Nel quadro di un 2015 che porta una leggera crescita del PIL e una magra ripresa economica, al netto di propagande varie, i dati diffusi dall’ISTAT il 25 Novembre lanciano un piccolo segnale di allarme.
Se infatti andiamo a leggere il resoconto e andiamo più nel dettaglio visionando il PDF complessivo possiamo notare come il fatturato totale e gli ordinativi dell’industria italiana abbiamo subito una flessione.
I dati negativi sono riferiti al confronto mese su mese tra Agosto e Settembre (-0,1% il Fatturato e -2,0% gli Ordinativi) e anche a quello, sempre mese su mese, tra Settembre 2015 e Settembre 2014 (-0,8% sia il fatturato che gli ordinativi).
Va detto per inciso che il tutto rientra in un quadro moderatamente positivo per l’anno 2015 (+1,1% di Fatturato e +5,2% di Ordinativi).
Sarà quindi opportuno attendere la prossima diffusione del 23 Dicembre per capire se il piccolo segnale di allarme sia isolato oppure l’inizio di qualcosa di più preoccupante.
Altra nota doverosa quella riguardante Interni ed Estero. In casa cali contenuti o anche piccoli incrementi, mentre fuori i cali sono decisamente più evidenti.
Ad abbassare notevolmente la media in quanto a raggruppamenti industriali è l’Energia che segna una contrazione, anche sull’anno a doppia cifra (-15,1%)
Infine è corretto ricordare anche come alcuni settori stiano tirando decisamente di più di altri.
Locomotiva la Fabbricazione di mezzi di trasporto (Fatturato Set 2015/Set 2014 : +18,4% – Ordinativi : Set 2015/Set 2014 : +26,4%).
Fanalino di coda per l’Energia le Attività estrattive di cui abbiamo il solo Fatturato Set 2015/Set 2014 al -25,3% e anche la Fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (anche qui c’è il solo Fatturato Set 2015/Set 2014 al -17,9%).
In conclusione possiamo dire che al solito i dati devono essere letti nella loro interezza e non cogliendo, a seconda del tornaconto politico, pescando solo ciò che fa comodo per la propaganda pro o contro questo o quel Governo di turno.
Resta il dubbio che non si stia nuovamente tornando ad imboccare il piano inclinato nel verso sbagliato.
Ma come detto occorre attendere i dati di fine anno che ci diranno molto non solo in termini complessivi ma anche trimestrali, perché se dovessimo vedere ulteriori segni meno allora ci sarebbe di che preoccuparsi.