare circolari che chiedevano (in quei documenti equivale a un ordine) di non fare autopsie per non rischiare il contagio – altra falsità delle nostre istituzioni smontata da numerosi studi internazionali che anche io ho condiviso e che dimostrano come non vi fosse alcun rischio – e divulgava i suggerimenti e le linee guida di diagnosi e cura dell’OMS che purtroppo si sono rivelate completamente errate – presto o tardi si dovrà pur fare chiarezza su questi punti – aggiungendo una costante opera di contrapposizione alle cure che invece iniziavano a dare buoni frutti (e che tutt’ora vengono osteggiate).
Di casi simili, con morti classificati COVID19 alla leggera, è piena anche la cronaca a livello mondiale e io credo che presto o tardi si dovrà far giustizia per queste persone che oltre ad aver perso la vita si ritrovano ad essere diventate, loro malgrado, un utile mezzo per coloro che vogliono alimentare questa “pandemia mediatica” ancora per lungo tempo.
Tralascio di affrontare la questione dei batteri ospedalieri e delle infezioni che ogni anno uccidono decine di migliaia di persone senza che per questo nessuno alzi un dito. Chissà quanti “Morti da COVID19” hanno subito la stessa sorte, magari senza dover penare per 5 mesi come lo sfortunato Moscardelli, e senza che nessuno ci abbia detto la verità sulla loro morte.