Sono queste, come da titolo, le parole chiave dello studio che ha ispirato Attilio Fontana a proseguire con la politica della museruola obbligatoria, o copertura alternativa, fino al 30 giugno.
Perché parto da qui? Perché come al solito non mi accontento degli articoli dei media di regime (due esempi, ANSA https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/biotech/2020/06/13/coronavirus-con-le-mascherine-evitati-in-italia-78.000-contagi_fb98029a-c97b-418e-957c-943690c1c237.html e Repubblica https://milano.repubblica.it/cronaca/2020/06/13/news/coronavirus_obbligo_mascherine_attilio_fontana_fase_2-259114605/) e sono andato a leggere e analizzare lo studio: https://www.pnas.org/content/early/2020/06/10/2009637117.
A parte che si noterà l’ovvia assenza di indicazioni sull’uso di foulard o altri bavagli che nelle bislacche ordinanze di Fontana sono sempre presenti come coperture di naso e bocca – forse per evitare ricorsi contro quello che si prefigura come un TSO bello e buono?
Nello studio si afferma che avremmo “salvato” 78.000 vite grazie alle museruole.
Come hanno ottenuto questo numero?
Leggiamo nei “methods”.
“The avoided infection number due the face covering was determined from the difference between the projected and reported values on May 9, 2020.”
Quindi hanno preso i calcoli (ridicolmente gonfiati) coi quali hanno rinchiuso i sani, pardon asintomatici, ai domiciliari blaterando di milioni di morti e hanno sottratto i morti “ufficiali”. Bel lavoro!
Lo studio, va detto, è molto ben redatto e corredato con utili informazioni tecniche.
Se però dopo tutto quel lavoro di recupero di altri studi il tuo si riduce ad una una semplice sottrazione basata sui calcoli (again, gonfiati) fatti a monte del lockdown è come se avessi fatto tirare i dadi o gli ossetti al tuo aruspice di fiducia.
Senza dimenticare che la parola usata per definire il rado di certezza sull’utilità delle museruole è “probabile”, ch non mi pare proprio una garanzia, ma nell’era della post verità vale tutto se sei dalla parte giusta della storia.
Ad ogni modo tanti complimenti a Fontana che ha trovato questa risibile pezza d’appoggio per continuare a fare il bulletto – e a chi dicesse “Ma c’è la firma di un Premio Nobel!”, come fanno i media di regime, ricordo che hanno dato del rincoglionito a Luc Montagnier perché ha osato essere voce fuori dal coro. E non solo a lui.
Un giorno Fontana e soci renderanno conto delle loro malefatte, insieme agli amici del governo.