Il mondo nuovo e Ritorno al mondo nuovo rappresentano uno dei fantastici viaggi nel futuro distopico immaginato da alcuni grandi firme della fantascienza mondiale.
Il primo è il romanzo del mondo di domani nel quale l’essere umano nasce in laboratorio, condizionato fin da principio in modo da rientrare nella classe che gli è stata assegnata a priori.
Un mondo privo di guerre, fame, povertà, dove domina il sesso libero e la famiglia è stata abolita.
Un mondo che vince anche quel poco di tristezza e senso di vuoto grazie al soma, una droga in grado di far volare i cuori leggeri senza che vi sia alcun effetto collaterale.
In questo mondo esistono però ancora dei “selvaggi”, persone che vivono in autentiche riserve. E ci sono coloro che hanno ripensamenti, dubbi, domande. Per loro sono pronti piani di isolamento dal resto della popolazione.
Il selvaggio, uomo nato da uomo, alla fine capirà di essere fuori posto.
Nel “ritorno” invece troviamo le considerazioni dell’autore a distanza di anni dalla stesura del romanzo.
Credo che questa sia la parte più interessante, nonostante il racconto che la precede sia godibile e suggestivo, perché Huxley affronta le numerose tematiche legate al pensare il futuro.
Ne risulta un trattato di psicologia delle masse e dell’individuo con spunti di riflessione su quello che è stato il secolo scorso, che restano validi ancora oggi.
Il fascino della visione immaginifica del futuro mi affascina da sempre e qui c’è spazio per fantasticare e porsi quesiti esistenziali ai quali dare risposta è forse il compito unico dell’essere umano.