Lettura del giorno. Da Die Welt l’artiolo a firma di Frank Stocker sul Debito Pubblico e la sua gestione che sarà al centro delal discussione durante il prossimo G-20 di Osaka (https://www.japan.go.jp/g20japan/).
La prima questione da sottolineare – ribadiamo che parliamo di un giornale tedesco – è che il dato ufficiale del debito pubblico (quello che vi rifilano tutti i giorni sotto il naso – ne ho parlato qui: http://www.busnosan.it/wp/2018/10/31/debito-quale-debito/) della Germania è, come dire, “truccato” – e qui si intende proprio come frutto di cosmesi contabile – perché il debito implicito è più alto di quello italiano, per fare l’esempio che fa lo stesso autore dell’articolo.
La seconda è una constatazione. Ovvero che, al di là delle sparate da mafioso del signor Moscovici (ne ho parlato qui: http://www.busnosan.it/wp/2018/07/04/moscovici-adesso-la-grecia-e-un-paese-normale/) la Grecia è stata costretta ad una purga dimagrante che ha distrutto l’economia del paese e fatto aumentare ulteriormente il debito pubblico.
Il terzo punto – la cosiddetta “terza via” proposta nell’articolo – è che nell’articolo si sostiene che la vera soluzione al problema del debito pubblico potrebbe essere quella giapponese, dove la banca centrale fa man bassa di azioni ed obbligazioni come ente di prestito di ultima istanza. Ciò significa ridurre a zero il rischio sul debito, anche se gli economisti da strapazzo che bazzicano giornali e TV nostrane non ne vogliono sapere.
Da segnalare poi questo dato che emerge nella discussione sulla “terza via”. La BCE ha comprato ad oggi il 15% dei titoli di stato italiani e ben un quarto – a casa mia fa 25% – di quelli tedeschi. Ripeto, PRENDERE NOTA, che poi torneranno utili per capire come si evolve la situazione. Per quelli che … “San Mario Draghi ci sta parando le terga col suo QE”. Sarà, ma con tutta evidenza a noi molto meno che ad altri. Per capirci, tecnicamente è normale che la BCE, dopo la Bundesbank (che non potrebbe ma lo fa, ma questa è un’altra storia) compri i titoli tedeschi. Sono quelli che rendono praticamente zero e gli investitori, delle volte …
E infine l’ultima annotazione su due frasi.
“I giapponesi si sono resi conto che il debito non può essere mai ripagato“. Bingo! Perché il debito che è effettivamente inestinguibile, ergo è per sua stessa natura una truffa. Capito?
E poco sotto “Quindi Panse fa un passo in più: in ultima analisi, le banche centrali dovrebbero semplicemente cancellare quei titoli di debito che detengono dai loro bilanci.” E’ necessario entrare nell’ottica della soluzione mesopotamica. Cancellare il debito.
Per quanto riguarda la chiusa con la profezia sulla BCE che prende proprio la via della cancellazione del debito, o dei titoli che ha in pancia se preferite, io al momento la vedo dura. Chissà se avranno ragione loro.
Detto questo propongo la traduzione integrale e ripeto di nuovo, è Die Welt, STAMPA TEDESCA. Leggere per credere.
Versione originale qui: https://www.welt.de/finanzen/article188261147/Staatsschulden-Fuer-das-globale-Schuldenproblem-gibt-es-nur-eine-Loesung.html.
C’è solo una soluzione al problema del debito globale
Dalla crisi finanziaria, i maggiori paesi industrializzati non hanno abbassato il loro debito.
La Germania è un’eccezione a livello mondiale, ma solo a prima vista.
Ci sarebbe una via d’uscita – ma non ha un ampio consenso in Europa.
Per la prima volta si terrà in Giappone.
Alla fine di giugno, il G-20 si riunirà per il vertice di Osaka, e il governo di Tokyo sta già indirizzando la discussione del gruppo “dei paesi guida”.
Il primo ministro Abe ha già menzionato gli argomenti su cui concentrarsi. Uno di questi: la sostenibilità del debito.
Ironia della sorte! Nessun altro paese al mondo è più pesantemente indebitato del Giappone, e la banca centrale compra praticamente tutto ciò che offre il mercato finanziario di Tokyo – non solo le obbligazioni, ma anche le azioni.
L’opinione prevalente è che se c’è un paese che mostra come non affrontare il problema, allora questo è il Giappone.
Ma al contrario questo paese potrebbe essere un esempio, anche e soprattutto per gli europei.
Anche se sarebbe un modo non convenzionale di gestire il debito sovrano, la stessa ragione potrebbe essere quello giusto.
C’è una semplice ragione per cui l’argomento è di nuovo in agenda in questo momento.
“L’interesse per il debito pubblico è ciclico”, afferma Jörn Quitzau, economista senior presso Berenberg Bank.
Finché l’economia è in piena espansione, quasi nessuno lgi presta attenzione. Ma se peggiora, le cose cambiano, come accade ora.
Elevato debito implicito in Germania
Il nervosismo è abbastanza giustificato.
Perché dall’inizio della crisi finanziaria, che era essenzialmente una crisi di sovra indebitamento, nulla è cambiato in meglio, al contrario.
Questo vale per quasi tutti gli stati, in particolare tre dei maggiori debitori: Stati Uniti, Giappone e Italia.
Negli Stati Uniti, il debito dello stato dal 2007 in rapporto al PIL è aumentato di 40 punti percentuali, la valore assoluto è anche più che raddoppiato, da circa 9 a quasi il 21 trilioni.
In Giappone, il rapporto debito/PIL è salito dal 175 a un gigantesco 240%.
E in Italia, che è sempre la prima preoccupazione europea, le cose sembrano simili: qui il rapporto debito/PIL è salito dal 100 al 130%.
Solo la Germania è un’eccezione a livello mondiale.
“Il paese è stato in grado di seguire un percorso speciale con il sostegno del favorevole contesto dei tassi di interesse e della buona economia”, afferma Quitzau.
Il rapporto debito/PIL è stato ridotto al livello del 2007 dopo un aumento provvisorio.
Tuttavia, spesso si dimentica che il debito pubblico implicito, che deriva dagli obblighi dello stato per il futuro, è particolarmente alto in questo paese, più alto per esempio che in Italia.
Che la Germania non abbia problemi di debito è un errore.
Quindi cosa si può fare?
Per fare un esempio una soluzione particolarmente brutale è stata quella greca: tagli di spesa radicali.
Ma ciò significava che l’economia è crollata e che l’indebitamento alla fine è aumentato.
La seconda possibilità – che sta prendendo piede in Germania – sarebbe semplicemente quella di lasciare che gli stati vadano in bancarotta: fare piazza pulita, anche se ciò significa enormi perdite di ricchezza per milioni di persone.
Ma c’è una terza via e, alla fine, il mondo ha già imboccato quella strada.
Le banche centrali hanno acquistato miliardi di miliardi di dollari negli ultimi anni: la Fed americana circa il 12% del debito americano, la BCE circa il 15% dei titoli di stato italiani e un quarto dei titoli di stato tedeschi.
I debiti sono ceduti alla banca centrale
La banca centrale di Tokyo va molto oltre, poiché ora detiene quasi la metà del debito del Giappone.
“Il Giappone ha praticamente risolto il problema del debito sovrano”, afferma Reinhard Panse, capo stratega di HQ Trust, un ricco fondo di investimento emerso dalla gestione patrimoniale privata di Harald Quandt.
Perché non crede che le obbligazioni della banca centrale tornino di nuovo sul mercato finanziario.
“I debiti sono ceduti alla banca centrale”.
Lo ritiene giusto.
“I giapponesi si sono resi conto che il debito non può essere mai ripagato”.
Questo è esattamente ciò che si sta applicando negli Stati Uniti e in Europa.
Ma al contrario del Giappone qui persiste l’illusione che il debito sia ancora sostenibile nonostante le quote gigantesche.
La conseguenza: le banche centrali devono mantenere gli interessi permanentemente ed estremamente bassi, altrimenti le famiglie dei paesi sarebbero schiacciate dall’aumento degli interessi.
Quindi Panse fa un passo in più: in ultima analisi, le banche centrali dovrebbero semplicemente cancellare quei titoli di debito che detengono dai loro bilanci.
Il fatto che i debiti siano in circolazione, senza alcuna possibilità di essere mai restituiti, o che semplicemente siano cancellati, non fa differenza.
Tranne che dopo la cancellazione i rispettivi stati non devono più onorare questi titoli e quindi i tassi di interesse potrebbero aumentare ancora, anche a beneficio dei risparmiatori.
Al momento, l’Europa in particolare non sembra pronta per questo.
Quando il nuovo governo italiano ha sollevato una richiesta simile, c’è stata una protesta, soprattutto in Germania.
Per Panse, tuttavia, non c’è alternativa a queste misure.
“Alla fine la BCE lo farà”, è convinto.
E forse i politici del G20 di Osaka ci penseranno.
Potrebbe essere il posto giusto.