Ho letto l’intervento di San Mario Draghi del 25 marzo sul Financial Times con curiosità.
Poi mi sono messo comodo a leggere e ascoltare commenti più o meno qualificati.
Da parte mia vorrei aggiungere un paio di cose che mi pare manchino al quadro interpretativo.
Intanto il link per chi se lo fosse perso: https://www.ft.com/content/c6d2de3a-6ec5-11ea-89df-41bea055720b.
In questa meravigliosa trattazione che ha dato fiato a tromboni nostrani e fiduciose pecorelle manca un piccolo dettaglio.
Quando Draghi dice testualmente: “Much higher public debt levels will become a permanent feature of our economies and will be accompanied by private debt cancellation.” (Livelli di debito pubblico molto più elevati diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e saranno accompagnati dalla cancellazione del debito privato) esclude proditoriamente l’ipotesi della cancellazione del Debito Globale (ne avevo parlato qualche tempo fa: http://www.busnosan.it/wp/2019/11/24/report-debito-globale/).
Per lui, e per coloro che rappresenta, solo il Debito Privato può essere cancellato, mentre il Debito Pubblico dovrà continuare a pesare sugli stati, che nel caso della U.E. verranno talmente appesantiti da non poter essere più in grado di fornire alcun tipo di servizio pubblico ai cittadini. In sostanza i privati ripartiranno da zero, buona notizia se vogliamo, ma dovranno pagare anche l’aria che respirano. E questo peserà enormemente sulle spalle dei più deboli a vantaggio dei più forti.
Quindi l’elemento mancante è la cancellazione del Debito Pubblico e, in definitiva, l’applicazione della soluzione “Mesopotamia” (per ricordare di cosa parliamo: https://gabriellagiudici.it/eric-toussaint-storia-dellannullamento-del-debito/).
L’altra questione invece riguarda più il personaggio Mario Draghi che ciò che egli ha scritto.
Infatti con tutta evidenza è in corso di accelerazione il percorso di beatificazione del Draghi che presumo sia propedeutico alla sua prossima investitura pubblica. Chissà però con quale ruolo.
Ad ogni buon conto ricordiamo sempre che stiamo parlando di uno dei guardiani della grande finanza internazionale privo di interesse ed empatia nei confronti delle persone comuni.
Senza dimenticare che egli è colui che col tanto decantato Q.E. ha scavato la fossa in cui gli stati della U.E. stanno per cadere grazie alla felice, per lor signori, combinazione di virus e recessione. Recessione, è bene ricordarlo, mi si passi la battuta, non “da corona virus”, ma “con corona virus”.