Passata da qualche giorno la tornata referendaria del 17 Aprile è possibile tornare su alcuni punti.
Perché?
Per rendere onore ai numeri nella loro limpida trasparenza.
Il dato nudo e crudo del voto è quello noto (fonti Ministero dell’Interno):
Votanti : 31,19% (15.806.788) (http://elezioni.interno.it/referendum/votanti/20160417/FX01votanti.htm)
Di questi i SI’ sono stati l’85,84% (13.334.754) e i NO (2.198.813) (http://elezioni.interno.it/referendum/scrutini/20160417/FX01000.htm)
Astenuti : 68,81% (34.868.618)
Tutto chiaro!
Mi incuriosisce però l’idea di fare una previsione sul prossimo passaggio referendario di ottobre.
In particolare è necessario soffermarsi sul dato dell’astensione che colpisce in modo sempre più incisivo le tornate elettorali ed è stato un autentico flagello per i quesiti referendari dal 1997 ad oggi.
Stando ai referendum (ma anche le elezioni dimostrano lo stesso trend) vediamo come l’astensione sia cresciuta col passare degli anni.
Dalla partecipazione massiccia degli anni ’70 e ’80 a quella asfittica degli ultimi vent’anni ne è passato di tempo.
L’unica eccezione l’hanno fatta i referendum del 2011 dove trovavano spazio questioni come il nucleare, la gestione dei servizi pubblici locali e la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato.
Questioni che sollecitano la pancia e che hanno portato al voto quasi il 55% degli aventi diritto.
Per le questioni politiche la partecipazione si attesta nel migliore dei casi tra il 25 e il 30%.
Dato di cui tener conto in vista di Ottobre.
Per questo motivo coloro che hanno cantato vittoria oggi hanno anche dovuto dissimulare a mio avviso una certa inquietudine perché i numeri parlano chiaro.
Il risultato di cui tener conto non è infatti 70 a 30 o, se volessimo anche aggiungere i NO per un fronte comune contro il SI’, 73,7 a 26,3, bensì altro.
Considerati infatti i dati sull’astensione montante il quadro cambia radicalmente.
Su 8 tornate referendarie dal 1997 ad oggi il quorum è stato raggiunto in una sola occasione con percentuali di poco inferiori al 55%.
Se considerassimo quest’ultimo dato dovremmo ipotizzare un numero di votanti attorno ai 27.871.000 (il 55% circa degli attuali aventi diritto).
Ipotesi, sia chiaro, perché a vedere gli ultimi dati potrebbe essere tanto arrivare a una percentuale tra il 40 e il 50%.
Coloro che hanno votato SI’ il 17 Aprile ovviamente non possono essere considerati automaticamente dei NO al referendum di Ottobre, ma diciamo che ci sono fondati motivi per ritenere che una grossa fetta di questi opterà per la bocciatura della riforma costituzionale.
A livello puramente teorico c’è poi da contare il fatto che Forza Italia dovrebbe far muovere il suo 10% di aficionados sul NO.
A questo giro Berlusconi e i suoi hanno dato libertà di coscienza il che alle loro latitudini equivale quasi ad un “andate in gita & don’t worry!”.
Ho però la netta sensazione che il gioco di Forza Italia sia quello della finta opposizione che spinge per il NO, ma tifa per il SI’. In fondo la riforma l’hanno fatta loro insieme al PD e ricalca in modo imbarazzante il famigerato Piano di Rinascita cui l’ex Cav. & Co. sarebbero alquanto affezionati.
Occhio quindi alla psicologia guelfo-ghibellina di un Paese che si è diviso per vent’anni tra sostenitori e antagonisti di Berlusconi.
L’effetto del “faccio il contrario di ciò dice quello lì!” potrebbe avere il suo peso nell’esito del voto di Ottobre.
Anche l’eterogeneità del fronte del NO potrebbe deporre a favore del SI’, o almeno penso che il Governo farà di tutto per ridicolizzare come accozzaglia mal assortita i partiti e movimenti che sostengono il NO. E potrebbe avere gioco facile da questo punto di vista.
E’ iniziata da qualche giorno la campagna governativa sguinzagliando il senatore PD Romano che sta viaggiando di trasmissione in trasmissione diffondendo il verbo del “ti spiego io, ma senza entrare nel merito”.
Attenzione anche a questa dinamica.
A Febbraio la senatrice Finocchiaro si era presentata davanti ai giornalisti per dire che loro ci tenevano ad esporre la riforma entrando nel merito.
Due mesi dopo a parte una fugace apparizione da parte del Ministro Boschi non mi risultava che avessero fatto nulla.
Poi è arrivato il momento di Romano e delle sue piroette piene di contraddizioni da contrapporre a chi pone questioni circostanziate e puntuali.
Io ho provato a suggerire al Premier di allestire un tavolo di dibattito tecnico a cui dovrebbe presenziare insieme con il Ministro Boschi contro esponenti non politici del comitato per il NO.
Come spesso mi capita (e pensare che lo staff del Berlusca mi aveva anche risposto ai tempi. Risposta ai limiti del ridicolo, ma pur sempre risposta) lo staff di Renzi non mi ha calcolato.
Io proseguo con il mail bombing periodico su alcuni temi a me cari ai quali ho aggiunto per l’occasione la questione referendaria.
Non dimentichiamo che si tratta di questione fondamentale per il futuro del nostro Paese.
Proseguo nello studio dei vari punti di discussione sul testo e pian piano cercherò nel mio piccolo di fornire spunti per chi vuole informarsi al meglio prima del voto.
Fonti
Ministero Intero: http://elezioni.interno.it/referendum/votanti/20160417/FX01votanti.htm e http://elezioni.interno.it/referendum/scrutini/20160417/FX01000.htm