Il 18 Dicembre 2017 la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha firmato il “Protocollo di Intesa per l’organizzazione di corsi di formazione per i giornalisti su temi di salute” (http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2681_allegato.pdf) con la F.N.S.I., Federazione Nazionale Stampa Italiana (http://www.fnsi.it/informazione-e-sanita-al-via-il-protocollo-di-intesa-fra-fnsi-e-ministero-della-salute).
Così la Ministra:
“Con questo protocollo ci vacciniamo contro le fake news.
Il ministero della Salute mette a disposizione la propria competenza, gli esperti e il know how per contribuire alla formazione dei giornalisti rispetto alla cultura scientifica e quindi per promuovere la diffusione di informazioni scientificamente validate nel nostro Paese a vantaggio dei cittadini italiani”.
E così il segretario nazionale della F.N.S.I., Raffaele Lorusso:
“Formare i giornalisti è fondamentale per avere un’opinione pubblica correttamente informata sui temi della medicina e dell’informazione scientifica e diventa anche un antidoto fortissimo contro i ciarlatani che fanno disinformazione e puntano a mettere in discussione se non a cancellare quelle che sono state conquiste che hanno rivoluzionato il mondo scientifico e migliorato la vita dei cittadini”.
Tutto molto bello, se non fosse che, a ben leggere gli articoli del suddetto protocollo sorge qualche dubbio.
Se all’Art.1 si dice che:
Il Ministero e la FNSI, nel rispetto delle reciproche competenze, si impegnano a collaborare per l’organizzazione di incontri formativi di FPC specificamente dedicati alla informazione sui temi della salute e contraddistinti da approcci innovativi volti alla promozione di una informazione corretta che incrementi le conoscenze e le consapevolezze dei cittadini in tema di tutela della salute, con particolare riferimento alle buone pratiche ed alla ricerca coerente delle fonti informative.
E al Punto 1 dell’Art.2 si dice che:
Atteso che la veicolazione di corrette informazioni in un ambito così delicato come la salute riveste una grande importanza, l’obiettivo dei corsi formativi è, di comune intesa, quello di fornire ai giornalisti conoscenze in ambito sanitario provenienti da fonte istituzionale autorevole e indipendente, al fine di fornire ai cittadini un’informazione corretta e scientificamente validata, contrastando il fenomeno della disinformazione e delle fake news circolanti.
Suona strano leggere all’Art.9 che:
(Riservatezza) Le Parti si rendono garanti che il personale destinato allo svolgimento delle attività oggetto dell’ accordo manterrà, nei confronti di qualsiasi persona non autorizzata, il segreto per quanto attiene alle informazioni sui prodotti da diffondere. I materiali saranno divulgati secondo le modalità di volta in volta concordate
Dunque vogliamo fornire una corretta informazione per contrastare le fake news, ma ci riserviamo di non divulgare informazioni?
E quali sarebbero le informazioni che non potranno essere divulgate, previo consulto tra le parti?
Perché si parla di” informazioni sui prodotti da diffondere”?
Ci sono prodotti da diffondere e altri da non diffondere?
Chi terrà i corsi, i galoppini delle case farmaceutiche?
Non dovrebbe forse essere normale ed automatico da parte dei giornalisti condividere con le pecore, pardon, il pubblico, tutte le informazioni ricevute?
Non sarà mica un indottrinamento e un momento di condivisione tra operatori (aziende farmaceutiche) e giornalisti di ciò che si può e ciò che invece non si deve dire?
Domande che, come al solito, meriterebbero risposte, possibilmente convincenti.
Fermo restando che parlare di informazione corretta e lotta alle fake news è cosa buona e giusta, ma se a farlo è una signora che rappresenta una fake news vivente sorgono dei problemi.
Ricordiamo l’imperitura doppia minchiata proferita dalla signora Lorenzin nel 2014 e 2015 (https://www.youtube.com/watch?v=gSasDe-Xf9o) quando disse che nel 2013 a Londra erano morti 287 bambini di morbillo e l’anno dopo fece il bis con altri 200 bimbi morti. 487 bimbi morti contro 1 morto di 25 anni (numeri reali su tutto il territorio britannico forniti dal Governo di Sua Maestà).
Giusto per dare un’idea, ma potrei proseguire – e lo faremo in uno dei filmati di prossima realizzazione sulla questione vaccinazioni – per ore con la sola conferenza stampa di presentazione del D.L. sull’obbligo vaccinale per i bimbi da 2 mesi a 16 anni. Nell’occasione ne inanellò una dopo l’altra, più di quelle che hanno raggiunto in anni di cazzarite acuta, e con tanta fatica, il dinamico duo Berlusconi-Renzi.
Tornando a noi resta il dubbio di cosa accadrà e di come sarà articolato il progetto del protocollo.
Sarebbe opportuno far sapere alle pecore, pardon, ai cittadini, come procederanno, quali saranno le fonti istituzionali autorevoli e indipendenti e soprattutto perché si pensa di nascondere alcune delle informazioni che circoleranno, come detto nellArt.9.
Già nel corso del mese appena iniziato ne dovremmo sapere di più. Sempre che ce lo vogliano dire.