Qualche sera fa ho assistito ad una trasmissione in cui interveniva l’avvocato Felice Besostri (http://www.felicebesostri.it/), intervistato da Vladimiro Poggi sul tema della Riforma Costituzionale.
Numerosi i punti di discussione sollevati dall’avvocato. Tra questi però uno in particolare mi ha interessato e ora voglio condividerlo.
Parliamo del nuovo Articolo 40 che al Comma 1 sancisce l’abolizione del C.N.E.L. (Comitato nazionale dell’economia e del lavoro) e al Comma 3 regola l’integrazione funzionale delle amministrazioni parlamentari, ovvero unifica la gestione del personale di Camera e Senato.
Siamo nell’ambito della razionalizzazione e del capitolo dei (presunti) risparmi.
Bene, l’avvocato Besostri ha focalizzato l’attenzione su una frase che chiude il Comma 3 (Restano validi a ogni effetto i rapporti giuridici, attivi e passivi, instaurati anche con i terzi.) che in effetti genera dubbi e perplessità di cui parleremo, ma occorre sottolineare anche un altro punto partendo dal Comma 1.
Leggiamo :
1. Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) è soppresso. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, d’intesa con il Ministro dell’economia e delle finanze, nomina, con proprio decreto, un commissario straordinario cui è affidata la gestione provvisoria del CNEL, per le attività relative al patrimonio, compreso quello immobiliare, nonché per la riallocazione delle risorse umane e strumentali presso la Corte dei conti e per gli altri adempimenti conseguenti alla soppressione. All’atto dell’insediamento del commissario straordinario decadono dall’incarico gli organi del CNEL e i suoi componenti per ogni funzione di istituto, compresa quella di rappresentanza.
In grassetto poniamo innanzi tutto la soppressione del C.N.E.L. per la quale i signori del Governo in carica hanno parlato di risparmi.
Ebbene, il C.N.E.L., noto carrozzone di cui non sentiremo certo la mancanza, costa in media circa 17-18 milioni l’anno.
Tutti risparmiati con la sua dipartita, vero? Anche no!
Intanto la soppressione, come da secondo grassetto, sarà affidata ad un commissario, e solitamente questi ultimi si fanno pagare bene.
Poi ci saranno i tempi di effettiva liquidazione che si prospettano assai lunghi. Nel mentre il carrozzone continuerà ad erogare stipendi a persone che non faranno letteralmente nulla chissà per quanti mesi, se va bene.
Ma soprattutto farei notare come il commissario avrà il compito di riallocare le risorse umane e strumentali presso la Corte dei conti. Come dire che quei costi (perché, e mi scuso con le persone, ma di costi tagliati ci stanno parlando lor signori) saranno semplicemente spostati su un altro ente dello Stato. Si spera quanto meno che rimangano i presupposti risparmi sulle consulenze a ex-consiglieri, centri studi e sindacalisti, ovviamente senza bandi o affidamenti pubblici, che la procura della Corte dei Conti ha indagato 21 persone per danno erariale, dai vertici dell’ente (presidente compreso) ai capi delegazione di Cgil, Cisl, Uil, Confcommercio e Confindustria [il corsivo è tratto da : ilFatto].
Passiamo al Comma 3, quello che, insieme con l’individuazione della Corte dei conti come destinataria della riallocazione delle risorse umane e strumentali del defunto C.N.E.L. è stato aggiunto al Senato da Ugo Sposetti (Scheda Senato) Ve lo ricordate l’ex tesoriere dei DS? Si vede che lui sa far di conto e ha pensato bene di inserire un comma che permettesse di evitare di fatto i risparmi di cui i signori del Governo vanno blaterando da mesi.
Eh già, perché c’è qualcosa che non va nel Comma 3.
Leggiamo :
3. Tenuto conto di quanto disposto dalla presente legge costituzionale, entro la legislatura in corso alla data della sua entrata in vigore, la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica provvedono, secondo criteri di efficienza e razionalizzazione, all’integrazione funzionale delle amministrazioni parlamentari, mediante servizi comuni, impiego coordinato di risorse umane e strumentali e ogni altra forma di collaborazione. A tal fine è istituito il ruolo unico dei dipendenti del Parlamento, formato dal personale di ruolo delle due Camere, che adottano uno statuto unico del personale dipendente, nel quale sono raccolte e coordinate le disposizioni già vigenti nei rispettivi ordinamenti e stabilite le procedure per le modificazioni successive da approvare in conformità ai princìpi di autonomia, imparzialità e accesso esclusivo e diretto con apposito concorso. Le Camere definiscono altresì di comune accordo le norme che regolano i contratti di lavoro alle dipendenze delle formazioni organizzate dei membri del Parlamento, previste dai regolamenti. Restano validi a ogni effetto i rapporti giuridici, attivi e passivi, instaurati anche con i terzi.
E no, ma scusa, qui dice che finalmente unificano servizi, risorse umane e strumentali e creano uno statuto unico del personale dipendente e tu ti lamenti? Sembra tutto a posto.
Ecco, sembra. Infatti se leggiamo fino in fondo troviamo un ultimo pensierino della sera. L’ultima frasetta che di solito nasconde la fregatura c’è anche questa volta.
Restano validi a ogni effetto i rapporti giuridici, attivi e passivi, instaurati anche con i terzi.
Come già spiegato esaustivamente due anni fa in questo articolo (Riforme Costituzionali o gattopardesche?) apparso su goleminformazione.it è in quella frasetta messa lì a chiudere il tutto che si ribalta in un sol colpo tutta la chiacchiera sui risparmi.
Dato che la riproduzione anche di singole parti dell’articolo è vietata cerco di fare il punto e di far capire cosa potrebbe accadere. Intanto consiglio la lettura integrale dell’articolo e del suo finale.
Cerchiamo di capire che qui siamo in punta di diritto. E lor signori giocano con il diritto per poi imbonire il popolo coi loro bei discorsi fatti di proclami semplici da dare in pasto alle masse. Ma dietro i proclami da tweet ci sono testi di legge che devono essere letti e capiti.
In soldoni ci stanno facendo il pistolotto sui risparmi e invece faranno in modo di mantenere tutti i privilegi e di renderli addirittura inattaccabili con quel “Restano validi“. E, ma qui siamo nel campo delle illazioni che prendiamo col beneficio del dubbio (anche se conoscendo i nostri polli la vedrei più come una ulteriore certezza), potrebbero addirittura aver individuato la leva giusta per evitare che si possano toccare anche i vitalizi.
Chapeau!
Teniamo a mente che stiamo parlando di risparmi nell’ordine dello 0,0…% sulle spese totali dello Stato italiano. Se lor signori mentono su questi temi marginali immaginiamo cosa possono fare, e in effetti hanno fatto, su tutto il resto.
Mi raccomando, leggete il testo della cosiddetta riforma, cercate di capire cosa diavolo ci hanno messo dentro e vi garantisco che poi non avrete dubbi su cosa votare perché non credo che siate masochisti.
#ReferendumCostituzionale #IoVotoNO
P.S. :
Ricordo che trovate sul sito del Senato (qui) la versione con modifica da emendamento del Senatore Sposetti.
Sul sito della Camera trovate invece la versione finale della cosiddetta riforma votata dai deputati (qui).