Premessa. Questo articolo intende divulgare informazioni sullo strumento e suggerire spunti di riflessione senza proporre particolari valutazioni di merito.

Cosa sono i CFF e a cosa servono?

I Certificati di compensazione fiscale – lo si evince dal testo del Disegno di Legge 1619 (1) presentato il 20 novembre 2019 al Senato dal gruppo del M5S – “sono definibili come una ‘moneta fiscale’: una moneta complementare, priva di corso legale, basata su sconti fiscali differiti, relativi a imposte non ancora maturate.

Per intenderci dopo i Mini BOT proposti (da Claudio Borghi) e presto rimessi nel cassetto durante i 14 mesi di governo giallo-verde si propone ora un altro strumento atto a “creare la liquidità di cui il sistema economico è stato privato in anni di politiche di austerity.

Nella pratica si tratterebbe di sconti fiscali differiti che essendo valevoli al portatore (Art. 3, Comma 3) si definiscono nel contempo come moneta complementare.

A tal proposito i CCF possono essere utilizzati nelle transazioni tra privati e si accompagnano alla moneta in corso legale (Euro) essendo dematerializzati, caricati su tessera e gestiti in un circuito parallelo informatico.

La costruzione si rende necessaria in questi termini sostanzialmente per baipassare gli articoli 107 e 108 del TFUE (2) e relativo Regolamento di attuazione (3)(1407/2013 della Commissione Europea).

Ritengo interessante la trattazione del DDL 1619 perché permette di definire alcuni punti riguardo il quadro normativo europeo nel quale si deve muovere l’amministrazione statale italiana.

In buona sostanza è del tutto evidente leggendo i testi come sia complesso trovare soluzioni al problema sempre più pressante della mancanza di liquidità nel sistema economico italiano.

Un primo punto che sottolineo è relativo al fatto che ci si debba inventare una moneta-non moneta che non può gravare sulle partite correnti del bilancio statale, quindi inventiamo lo sconto fiscale differito con scadenza a 2 anni. In questo modo non ci sono ammanchi immediati nelle entrate fiscali (ma è chiaro che presto o tardi si manifesteranno). Al Ministero delle Finanze il compito di stabilire l’accantonamento per gli anni successivi. E qui entra in gioco il regolamento della Commissione che pone paletti su quelli che sono definiti aiuti “de minimis”, con i relativi massimali non cumulabili, per categorie di impresa et alter. Insomma, ci sarebbe da far di conto e bene onde evitare di incorrere in sanzioni.

Proposti alcuni spunti di carattere tecnico passo a un elemento fondamentale che purtroppo potrebbe spegnere i facili entusiasmi del contribuente, in particolare imprese e professionisti, oberato da una delle pressioni fiscali più alte della UE. Mi riferisco al fattore tempo.

La mozione 1-00013 da cui tutto è nato è stata presentata ala Camera dei Deputati il 12 luglio 2018 (4) per poi essere approvata il 28 maggio 2019 (10 mesi) in via definitiva da tutte le forze politiche.

Dopo altri 6 mesi è stato presentato il DDL arrivando quindi a 16 mesi per far partire l’iter di approvazione in Parlamento.

Iter che prevede per i DDL di iniziativa parlamentare tempi decisamente più lunghi rispetto alle iniziative governative. La XVII legislatura aveva fatto registrare in media 504 giorni (5), nella XVIII in corso i tempi si sono ridotti (6)(156 giorni), ma il problema è che sono state approvate quasi esclusivamente leggi di iniziativa governativa. E poi c’è l’incognita caduta del governo che al solito congelerebbe il tutto.

In conclusione i CCF al momento permettono di constatare le oggettive difficoltà politiche nell’individuazione di soluzioni per problemi economici reali e pressanti, ma rischiano di restare lettera morta. Ci siamo già passati.

Documentazione (se i link non si aprono al primo colpo – capita – rilanciali, funzionano!)

(1) http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01142343.pdf

(2) https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:12012E/TXT&from=IT

(3) https://www.mise.gov.it/images/stories/normativa/Regolamento1407-2013.pdf

(4) https://www.camera.it/leg18/410?idSeduta=0025&tipo=atti_indirizzo_controllo&pag=allegato_b#si.1-00013

(5) https://blog.openpolis.it/2016/10/18/referendum-quanto-ci-vuole-per-approvare-una-legge/10659

(6) http://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Statistiche/Stato//TempiApprovazioneDDL.html

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