La finestra di Overton descrive la possibilità di trasformare un’idea unthinkable (impensabile) e renderla policy (legalizzata) passando da vari stadi.
Radical (radicale), acceptable (accettabile) sensible (razionale) e popular (diffusa) sono le altre stazioni di sviluppo dell’idea da imporre.
Gli esempi si stanno moltiplicando in questi anni di transizione verso il mondo ipertecnologico del prossimo futuro.
Peschiamo a caso dal mazzo.
I microchip sottocutanei, così come molti altri casi sdoganati ultimamente, rende esplicita la costruzione overtoniana.
Per chi ha buona memoria sarà semplice ricordare gli anni nei quali coloro che preconizzavano l’avvento dei microchip sottocutanei furono definiti pazzoidi complottisti.
Mai sarebbe esistita una società di individui che accettavano impianti di questo tipo, e soprattutto mai nessuno avrebbe messo in atto piani diabolici di questo tipo.
Quella era roba da libri e film di fantascienza.
Dicevano più o meno così i gestori della disinformazione main stream.
Oggi viviamo la fase dello sdoganamento e direi che siamo ormai alle soglie della fase popular (diffusa) con migliaia di impianti già operativi.
https://www.telegraph.co.uk/technology/2018/11/10/major-uk-companies-preparing-microchip-employees/ – Articolo fresco apparso sul Telegraph, testata notoriamente “complottista”.
Ma ne abbiamo in quantità industriale.
https://www.foxnews.com/tech/are-you-ready-for-a-chip-implant – Fox News, altra testata pullulante di “pazzoidi complottisti”.
https://www.businessinsider.com/swedish-people-embed-microchips-under-skin-to-replace-id-cards-2018-5?r=UK&IR=T e https://eu.usatoday.com/story/tech/2017/08/09/you-get-chipped-eventually/547336001/ – Business Insider e USA Today, come sopra.
Giusto per fare qualche esempio.
https://www.biohax.tech/ – E’ l’azienda svedese leader del mercato che vanta 4.000 impianti operativi e propone i suoi servigi alle aziende.
La frase cult di questa fase è quella a cui dovremo fare l’abitudine perché la useranno per molte altre assurdità che cercheranno di far passare in cavalleria:
Lo facciamo per il vostro bene!
Così le mamme che vogliono tanto bene ai loro pargoli da offrirsi come beta tester (https://www.wfla.com/8-on-your-side/tracking-kids-via-microchip/1052075197) fanno al caso di chi ha intravisto l’enorme business.
Ma ancora meglio è un video come questo dove si fa intendere che l’impianto di un microchip ti ruba giusto il tempo di una puntura.
E poi sarai riconoscente a vita per tutte le cose meravigliose che potrai fare.
Ora, il punto a mio avviso non è mai il SI’ o NO ad ogni costo.
Il divide-et-impera è ciò da cui dobbiamo rifuggire, sempre.
Ma la riflessione su una tecnologia invasiva che entra in maniera dirompente nelle nostre vite è d’obbligo.
Non è un caso che un panel internazionale di scienziati stia da tempo ponendo numerosi interrogativi sullo tsunami tecnologico in arrivo.
Ma tranquilli, a tempo debito sapranno come zittirli.
Lo hanno già fatto molte altre volte e l’isolamento che la comunità scientifica riserva a chi non si accomoda sulle posizioni suggerite dalle alte sfere è un’arma dagli effetti dirompenti.
I lati oscuri sono molteplici e noi oggi non abbiamo nemmeno lo straccio di una normativa credibile che regoli questo genere di realtà.
Banalmente un microchip è una porta e quella porta è aperta su di noi, su tutta una serie di dati che fanno gola ad una infinità di aziende.
E’ ancora fresca nella memoria la questione hacking di una azienda cinese che ha infiltrato varie società statunitensi con un microchip grande quanto la punta di una matita (https://www.bloomberg.com/news/features/2018-10-04/the-big-hack-how-china-used-a-tiny-chip-to-infiltrate-america-s-top-companies).
Hanno saltato tutte le barriere protettive facendo credere che il chip fosse un componente di gestione del raffreddamento delle schede.
Qui non c’è nemmeno bisogno di inventare frottole del genere perché è come se noi stessimo lasciando le chiavi di casa in mano al ladro, o se preferite a colui che vuole costringerci a fare qualcosa per suo interesse.
Pensiamo al caso Cambridge Analytica (https://cambridgeanalytica.org/) e proiettiamolo sulla possibilità di interagire direttamente con il nostro corpo.
Altro che Facebook!
Ma se il microchip è una porta è ovvio da quella porta puoi non solo uscire o far uscire (dati), puoi anche entrare.
Fare il percorso inverso significa dare input a quel microchip o tramite quel microchip e, di conseguenza, a chi lo ospita sul suo corpo.
Questo punto va studiato insieme con l’avvento della tecnologia 5G che produrrà un’accelerazione spaventosa nella vita digitale prossima ventura. Ma allo stesso tempo esporrà tutti noi ad un potenziale bombardamento di input di ogni genere.
Molti altri sono i punti oscuri e, ripeto, noi oggi non abbiamo nulla a cui appellarci per tutelare l’essere umano da ciò che potrebbe andare storto.
Io ho grande fiducia nel futuro dell’umanità e nella innovazione tecnologica.
Ma questo nostro mondo è ancora maledettamente capitalista, e il capitale non guarda in faccia niente e nessuno, conta solo il profitto.
Per questo temo che a corto e medio termine soffriremo e sperimenteremo sulla nostra pelle i lati oscuri dello tsunami tecnologico.
Poi, ma sul più lungo termine, l’uomo capirà e saprà trovare il punto di equilibrio per progredire in armonia con se stesso e con tutto quello che lo circonda.