Condivido alcuni articoli dalla stampa internazionale che meritano la lettura. Una analisi – in alcuni punti non la condivido, ma penso che ci siano ottimi spunti di riflessione – delle proteste e manifestazioni seguite all’omicidio di George Floyd da parte di agenti della polizia USA. Una sintesi del disastro francese. Il mea culpa norvegese sul lockdown. Infine un paio di video da Youtube.
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“La rivoluzione delle mascherine” (https://comedonchisciotte.org/la-rivoluzione-delle-mascherine/) è la traduzione di un articolo di Israel Shamir (qui l’originale: https://www.unz.com/ishamir/the-mask-revolution/). Interessante e ricco di collegamenti per approfondire.
Le manifestazioni “giuste” che battono le regole anti contagio – eloquente lo screenshot da Fox News Channel (“Gli esperti sanitari a supporto delle manifestazioni – Come responsabili sanitari non condanniamo questi assembramenti come a rischio di contagio da COVID-19… Questo non deve essere confuso con il permesso indiscriminato di tutti gli assembramenti, in particolare le proteste contro il lockdown.”) – e sono viste dall’autore come le nuove “rivoluzioni colorate”. Tesi ardita? Non troppo.
Si citano poi i noti, per chi non ha i paraocchi, dati che dimostrano come il virus stia inesorabilmente abbandonando la ribalta – checche ne dicano i nostri media di regime impegnati ad inventare la qualunque pur di reggere il gioco a una politica criminale – con la conseguente necessità di trovare altro su cui far leva.
Purtroppo per lui l’omicidio del signor Floyd è arrivato al momento opportuno. Tempismo perfetto!
Aggiungo io. Non vi pare curioso che in questi giorni siano usciti video con quelli che somigliano sinistramente ad altrettanti omicidi, uno dei quali vecchio addirittura di un anno? Possibile che siano rimasti nel limbo per così tanto tempo? Bomba a orologeria? O sono troppo malizioso?
Si passa poi ad analizzare la massa che viene utilizzata dai soliii noti per manovrare nell’ombra. Ormai però credo che il gioco sia a carte scoperte. Vero che l’avete capito?
Sono curioso, e ho qualche dubbio, di vedere se le conclusioni saranno azzeccate. Attendiamo qualche mese e lo sapremo.
Per come la vedo io Trump è l’altra faccia della stessa medaglia delle elitè di potere contro le quali parrebbe schierato, pertanto non lo vedo come scheggia impazzita, ma un pezzo dello stesso puzzle, mero agente funzionale al sistema. Il popolo si deve pur dividere in guelfi e ghibellini. Si vedrà.
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Il secondo pezzo me lo ero perso, ma lo recupero volentieri a distanza di nove giorni perché resto un fan della risposta svedese all’emergenza sanitaria e sono infastidito dal martellamento dei media – a casa nostra il CorSera in particolare – contro la via anti lockdown. Ho sempre la sensazione che più che autonoma la decisione della Svezia sia stata dettata dall’esser stati scelti come “gruppo di controllo”. Ma queste sono mie paturnie.
L’altro giorno ho pubblicato un articolo nel quale stigmatizzavo la consueta manipolazione dei media di regime che riportavano in maniera parziale una intervista del professor Tegnell, l’uomo a capo della strategia svedese.
Avevano “dimenticato” dei pezzi piuttosto importanti: http://www.busnosan.it/wp/2020/06/03/anders-tegnell-e-i-nostri-patetici-media-di-regime/.
Ricordo che i media di regime hanno raccontato a più riprese la storia dei vicini di casa degli svedesi (danesi, norvegesi, finlandesi) che invece con il lockdown avrebbero fatto faville evitando una ecatombe.
A smontare la narrazione per il pollaio italico segnalo un articolo del Telegraph (https://www.telegraph.co.uk/news/2020/05/30/coronavirus-norway-wonders-should-have-like-sweden/) nel quale si riportano le parole della premier norvegese Erna Solberg.
Con molta umiltà e coraggio – non è che norvegesi e svedesi si amino alla follia – Solberg afferma che la decisione di chiudere tutto è stata semplicemente sbagliata e in caso di seconda ondata di contagi non rifaranno lo stesso errore.
Oibò! Ma non erano i pazzi svedesi quelli in errore?
Da notare il particolare rilievo che la premier pone sull’errore di aver chiuso le scuole. Ma non è l’unico perché ora si iniziano a fare i conti (salati) con le questioni sanitarie derivanti dallo stop delle attività di assistenza ai pazienti e quelle economiche, che però onestamente sappiamo valere un po’ per tutti.
Il concetto che conta è dato dall’ammissione di aver sbagliato a chiudere tutto. Dalle nostre parti questo non accadrà mai. E’ più probabile che facciano di peggio.
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Altro bel pezzo è quello di Guy Millière (https://www.gatestoneinstitute.org/15720/france-post-pandemic-disaster) sul disastro che potrebbe attendere la Francia di qui a breve.
Non dimentichiamo che la Francia era già su una china pericolosa. Un anno e mezzo di proteste pressoché ininterrotte contro Macron e soci, che poco prima dell’esplosione – anche qui tempismo perfetto! Dopo attentati e incendi vari “ad hoc” possiamo affermare che Macron ha proprio gli Dei dalla sua – avevano visto l’adesione di pompieri, medici e avvocati a dare maggiore peso politico alle contestazioni popolari.
Anche qui vedremo come evolverà la situazione, ma uno come Macron ha già dimostrato di non disdegnare l’uso della violenza dura e pura contro i francesi in perfetto stile dittatoriale. Credo che anche quello francese sarà un autunno caldo.
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Chiudo con due video.
Il dottor Mike Hansen indaga le differenze tra coronavirus e influenza grazie alle ultime pubblicazioni scientifiche. Educativo, soprattutto per chi è ignorante come me e vuole imparare.
Matteo Gracis l’ho condiviso altre volte. Anche lui non assorbe tutto acriticamente, cerca e spesso trova. Il problema per quelli come noi è che poi ti poni sempre più domande, ma è giusto così. Da vedere.