Dieci giorni fa salutavo con piacere la presa di posizione del Premier italiano sulla questione del rinnovo automatico delle sanzioni alla Federazione Russa in merito alla mancata osservanza degli accordi di Minsk sulla questione Ucraina.
Si può ben dire salutavamo perché ormai il Consiglio Europeo del 17 e 18 Dicembre è stato consegnato alla storia e abbiamo a disposizione il documento finale nel quale dovrebbero essere contenute tutte le decisioni prese. E in quel documento non c’è nessun accenno alle sanzioni contro la Federazione Russa che per inciso sono state automaticamente rinnovate per altri sei mesi.
Infatti è possibile leggere cosa è stato deciso ufficialmente su vari temi : migrazione, lotta contro il terrorismo, unione economica e monetaria, mercato interno (e qui c’è una “chicca” di cui occorre dar conto in chiusura di post), unione dell’energia, Regno Unito (questione referendum sull’uscita dall’UE) e relazioni esterne.
Qui è disponibile il documento
Proprio l’ultima voce (relazioni esterne) sembrava quella adatta a dare conto della discussione tra i leader voluta da Matteo Renzi che avrebbe dovuto portare ad una decisione condivisa. E lì troviamo Siria, rifugiati e Libia e nient’altro.
A seguito della due giorni del Consiglio Europeo i commenti vanno dagli entusiastici ai catastrofisti.
Ci sono coloro che dicono che il Premier ha ottenuto ciò che voleva ponendo la questione della decisione condivisa perché secondo questa lettura era il metodo a non piacere all’Italia e non le sanzioni.
E poi ci sono quelli che puntano il dito contro Renzi per l’ennesima figuraccia che avrebbe fatto fare al Paese sulla scena internazionale parlando di umiliazione grave.
Comunque la si voglia pensare restano i fatti.
Renzi ha chiesto di parlare delle sanzioni con gli altri leader e stando alle notizie che abbiamo ha ottenuto al massimo delle chiacchierate informali che ovviamente non hanno modificato nulla e che forse, e sottolineiamo forse, hanno aperto la strada a futuri confronti.
In più farei notare come il Premier ha chiarito di non voler certo toccare le sanzioni, che anzi ritiene giuste, ma di voler solo porre una questione di metodo. Il tutto con buona pace di quella parte di economia italiana gravemente danneggiata dai primi sei mesi di sanzioni che dovrà fare i conti con un altro periodo di difficoltà indotta dalla proroga delle sanzioni.
Ci sono stati più punti ad animare il Consiglio Europeo. In particolare il punto riguardante i gasdotti e quello relativo alle banche e chissà che la questione russa non sia rientrata nel quadro più ampio e complesso delle discussioni.
Resta però la sensazione che qualcuno abbia fatto la figura classica del can che abbaia e non morde.
In più aggiungo un dettaglio di cui ovviamente nessun TG o giornale ha dato conto.
Al punto IV (Mercato Interno), pagina 6 del documento finale si legge che :
Il Consiglio europeo sottolinea l’importanza che annette all’esito positivo dei negoziati del TTIP. Esorta tutte le parti a moltiplicare gli sforzi per concludere quanto prima un accordo ambizioso, globale e reciprocamente vantaggioso al fine di sfruttare appieno il potenziale dell’economia transatlantica.
Ci ricordiamo cosa rappresenta il TTIP?
Per una volta metterei da parte la pur magra figura fatta dal Premier italiano e mi soffermerei su cosa hanno deciso e detto lor signori su temi che vincolano pesantemente il nostro futuro a un trattato sciagurato.